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QT n. 4, 26 febbraio 2005 Servizi

Rossana Ramirez e i diritti violati

Gli indigeni del Centro-america e il commercio liberalizzato in un'intervista a una giornalista messicana che lavora per i diritti umani.

Antonio Graziano

Lo scorso novembre si è tenuto a Rovereto, presso l’Università Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace, il 12° corso Internazionale su "Globalizzazione, diritti dei popoli indigeni e lotte nonviolente". L’evento è stato un’occasione di incontro e di scambio di esperienze per i rappresentanti di organizzazioni per i diritti umani provenienti da tutto il Mondo. Tra questi Rossana Ramirez, di Città del Messico, che abbiamo intervistato chiedendole di aiutarci a comprendere cosa sta accadendo oggi nel continente americano.

Rossana, puoi descriverci qual è la tua formazione ed in cosa consiste il tuo lavoro a Città del Messico?

"La mia formazione originaria rientra nell’ambito della comunicazione e del giornalismo. Attualmente lavoro con la Commissione Messicana di difesa e promozione dei diritti umani (Cmdpdh), un’organizzazione che si occupa di promuovere i diritti delle donne e degli indigeni. La Commissione è stata la prima organizzazione laica nel paese ed attualmente fa da ponte e da strumento di dialogo tra il governo e la società civile. Lavora in 8 stati della confederazione messicana, alcuni dei quali sono caratterizzati da un elevato numero di conflitti sociali. Personalmente mi occupo di educazione e formazione sui diritti umani nella capitale. Il mio compito è quello di far comprendere ai cittadini poveri e con una basso livello di scolarizzazione che anche loro hanno dei diritti e possono chiedere che questi diritti siano rispettati".

Cosa è stata e cosa rappresenta oggi l’area di libero commercio del Nord America ( conosciuto come Nafta o TLCNA) per i cittadini messicani?

"Una delle conseguenze più evidenti è la disoccupazione e la mancanza di mezzi di sussistenza per i contadini. Nel Nord America vi sono consistenti sovvenzioni all’agricoltura. In tal modo il prezzo dei prodotti è molto basso e competitivo sui mercati internazionali e, di conseguenza, anche sul mercato messicano. Uno degli effetti più devastanti del NAFTA è l’incremento del fenomeno migratorio dal mio paese verso la frontiera statunitense. A ciò si aggiungono fenomeni di clientelismo, per cui i contadini poveri ricevono aiuti in denaro in cambio di voti.

Da non dimenticare la costante violazione dei diritti dei lavoratori. Non è difficile riscontrare casi di sfruttamento che riguardano donne, bambini ed anziani, costretti a lavorare, perché il lavoratori maschi adulti sono emigrati all’estero".

Altri accordi che interessano la regione centro-americana sono il Plan Puebla Panama, partito con un investimento iniziale di 4 miliardi di dollari, ed il Corridoio Biologico Mesoamericano, per la cui realizzazione verranno investiti, tra il 2003 ed il 2007, 470 milioni di dollari, grazie alla partecipazione di vari donatori bilaterali (i governi tedesco, inglese, giapponese, canadese, danese, spagnolo, statunitense, svizzero, svedese e l’Unione Europea) ed agenzie internazionali (Banco Interamericano di Sviluppo, Banca Mondiale, Fondo internazionale per lo Sviluppo Agricolo, Fondo mondiale per l’Ambiente, i Programmi delle Nazioni Unite per lo Sviluppo e per l’Ambiente). Da non dimenticare il ruolo delle ONG (le più conosciute sono Conservation International, la Fondazione Ford, il WWF), interessate all’immenso patrimonio economico della biodiversità della regione.

Puoi fornirci una breve analisi degli effetti di questi due accordi?

"Questi accordi sono avvenuti senza alcuna consultazione popolare, violando la convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sui diritti degli indigeni. In aggiunta, si possono riscontrare due tipi di possibili conseguenze. Da una parte la separazione fisica delle comunità, al cui interno saranno costruite strade ed altre infrastrutture. Dall’altra il rischio che si innalzi il livello di conflittualità interna, in quanto alcune persone sono consapevoli del degrado ambientale e sociale che tali accordi stanno producendo, mentre altre sono attirate dall’ipotesi di un guadagno immediato e di uno sviluppo futuro".

Cosa puoi dirci dell’ALCA?

"L’ALCA non può che peggiorare le condizioni del Messico e di tutta l’America Latina. Con la sua entrata in vigore aumenteranno i fenomeni migratori, in direzione sud-nord, dagli stati sudamericani e centro-americani fin al Messico, e dal Messico verso gli Stati Uniti. Con l’apertura delle frontiere commerciali saranno incrementati i flussi di merci attraverso le frontiere, comprese le merci illegali. Aumenterà quindi il narcotraffico. In ultima analisi, il costo del lavoro si abbasserà ulteriormente e vi sarà un incremento della povertà".

Dopo l’esperienza di Rovereto, cosa porti con te a casa?

"Sicuramente la condivisione delle problematiche presenti nel mio paese con altre persone, provenienti da tutto il mondo, e l’elaborazione di strategie comuni di lotta non violenta, nonché di proposte ed opportunità per il futuro.

Per me è stato importante conoscere meglio anche il sistema dell’ONU e le possibilità che hanno i popoli indigeni di fare pressione sui governi. Infine, la presenza di Giuliano Pontara, il direttore del corso, è stata un grande esempio di ideali e di resistenza e del fatto che è possibile per ciascuno di noi essere coerenti e continuare a lavorare per la giustizia per tutta la vita!"