L’ideologia dell’imbroglio
Forza Italia, le promesse impossibili, la capacità imbonitoria, il regime incombente.
Il regime non c’è ancora, ma stanno alacremente provando ad instaurarlo. Come ogni regime che si rispetti, anche questo prossimo venturo deve dotarsi di una sua ideologia, cioè di un principio ispiratore, di uno stile, di una modalità di comportamento dominante. Un tale insieme di connotati che caratterizzano il regime sono desumibili da una pluralità di eventi rivelatori di una coerenza identitaria, perché in ognuno di essi è presente un dato comune. Ebbene, è addirittura sconvolgente constatare, attraverso una analisi di quanto è accaduto e sta accadendo, quale sia l’identikit ideologico del regime che minaccia di invadere l’Italia.
Già la denominazione della ditta "Forza Italia" è un incipit promettente. Di norma i nomi dei partiti esprimono la loro, appunto, parziale particolarità, accettano di rappresentare una parte del tutto. Questo invece no, occupa l’intero, tutta la nazione, l’Italia. Rifiuta il parziale tipico dei partiti, si arroga di rappresentare il totale. Con una formula poi mutuata dal gergo del calcio, palesemente mirata a toccare le corde profonde della tifoseria per la nazionale del pallone che, in molti casi, è l’unico patriottismo rimasto. Un marchio che tradisce dunque al tempo stesso una vocazione totalitaria ed una inclinazione a propiziarsi consensi politici facendo leva sui sentimenti popolari non politici.
Il giornale di famiglia, appunto Il Giornale, ha anch’esso una testata che esprime questa stessa pretesa di essere non un giornale come altri, ma in esclusiva il giornale. Questa identificazione del nome proprio con il nome comune, della specie con il genere, è anch’essa indizio manifesto di una tendenza totalitaria, e nel contempo un meschino espediente mercantile, tale per cui il lettore generico che all’edicola chiede un giornale si vede consegnare Il Giornale.
In entrambi i casi, nel nome del partito e nella testata del giornale di famiglia (ed anche il "foglio" di Ferrara, che è della stessa famiglia, usurpa un termine di genere), è presente un artificio ingannevole, cioè una ostentazione totalitaria da parte di soggetti che invece sono soltanto una frazione del tutto. Questa rappresentazione di sé così deformata costituisce già una mistificazione molto prossima ad un imbroglio.
Tendenza, questa, che assurge a livelli vertiginosi nella gestione dei mezzi di comunicazione di massa. Non a caso le televisioni sono state il veicolo che ha consentito l’affacciarsi del regime e sono tutt’ora lo strumento al quale il regime nascente affida il proprio avvenire. E ciò perché la televisione è un mezzo dotato di enorme potenzialità mistificatoria. La falsa rappresentazione della realtà diffusa dalle televisioni crea una distorta opinione di massa che in democrazia è base del potere. Attraverso la televisione il meschino piccolo imbroglio si erge a valore ideologico.
La campagna elettorale del 2001 fu dominata da una martellante e suggestiva promessa: caleranno le tasse e cresceranno le pensioni, scomparirà la disoccupazione e crescerà il benessere. A quel tempo non c’era stato ancora l’attacco terroristico dell’11 settembre, ma l’economia mondiale era già stagnante. Gli esperti economici del regime non potevano essere così sprovveduti da non sapere che gli anni seguenti si prospettavano austeri. E tuttavia i megafoni della propaganda erano pieni di promesse illusorie. Promesse impossibili, dunque consapevolmente ingannevoli. Come volgari imbonitori da fiera che magnificano la loro merce sapendola scadente. Un clamoroso imbroglio!
Ora vi è un intreccio di reciproci imbrogli davvero sconcertante. Quel dilettantesco imbroglio normativo attorno al quale si stanno affannando per riformare la Costituzione in senso federalista è esso pure un gigantesco imbroglio. Si concede a Bossi un mostriciattolo di Senato federale, e contemporaneamente a Fini il vincolo dell’interesse nazionale come limite dei poteri regionali. Due opposte concessioni fra loro stridenti, messe sul mercato solo per accattivare in Padania i voti alla Lega e nel resto d’Italia i voti ad Alleanza Nazionale. Passate le elezioni europee, tutto si sgonfierà , perché sono cose che si annullano a vicenda. Specchietti per le allodole elettorali. Un altro consapevole imbroglio.
In questo "filo azzurro" che lega tutto il sistema si inscrive perfettamente la ridondante pratica dei condoni, il premio sovrano elargito ai furbi evasori fiscali o trasgressori delle norme edilizie, per premiare il merito di chi ha saputo imbrogliare le carte.
Tanto per citare alcuni esempi. Però già da soli così significativi da poterne arguire che l’ideologia dell’annunciato regime è l’ideologia dell’imbroglio. Oltre che, naturalmente, l’ideologia degli affari di casa. Un impasto da far rabbrividire.