La sovvenzione alle private è un risparmio?
Su un quotidiano del 23 settembre un signore scriveva: "Ecco perché chi vorrebbe far passare questa sovvenzione (aggiungo io un "come") uno spreco per la pubblica amministrazione, sostiene solo il falso ed è in malafede, perché in realtà è un grosso affare per la comunità". Interroghiamoci: è vera o falsa questa affermazione?
Mons. Giacometti, in maggio, scriveva: "Se chiudessero le scuole paritarie... la Provincia di Trento dovrebbe sborsare 26 milioni e 905.00 euro; gli studenti delle statali costano 9.000 euro... mentre per lo stesso servizio contribuisce con 3.000 euro per alunno (che frequenta le paritarie) risparmiando 1.7 milioni e 670.000 euro ogni anno".
Riflettiamo: è vera o falsa questa affermazione?
A me sembra che quanto menzionato sopra sia frutto del machiavellico "il fine giustifica i mezzi", secondo il quale, pur di raggiungere il proprio scopo, si può utilizzare qualsiasi mezzo, anche la malafede ed il falso ed altro ancora, ma ciò è etico ed educativamente corretto? Chiarisco.
Non serve una laurea par capire che la diminuzione o l’aumento del numero degli allievi frequentanti una stessa sezione non fa variare la spesa per la stessa, poiché appare evidente a tutti che il corpo docente che spiega a una classe di 20 alunni costa esattamente quanto quello che spiega a una di 30, al pari del costo dell’aula e della spesa per il riscaldamento, ecc.
Ciò premesso, svolgo il seguente ragionamento: da una qualsiasi prima statale di 28 allievi tolgo 10 ragazzi e li iscrivo ad una prima della scuola privata. L’ente pubblico non risparmia un solo euro, però ne sborsa 32.000 (secondo quanto scritto da un professore del S. Cuore di Trento il 7 settembre, o 30.000, secondo Giacomelli, per finanziare gli iscritti alla paritaria. (A proposito: a quanto ammonta il l’esatto contributo?)
In questo caso dove sta il risparmio per l’ente pubblico?
Se l’ente pubblico spende 32.000 euro che non spenderebbe se non finanziasse gli alunni iscrittisi alla paritaria, perché questa spesa viene definita guadagno? Forse per sostenere che il finanziamento alle scuole private-paritarie non ò contrario all’art. 33 della Costituzione che stabilisce che i privati possono istituire scuole... senza oneri per lo Stato?
Il mio buon curato, tanti anni fa, a catechismo, mi spiegava che a dire le bugie ed a mentire si finirà all’inferno. Sarà ancora vero questo principio?
"Più alunni frequentano le scuole non statali e più l’ente pubblico risparmia" puntualizzava il predetto professore del Sacro Cuore. Non so se per la filosofia la spesa sia un guadagno, ma per la matematica una simile affermazione è ritenuta un falso o un errore, infatti si è scambiato il significato del più con quello del meno, e più e meno hanno significati tra loro opposti.
Per rendere più evidente 1' errore amplio l’esempio fatto sopra. Se tolgo non 10 ma 100 alunni dalla pubblica e li iscrivo ad una paritaria, l’ente pubblico sborsa, secondo il predetto prof. ben 320.000 euro.
Chiedo di nuovo: dove sta il risparmio per l’ente pubblico? Appare evidente a chiunque che quanti più alunni frequentano le scuole statali, tanto più l’ente pubblico spende e non risparmia, caro prof. Se il mio ragionamento è sbagliato, sarò lieto di essere corretto.
Vorrei che qualcuno mi dicesse, una volta per tutte: quanto sezioni nuove verrebbero istituite nelle varie scuole statali nel caso in cui nessun ragazzo decidesse di lasciare la pubblica per iscriversi a una paritaria?
Nella risposta, però, non si faccia di ogni erba un fascio, ma si precisi chiaramente in quali scuole verrebbero istituite nuove sezioni... e poi discuteremo dove stia il guadagno/perdita per l’ente pubblico.