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QT n. 6, giugno 2013 Servizi

Nuvole bianche sopra i meli

Aria di primavera: si riapre la questione dei fitofarmaci

Come ogni anno, in Val di Non, all’inizio della primavera e per tutta la stagione estiva, insieme al profumo dei fiori e al colore degli alberi è facile imbattersi in nuvole bianche che si alzano dalle coltivazioni di meli.

Sono i fitofarmaci (conosciuti anche come pesticidi), che vengono nebulizzati nei campi per permettere una crescita regolare e sovradimensionata dei frutti che ritroviamo nei nostri supermercati. A causa del mercato che si è venuto a creare intorno alle mele (si vede, infatti nell’ultimo bilancio consuntivo 2011-2012 che Melinda ha fatturato più di 230 milioni di euro su un totale di 372 mila tonnellate di mele conferite) e alle crescenti esigenze estetiche dei consumatori, i trattamenti con questi prodotti risultano fondamentali, nonostante esistano forti preoccupazioni sul loro impatto ambientale e sulla salute umana.

I fitofarmaci sono sostanze che contengono alcuni principi attivi che difendono la pianta contro malattie e parassiti di vario genere. Ne esistono varie tipologie: anticrittogamici (contro le malattie date da funghi o batteri), insetticidi, diserbanti (contro le erbe infestanti), acaricidi e tanti altri costituiti in gran parte da molecole tossiche non solo per l’organismo verso le quali sono indirizzate. Per questo motivo nel 2008 è nato il Comitato per il Diritto alla salute della Val di Non, con l’intento di monitorare e creare una rete di informazione sulle conseguenze delle sostanze, che però risulta difficile da diffondere a causa di una mancanza di comunicazione tra le parti interessate, agricoltori in primis.

Che queste sostanze abbiano degli effetti altamente nocivi sull’ecosistema è dato da alcune loro caratteristiche biochimiche, come la persistenza nel suolo e nelle acque anche per svariati decenni, che provoca la degradazione della biodiversità e favorisce la sopravvivenza di specie resistenti, costringendo gli operatori ad un uso sempre più massivo di tali composti. Da un rapporto dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che ha analizzato le acque superficiali italiane, si sono rilevati residui di pesticidi nel 55,1% dei posti campionati e, nel 34,6% dei casi, con concentrazioni superiori ai limiti di legge.

Il Trentino Alto Adige, oltre ad aver raggiunto circa il 70% della produzione nazionale di mele, ha guadagnato, ormai da diversi anni, anche il triste primato del maggior uso di fitofarmaci e coadiuvanti per ettaro coltivato (58 kg/ha di pesticidi contro una media nazionale di circa 9 kg/ha, per un totale di oltre 2.150.000 kg di pesticidi venduti in Trentino nel 2010).

La situazione non migliora se si vanno a verificare le conseguenze dei fitofarmaci sugli animali superiori, tra cui l’uomo. I danni maggiormente identificati sono: diminuzione della fertilità maschile con possibili rischi nello sviluppo dei genitali, abortività spontanea, deficit cognitivi e, non per ultimo, un’elevata incidenza di tumori.

Gocce piccole ma cattive

“Non si vuol fare dell’allarmismo, ma è giusto che la gente prenda consapevolezza di certi fatti che la riguardano direttamente”- dichiara Sergio Deromedis del Comitato per il diritto alla salute analizzando il lavoro del dott Lorenzin (a tutt’oggi l’unico studio in materia)che evidenzia come, mediante l’effetto “deriva”, il 50% delle sostanze utilizzate nei trattamenti si disperda oltre le zone coltivate. Tale effetto è dovuto agli atomizzatori che, riducendone il diametro di oltre quattro volte, rendono le gocce più leggere, migliorando sì il risultato del trattamento ma aumentando pure la dispersione, in presenza di una brezza anche se leggera. Uno studio del Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale commissionato dall’ISPEL (Istituto per la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro) sottolinea come “le gocce di diametro inferiore a 100 micron (1 micron = 1 millesimo di millimetro ndr) evaporano in brevissimo tempo riducendosi facilmente alle dimensioni di gocce inferiori a 10 micron, che entrano facilmente nei polmoni, e quelle comprese fra 0.5 e 0.1 micron vengono rapidamente assorbite dall’organismo”.

Per questo motivo nel 2009 il Comitato per il diritto alla salute della Val di Non ha commissionato ad un laboratorio fuori provincia un’indagine sulle urine di un campione di adulti e bambini residenti in valle. Il risultato per la prima volta ha evidenziato concentrazioni preoccupanti (quattro volte i valori di riferimento, cioè le quantità che si trovano mediamente e alle quali è testata l’assenza di effetti nocivi) di diversi derivati dei trattamenti dei meleti e, in particolare, del principio attivo clorpirifos-etil, riscontrando livelli preoccupanti soprattutto nei bambini (6 volte maggiori rispetto al riferimento).

