Le tabelle di Grisenti
Ennesime acrobazie con i numeri per tentare di giustificare la PiRuBi. Che dimostrano come la Giunta Dellai a politiche innovative - come il trasporto su ferro - non ci pensi proprio.
Valdastico per salvare la Valsugana – è stato lo slogan con cui l’ineffabile assessore ai Lavori pubblici Silvano "Caterpillar" Grisenti ha presentato i famosi "dati" con cui, a sentire lui, si sarebbe una volta per tutte tacitato il partito anti-PiRuBi.
Già altri hanno dimostrato, con vari argomenti, come i mirabolanti "dati" in realtà certifichino il contrario. Noi sottolineiamo solo un aspetto. Le tabelline di Grisenti ci dicono che, nel punto (Civezzano) e nelle condizioni (completamento della Valsugana a 4 corsie) di maggior intasamento, nel 2015, se non si fa la PiRuBi transiteranno 25.535 veicoli; se invece si fa (e si impone un pedaggio minimale, cioè qualcuno – Pantalone – ripiana i deficit di esercizio) transitano 19.172 veicoli. Poco più di 6.000 veicoli, il 25% in meno.
E’ questa la soluzione del problema? E’ così, togliendo un veicolo su quattro, che si evita la "Valsugana camera a gas" come da apposito slogan?
Il fatto è che, malgrado tutte le acrobazie di Grisenti, la PiRuBi non può essere la soluzione dei problemi della Valsugana; per il semplice fatto che la stragrande maggioranza del suo traffico è locale: a Grigno, dove dovrebbero passare i Tir da dirottare sulla PiRuBi, oggi la strada è sempre libera e nel 2015, anche secondo Grisenti, passerebbero solo 10.000 veicoli, la maggior parte dei quali inoltre sono diretti in loco.
Insomma, gli intasamenti fra Pergine e Trento sono un problema di traffico e pendolarismo metropolitano (ci si perdoni la parola magniloquente), che con un collegamento tra Vicenza e Besenello non ha alcunché a che spartire.
Ma le tabelle e l’insistenza di Grisenti denotano un limite molto più grave e di fondo. Esse infatti sono redatte senza tener conto della vera soluzione: il pendolarismo metropolitano, lo dice la parola, si affronta con la metropolitana. Bene, Grisenti non tiene in alcun conto le politiche di trasporto pubblico (a iniziare dalla metropolitana di superficie) che pur lui stesso ha avviato. Ma troppo timidamente, e ora si capisce: non gliene importa nulla, è solo un fiorellino all’occhiello per una conferenza stampa, poi lo si lascia appassire.
E più in generale, infatti, in queste famigerate tabelle manca completamente proprio la ferrovia. Non si considerano gli effetti degli investimenti – per decine di miliardi di euro – sulle merci sull’asse del Brennero (che si rifletterebbero su tutto il trasporto Nord Est-Germania); non si ipotizza l’elettrificazione della Valsugana (250.000 euro al chilometro, il costo, da Trento a Bassano, di una delle gallerie stradali tanto care a Grisenti); ci si dimentica dello scalo ferroviario di Roncogno per farvi convogliare il porfido; meno che meno si ipotizza un interporto a Bassano che sposti il trasporto dalla gomma al ferro.
Insomma, tutte le politiche innovative, o meglio, in regola con le direttive europee, vengono snobbate. Avanti invece con le auto per i pendolari e i Tir per le merci. Anche se questi ultimi, una volta arrivati a Salorno, non si sa più come farli proseguire.
Questo è appunto il punto dolente della Giunta Dellai: sa guardare solo al passato e ipotizza il vecchio anche per il futuro.