Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Lettera dal Messico

Chiara Calzolaio, Paola Filippi

Siamo due studentesse italiane e da quasi un anno studiamo all’Universidad Autonoma Nacional de México.

Vi scriviamo da Città del Messico a proposito dell’inaccettable repressione esercitata dalle Forze dell’Ordine messicane a diversi livelli (municipale, statale, federale) contro la popolazione di San Salvador Atenco e i numerosi gruppi della società civile che si sono mobilitati in appoggio al Frente de los Pueblos en Defensa de la Tierra (FPDT). Appartengono a tale organizzazione i molti attivisti picchiati e arrestati nella giornata di scontri del 3 maggio scorso, iniziata quando alcuni floricoltori, appoggiati dal FPDT, sono stati sgomberati coattivamente dal luogo dove da decenni vendevano i prodotti delle loro terre. Durante gli scontri è stato ucciso un ragazzo quattordicenne da lacrimogeni scoppiatigli nel petto e feriti gravemente giovani, uomini e donne della popolazione civile. A seguito di questi scontri, il Subcomandante Insurgente Marcos, che in questi giorni si trova qui nella capitale con la carovana zapatista della "Otra Campaña" che sta percorrendo tutta la Repubblica Messicana, ha invitato tutte le organizzazioni della società civile aderenti alla "Otra" a manifestare pacificamente in appoggio alla popolazione di Atenco con sit-in, blocchi stradali ed appoggio diretto nel paese stesso.

All’alba del 4 maggio circa 3.000 tra agenti di appoggio e del Gruppo di Operazioni Speciali della Polizia Federale Preventiva hanno assediato il paese, accerchiato gli attivisti che si erano mobilitati fin dalla notte precedente, costringendo alcuni alla fuga ed altri a rifugiarsi nelle case della popolazione. Durante gli scontri che hanno accompagnato queste ore di assedio, i molti feriti non hanno potuto ricevere soccorsi, a causa del blocco totale imposto dalle forze dell’ordine. Uno studente della Facoltà di Economia dell’UNAM si trova ora in coma cerebrale per questo motivo.

Siamo sconcertate della indifferenza generalizzata nei confronti di una violenza diffusa e quotidiana che colpisce i settori della società civile che reclamano diritti fondamentali come quello ad un lavoro degno o alla gestione delle proprie terre.

Ci indigna la facilità con cui lo Stato si arroga il diritto di torturare, violare, distruggere vite umane e ci indigna ancor di più l’aura di normalità che circonda, agli occhi dell’opinione pubblica, queste torture e violazioni, questi assassinii. La campagna informativa promossa dai media ufficiali minimizza la gravità della situazione e depoliticizza l’avvenuto che, a nostro avviso, non può essere slegato da una grave situazione di Violenza di Stato contro la società civile organizzata (ricordiamo, solo due settimane fa, il ferimento di 40 e l’assassinio di 2 *mineros* dell’impresa siderurgica Lazaro Cardenas nello Stato di Michoacan durante uno sciopero dei lavoratori): le varie Televisa e TV azteca e i periodici di maggior diffusione parlano di un "piccolo gruppo violento" e di "pseudo-studenti incappucciati" che vogliono minare la pace e la sicurezza pubblica e che per questo devono essere repressi con la forza e senza nessun tentativo di dialogo o mediazione.

Per contrastare questa campagna di (dis)informazione il FPDT e la Coordinazione Regionale di Aderenti alla Otra Campaña hanno chiamato ad una mobilitazione nazionale e internazionale che denunci la reale situazione di repressione e violenza.

In queste ore del primo pomeriggio del 5 maggio si sta realizzando una mobilitazione pacifica che marcerà dall’ Università di Chapingo (dove hanno ripiegato i manifestanti di Atenco e si stanno riunendo tutti gli studenti e le organizzazioni in appoggio al FPDT) e si dirigerà ad Atenco per chiedere:

- la liberazione incondizionata dei 217 detenuti (fino ad ora), che si trovano in condizioni fisiche gravi, dovute alle torture e agli stupri denunciati agli avvocati e difensori dei diritti umani;

- il chiarimento sulle condizioni dei 63 desaparecidos (alcuni detenuti ma non ancora registrati ed altri nascosti nelle case della popolazione di Atenco);

- la fine dell’assedio del paese;

- il diritto ad una informazione obiettiva e indipendente tanto a livello nazionale come internazionale.

E’ questa la ragione per cui vi scriviamo, rivolgendo un appello alla sensibilizzazione e alla mobilitazione della società civile italiana, promuovendo, per esempio, manifestazioni davanti ad ambasciate e consolati messicani, e soprattutto diffondendo notizie ed elaborando analisi politiche che diano conto della gravità dell’assunto.

Vi scriviamo perché le violenze e le morti non passino sotto silenzio.

Vi scriviamo perchè la distanza che separa la realtà italiana da quella messicana non può giustificare la mancanza di informazione.

Vi scriviamo per rompere l’indifferenza, per riaffermare la possibilità e la necessità di indignarsi, per denunciare fermamente che torture, violazioni, assassinii perpetuati dalle forze dell’ordine non possono costituire la normalità di un paese che si proclama democratico.

Per avere ulteriori informazioni si possono consultare i seguenti siti:

www.enlacezapatista.ezln.org.mx
www.mexico.indymedia.org
www.narconews.com
www.vientos.info
www.globalproject.info
www.jornada.unam.mx