In particolare, le concentrazioni di fitofarmaci nei liquidi biologici risultavano raddoppiate nel periodo successivo ai trattamenti rispetto all’inizio della stagione, evidenziando che sono i prodotti irrorati nel campo a depositarsi nell’uomo. Quindi, non essendo la concentrazione costante in tutto l’anno, il problema non è nelle mele, che presentano infatti livelli molto bassi di tali sostanze - come puntualmente ha precisato Lorenzo Dellai intervenuto telefonicamente alla trasmissione “Porta a Porta” dell’11 dicembre scorso. Però l’ex presidente della Provincia, nel difendere uno degli orgogli del nostro territorio, si è spinto ad affermare che “sta crescendo l’area dei produttori che usano metodi biologici”. Queste realtà, che effettivamente stanno nascendo, ad oggi si possono purtroppo contare sulle dita delle mani.

Si prediligono infatti delle metodologie che garantiscono una maggior sicurezza di avere comunque, anche in condizioni avverse, un raccolto abbondante ed esteticamente appetibile al mercato, a discapito della sperimentazione di colture alternative, nella fattispecie, quelle biocompatibili.

“La monocultura che si è sviluppata in Valle di Non non è più sostenibile né da un punto di vista ambientale-paesaggistico, né per la salute, e sempre meno da un punto di vista economico, se teniamo conto dei costi ambientali (impoverimento e inquinamento del terreno) e sanitari (correlazione dei pesticidi con numerose patologie umane e animali)” - sostiene Virgilio Rossi, il capogruppo di S.A.E, (Salute Ambiente Economia) in Comunità di Valle. L’utilizzo di sostanze chimiche nei settori produttivi ha, senza dubbio, largamente contribuito al benessere economico e sociale a tal punto da renderlo più importante rispetto all’elemento sanitario. “È quindi auspicabile - continua Rossi - ristabilire una gerarchia dei valori dando la priorità alla salute”.

Il primo passo da fare in questa direzione è senz’altro un’attenta prevenzione primaria mirante a minimizzare l’esposizione agli agenti chimici già noti per la loro tossicità e possibile solo attraverso l’informazione e la comunicazione. Ed è proprio la mancanza di quest’ultima che ha rallentato e rallenta tutt’ora lo sviluppo di soluzioni. Che la situazione non sembri essere cambiata di molto lo si può constatare leggendo l’articolo apparso nel 2009 su questo stesso giornale.

L’unica novità nello scenario legislativo è data dal decreto 150 del 2012, in cui l’art 11 stabilisce dei programmi di informazione alla popolazione sui rischi e i potenziali effetti per la salute umana. Peccato che, come afferma l’avv. Massimiliano Debiasi (che si è occupato del regolamento del Comune di Malosco, tendente a proteggere le aree abitate dai pesticidi), il tutto appare più come una “lettera di intenti” che come una normativa specifica.

Chissà che questi incontri non rompano quel muro d’omertà e che le varie parti non comincino a confrontarsi per una crescita, oltre che professionale, anche personale.

Pesticidi e tumori
PolmoniRiferimenti
ClorpirifosLee et al. 2004
DiaziananBeane Freeman et al. 2005
DicambaAlavanja et al. 2006
MetolachtorAlavanja et al. 2007
PendimetalinHouet et al. 2008
PancreasRiferimenti
EPTCAndreotti et al. 2009
PendimetalinAndreotti et al. 2009
ColonRiferimenti
AldicarbLee et al. 2007
DicambaSarmanic et al. 2006
EPTCvan Bemmel et al. 2008
ImazethapyrKoutos et al. 2009
CervelloRiferimenti
ClorpirifosLee et al. 2007
LeucemiaRiferimenti
ClorpirifosLee et al. 2004
DiaziananBeane Freeman et al. 2005
EPTCvan Bemmel et al. 2008
MelanomaRiferimenti
CarbarylMahajan et al. 2009
ToxaphenePurdue et al. 2006

In grassetto sono riportati i le tipologie di tumore (ai polmoni, al colon, melanoma, etc.), sotto sono elencati i pesticidi che aumentano l’incidenza del tumore. Nella colonna “Riferimenti” sono riportati gli studi che correlano il pesticida al tumore.

