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MedHebron

Un progetto per attuare la democrazia dal basso e aiutare lo sviluppo locale ad Hebron.

Hebron, città palestinese situata a sud di Gerusalemme, vive sotto occupazione israeliana dal giugno del 1967. Alle sue porte è cresciuta rigogliosa la prima colonia israeliana creata nella Cisgiordania, Kiryat Arba, ma coloni si trovano anche – caso unico in Palestina – nel cuore arabo della città. A causa del suo significato religioso (qui Abramo comprò la terra per seppellire Sarah, e per questo si crede che nella zona siano seppelliti i patriarchi biblici, il che rende Hebron un luogo sacro per ebrei, musulmani e cristiani), la zona è diventata un punto di rilevanza strategica per gli estremisti del movimento dei coloni israeliani e ha visto la successiva radicalizzazione delle posizioni di molti palestinesi che ci vivono. Per questo Hebron, nonostante sia il nome ebraico che quello arabo della città significhino "amico di Dio", da quarant’anni è uno dei punti più caldi della regione.

Nel 1997, con la firma del Protocollo di Hebron, la città è stata ufficialmente divisa in due parti: H1, la zona che comprende la città vecchia e circa il 20% del territorio, sotto il controllo militare diretto israeliano e H2, il restante 80% dell’area, formalmente di competenza palestinese.

L’occupazione israeliana del cuore di Hebron e il costante assedio che tutta la città vive, hanno deteriorato tragicamente la situazione economica e sociale della zona, e distrutto la capacità della società civile palestinese di progettare a lungo termine e di credere che un futuro diverso sia possibile. Le prospettive per i giovani sono di fatto molto limitate e chi può cerca di andarsene.

Ad aggravare gli effetti dell’occupazione è inoltre l’immobilità e l’assenza dell’autorità nazionale palestinese, che si ripercuote fortemente a livello locale, lasciando ampio margine a meccanismi di corruzione e nepotismo che caratterizzano la vita della città.

In questo contesto si sviluppa MedHebron. MedHebron è un progetto internazionale finalizzato a stimolare il dibattito e a promuovere attività e scambi sul tema dei media, della democrazia, dei diritti umani, della partecipazione e della cittadinanza attiva. Esso nasce dal desiderio di lavorare insieme alla società civile palestinese alla costruzione di una nuova visione collettiva di società, creando uno spazio di dibattito e approfondimento che difficilmente trova modo e luogo per svilupparsi in questo stato di cose.

Hebron.

A luglio del 2004 è stato installato nella zona H2 della città il Media Center, un centro multimediale che costituisce il contenitore di tutte le attività del progetto. Al suo interno si trovano un laboratorio radio, un laboratorio video, una camera oscura, postazioni multimediali ed una sala per seminari e conferenze. Il centro ospita corsi aperti a tutti e tenuti da volontari italiani e locali con esperienza nel campo dei media. Tali laboratori hanno il duplice obiettivo di stimolare il confronto sui temi della democrazia e dei diritti umani e di fornire al contempo opportunità di formazione e aggregazione. La presenza di volontari e volontarie internazionali costituisce inoltre un plusvalore in un contesto che risulta chiuso sia fisicamente che mentalmente: molti ragazzi del posto si avvicinano al centro anche per poter conoscere e confrontarsi con persone che provengono da situazioni diverse da quelle in cui loro si trovano a vivere, e questo alimenta uno scambio reciproco che altrimenti sarebbe difficile.

Attività al Media Center.
Attività al Media Center.

Oltre ai laboratori media, presso il Media Center si sviluppano altre attività, quali seminari cui partecipano relatori locali ed internazionali, e corsi di approfondimento sulla risoluzione dei conflitti, i processi decisionali, la partecipazione e la cittadinanza attiva e il rapporto tra media e democrazia.

Dato poi il delicato momento di passaggio che caratterizzan la vita politica palestinese, MedHebron ha organizzato e continua a organizzare incontri di informazione per la comunità locale sul diritto al voto e sulle procedure elettorali, nonché attività di formazione per osservatori delle elezioni municipali e nazionali.

Se da una parte il progetto è volto ad incidere sulla comunità locale e in particolare sui giovani, dall’altra esso tenta di lavorare anche con le autorità locali per rafforzare il processo di democratizzazione dei territori amministrati dall’Autorità Nazionale Palestinese, ed incoraggiare nuove pratiche di governo basate sulla partecipazione attiva dei cittadini. A tal proposito sono previsti quattro scambi fra amministratori locali europei e palestinesi, due in Europa, due in Palestina.

Il primo scambio si è svolto lo scorso febbraio e ha visto arrivare in Italia dieci sindaci del distretto di Hebron. Il secondo, che si terrà dal 4 al 9 dicembre 2005, vedrà coinvolti una ventina di rappresentanti di enti locali italiani che stanno attivando e sperimentando percorsi di democrazia locale basati sulla partecipazione e la cittadinanza attiva. Obiettivo degli incontri è infatti quello di scambiare e condividere esperienze su modelli di democrazia locale, nonché di creare una rete di cooperazione diretta fra amministrazioni europee e palestinesi che lavori sulla promozione della democrazia ed i diritti umani in Palestina.

Le sfide che il progetto si trova a fronteggiare sono molteplici e non derivano solo dall’occupazione israeliana.

Hebron è una città particolarmente chiusa e conservatrice, molto diversa da altre città palestinesi.

Non a caso è una delle zone meno toccate da progetti di cooperazione internazionale e dal movimento di aiuti rivolti ai Territori Occupati.

Il Media Center costituisce in questo contesto uno spazio di innovazione con una grande potenzialità, per alcuni versi ancora da sfruttare. In questo senso è particolarmente importante il lavoro svolto sul posto dal partner locale del progetto, l’International Palestinian Youth League, un’organizzazione non governativa palestinese fortemente radicata nel territorio, che con la sua attività garantisce l’integrazione del progetto nell’area e legittima il suo sviluppo in un ambiente non sempre favorevole.

Dopo un anno e mezzo di attività, il centro è oggi conosciuto dagli abitanti della zona e costituisce un punto di riferimento per molti ragazzi e ragazze: la partecipazione ai laboratori media e alle altre attività organizzate da MedHebron è alta e lascia sperare che quelli che con difficoltà si stanno piantando siano i semi di una crescita che andrà ben oltre il progetto stesso e vedrà protagonista la nascente società civile.