La tattica di Berlusconi
Il comportamento dell’on Berlusconi sembra spesso quello di un irresponsabile: il lunedì dice una cosa e il martedì il suo contrario; non avendo esperienza diplomatica è incline alla gaffe, parla quando non deve parlare, si lascia sfuggire affermazioni che dopo qualche ora è costretto a rimangiarsi, è così privo di buon gusto da fare battute volgari sulla propria moglie parlando con ministri stranieri e così via. Non c’è da meravigliarsi, riflettendo che l’on. Berlusconi "non è uno statista ma un boss aziendale" (Oscar Luigi Scalfaro).
I suoi avversari si consolano pensando che abbia perduto il senso della realtà (l’Italia non è una azienda) e confidando che si stia rovinando con le sue stesse mani (come pensava Montanelli).
E’ fondata questa analisi? Mi auguro di sì, e che l’on. Berlusconi venga seppellito da una risata, prima che combini altri guai. Ho tuttavia qualche dubbio. Parto dal presupposto che l’on. Berlusconi stia instaurando, giorno dopo giorno, una forma di governo autoritario fondato sulla identificazione del partito, del Paese e dello Stato con i propri interessi aziendali. Finora c’è riuscito. Se questo è vero, non è più verosimile pensare che stia mettendo in atto, proprio con i suoi gesti più incomprensibili, una strategia avveduta e sottile, che testimonia il pieno controllo dei suoi nervi e della sua non comune intelligenza pratica? Egli infatti produce una provocazione al giorno, tanto meglio se incomprensibile e inaccettabile. Questo gli consente di tenere banco sulle prime pagine dei giornali e sugli schermi televisivi, e di essere sempre al centro dell’attenzione. Inoltre costringe l’opposizione a reagire con energia. e ciò permette all’on. Berlusconi di mostrarsi al proprio elettorato come vittima di una persecuzione: "Vedete, qualsiasi cosa dica mi attaccano!".
La tecnica del vittimismo è fondamentale per la strategia dell’on. Berlusconi anche perché gli permette di denunciare il complotto altrui e di apparire ogni giorno in TV ad aggredire l’opposizione. Questa, da parte sua, può non replicare per contrastare il colpo di stato strisciante, ma così facendo segue la logica di Berlusconi e in un certo senso lo rafforza. Si instaura un circolo vizioso, da cui l’on Berlusconi esce subdolamente vincente.
Che fare? Io credo che l’opposizione dovrebbe smetterla di giocare di rimessa e passare invece all’attacco, rovesciando la tecnica di Berlusconi. Perché, per esempio, concentrando la propria offensiva sulle questioni essenziali, non lancia di continuo proposte di governo (cioè "provocazioni positive") su questioni specifiche che facciano capire all’opinione pubblica un altro modo di governare, diverso da quello fasullo dell’on. Berlusconi? La maggioranza sarebbe alle corde, sarebbe costretta a rispondere, ma lo farebbe sul terreno dell’opposizione. Sarebbe costretta a dire se ci sta o non ci sta, e il dibattito politico ne guadagnerebbe in chiarezza. Purtroppo questo non avviene perché l’opposizione è impegnata ogni giorno in lotte intestine. L’opposizione ha dimenticato da tempo che uniti si vince, divisi si perde.