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In altri numeri:
Frutto avvelenato?
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Contro i pesticidi
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Pesticidi: avanti piano

Commenti (22)

Più mele, meno boschi Il corvo

La coltivazione intensiva delle mele stà divorando sistematicamente le praterie superstiti (vedi nuovi impianti a Romeno, Salter e Fondo) ed i boschi residui della val di Non.
Dov'è la Forestale?
I boschi sono di tutti mi pare!
Ed invece vengono fatti a pezzi per il profitto di pochi, che fra l'altro sono esentati da imposte sul reddito.
Vergogna.
Per quanto riguarda la fondazione Mach, probabilmente è finanziata e condizionata dalle multinazionali, come la Monsanto e la Bayer.
Finiamola di raccontare balle, siamo in testa alle classifiche mondiali per il consumo di pesticidi per ettaro!

primarie! agricoltore

Ho aspettato, ed alla fine ha vinto Ugo Rossi, sostenuto da Val di Non e Val di Sole.La maggioranza grande di chi ha votato ha votato per l'uomo che ha dimostrato con i numeri la massima qualità della frutticoltura trentina nel rispetto della salute pubblica. I quattro ambientalisti che restano si impegnino a fare la voce ancora più grossa che, ultimamente, non riesco a sentirli più! Tanto parlano i numeri...

sostenibilità @cipi

Non capisco chi siano gli "altri" che tu tanto citi. APPA e Fondazione Mach vengono finanziati dai soldi pubblici cioè dai politici che amministrano i soldi dei cittadini. Nel momento delle elezioni tutti noi abbiamo votato per dei politici. Quelli che hanno vinto hanno da sempre difeso il modello agricolo attuale e la maggioranza della popolazione (anche i non-agricoltori) in Val di Non han votato per la continuità e per l'alto reddito garantito. Se un gruppo di persone si trova in "minoranza" o si adegua o fa le valigie e va in Sicilia dove trova tutto il biologico che vuole (206546 ha nel 2009, dati SINAB)

cipi

Non si tratta di una discussione a favore o contro qualcuno. Le linee di indirizzo le detta la politica (o potrebbero essere stimolate dai cittadini). APPA e Fondazione Mach svolgono un lavoro notevole e lodevole. Rispondono a delle richieste che altri pongono, svolgono ricerche che altri finanziano, sono diretti da persone che "altri" nominano. E si andrebbe lontano.
Coraggio ci vorrebbe per azioni concilianti tra agricoltura e cittadini, per governare l'ambiente che è di tutti. Non si affronta mettendoci gli uni contro gli altri. Allora perchè no un'agricoltura e un'economia sostenibili?
Non è che per qualcuno persiste il motto dividi et impera?

sperimentazioni @Patrizia Vitale

Il prof.Pinelli può richiedere i risulati dell'esperimento comparativo condotto dall'Azienda Sanitaria della Provincia di Trento in Val d Non e presentati dal dott. Luciano Flor e dal dott.Marino Migazzi (17 settembre 2012).
Come ha detto il dott. Ugo Rossi, assessore provinciale alla sanità, «I dati sono decisamente positivi, non sono stati riscontrati elementi di preoccupazione, né rilevata alcuna correlazione con patologie di nessun tipo».(http://www.ladige.it/articoli/2012/09/18/fitofarmaci-minano-salute).

Sig.ra Patrizia Vitale

Boicottare i produttori/speculatori e premiare gli onesti...
Perchè devono essere i consumatori a trovare le prove della salubrità o IN-salubrità dei prodotti e non chi ce li vende e ci guadagna????

Sig.ra Patrizia Vitale

Continuate così e chissà che non si riesca a rendere consapevole un numero sempre più alto di persone e chissà magari si riesce a cambiare le cose.
A chi dice che si dovrebbe rinunciare alla macchina ecc. è meglio far fare una riflessione sul fatto che di questo qualunquismo se ne può fare a meno...
Il Proff. Leonardo Pinelli pediatra, da molto tempo sta denunciando questa cosa ed è stato tacciato di voler fare del terrorismo...
in ogni caso grazie per la condivisione...
Io boicotto la melinda....

@oppure

... documentare con riprese fotografiche?

oppure le irregolarita'

sono state segnalate ma ora che arrivino le forze dell'ordine, se arrivano, e' gia' tutto finito.

i controllori ci sono @commento n°12

Il primo controllore del (proprio) territorio è il cittadino.
Se il cittadino rileva un'irregolarità può avvisare tempestivamente il sindaco, i carabinieri, i vigili urbani, i vigili del fuoco... Evidentemente se le multe non sono state comminate i casi sono due: o nessuno ha segnalato irregolarità oppure le irregolarità non sono state compiute...
Buona domenica.

e i controlli?

Chi controlla nei comuni dove convivono colture e cittadini l'uso dei pesticidi? Vi risulta sia mai stata data una multa? A me no!

Letture

Per capire che cosa (non) fa l'Appa leggiti il libro "La farfalla avvelenata" e poi vedi se è il caso di lodare 'sti fancazzisti.

Appa...

Mamma mia che carrozzone provinciale... scrivi come uno che ne fa parte...

@Appa...

In APPA, la dottoressa Marta Da Vià ricopre l'incarico dirigenziale per i rapporti tra ambiente ed agricoltura: ciò dimostra il particolare impegno della Provincia nel delicato equilibrio tra garanzia della produzione frutticola ed inquinamento ambientale da uso di pesticidi. Chieda pure, da libero cittadino, di quale entità sia l'impegno per la tutela della salubrità dell'aria in Trentino.
http://tinyurl.com/m7mcjux

@cipi

Per la protezione dell'ambiente e della salute c'è l'APPA (agenzia provinciale per la Protezione dell'ambiente), per la parte agraria c'è la Fondazione Mach che nella sua mission recita "opera a favore dello sviluppo e della tutela del sistema agro-alimentare, forestale ed ambientale". Entrambi gli enti sono finanziati con il denaro della collettività: non rispondono alle multinazionali e quindi tutelano gli interessi (e la salute) di agricoltori e non. Buona giornata.

cipi

e chi potrebbe regolare la questione, trovando accordo tra coltivatori e cittadini? Regolare prima che sia troppo tardi, per esempio vincolando i nuovi impianti intorno ai paesi ad essere biologici o biodinamici?
Una buona politica prevede ed opera per un futuro migliore: non so se è quella attuale.

malation

In Italia 55% delle acque superficiali ed 32% delle acque sotterranee contiene residui di pesticidi, in particolar modo di diserbanti, permessi in Val di Non per diserbare il 50% della superficie coltivata, ovvero circa 35oo ettari. Il 15% della popolazione di Tassullo è affetto da una pasta tologia tumoralel....basta così o aggiungiamo. I contadini devono ribellarsi a questo metodo di coltivazione, ne va anche della loro salute soprattutto dei loro bambini. Dovete capire che la favola del consumatore esigente la mela perfetta non corrisponde alla realtà. il mercato del biologico è in continua crescita e la gente si è accorta che anche mangiare frutta inquinata causa malattie. Ricordatevi anche l'affare non è la mela , piuttosto che la ciliegia, ma le tonnellate di pesticidi che ogni anno vengono immesse nell'ambiente, aria, terreno, acqua e per poi giungere inevitabilmente nei nostri stomaci. Ribellatevi alle multinazionali della chimica, un agricoltura pulita è possibile ed addirittura più remunerativa sia per i produttori, sia per la spesa pubblica. Pensate solamente a quanti milioni di euro si spendono ogni anno per curare malattie causate dai pesticidi. Le cose devono cambiare anche in agricoltura nell'interesse di tutti e tutti dobbiamo combattere gli speculatori senza scrupoli che lucrano con esso.

consumatori idioti

Ricordatevi che ai contadini non piace certo fare i trattamenti con gli anticrittogamici . E' pericoloso e questi prodotti costano un mucchio di soldi . Solo che i consumatori sono idioti e se la mela o la pera non è perfetta, lucida , bella e invitante non la comprano neanche a prezzi di saldo . Magari gli stessi consumatori idioti sono poi quelli che qui scrivono che non si dovrebbero fare i trattamenti ...

x 2

proprio un gran discorso, ben argomentato ! Allora continua a trattare senza farti problemi e magari intanto che lo fai manda i tuoi figli a giocare nei campi.... ma quando lo volete capire che non si può andare avanti a questi livelli ?

x L'ambientalista

Ecco, bravo allora comincia tu a dare il buon esempio, va al lavoro a piedi, magari con i sandali come S.Francesco, la macchina vendila e vendi anche frigorifero, tv,telefonino e tutte le cose che inquinano......Naturalmente poi al supermercato compera le Mele NON trattate, quindi esteticamente brutte e con TICCHIOLATURA e VERMI a volontà....Tranquillo che noi contadini metteremo i pali di legno al posto del cemento e gli atomizzatori li facciamo a pezzi, ben contenti di NON DOVER PIU TRATTARE !!!!!
Purtroppo in realtà penso che tu non capisca proprio niente di AGRICOLTURA e non conosci i disciplinari vigenti per i trattamenti altrimenti la corrente d'aria la lasceresti fare a madre natura e non alla tua bocca.

Marco Romano

La frutticultura intensiva sta devastando il paesaggio e la salute della Val di Non. La valle ormai è invasa e ricoperta da centinai di ettari di reti e trafitta da milioni di pali di cemento. Durante l'anno vengono eseguiti molti trattamenti tossici. I meleti entrano nelle case e sottraggono terreno al bosco e ai prati da foraggio. È ora di ripensare il modello di sviluppo economico-sociale e culturale, sensibilizzando le persone, gli agricoltori, gli amministratori e i politici al senso del limite.
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