Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Aeroporto, i dati fasulli

Quelli delle tariffe del concorrente aeroporto di Verona, in base ai quali è stato motivato il ridicolo voletto Trento-Roma. Le ragioni per cui anche Durnwalder non utilizza l'aeroporto di Bolzano (e Dellai non utilizzerebbe quello di Trento).

Aeroporto, la farsa titolavamo lo scorso numero. Spiegando come non stesse in piedi il progetto del presidente dell’aeroporto Caproni rag. Roberto Pizzinini: dare il via a un volo di linea Trento-Roma. Sarà un buco colossale, dicevamo, che non ha senso alcuno, e che verrà fatalmente colmato con i soldi del solito Pantalone.

Abbiamo approfondito il tema. E i risultati sono ancor più scoraggianti.

Il progetto di Pizzinini si basa su due dati: il biglietto a/r del volo Trento-Roma costerebbe 345 euro; quello Verona-Roma ne costa 247. I cento euro in più verrebbero compensati dal costo del viaggio in autostrada e dal risparmio di tempo.

A parte il fatto che pare eccessivo computare in 100 euro il costo di un percorso di 170 chilometri con la propria macchina, è sulle tariffe aeree che proprio non ci siamo. Il biglietto Verona-Roma infatti costa decisamente meno. Sulla tratta agiscono due compagnie, Meridiana e Alpi Eagles. Le tariffe praticate sono estremamente differenziate, variano di giorno in giorno, in corrispondenza del momento della prenotazione, della validità, della disponibilità di posti; ma comunque sono, in media, molto più basse di 247 euro. Meridiana infatti per un biglietto a/r sventaglia le seguenti tariffe: 115, 145, 170, 175, 190, 195, 200, 230, 245, 302 euro; Air Eagles ha un ventaglio da 106 a 280 euro.

Come fa Pizzinini a parlare di un costo di 247 euro? E su questo basare i suoi progetti?

Abbiamo provato a chiederglielo, raggiungendolo per telefono.

"Si, è vero che ci sono tariffe più basse. Ma se si fanno abbonamenti, si acquistano pacchetti di biglietti..."

I prezzi di cui parliamo sono riferiti a biglietti singoli…

"In effetti le compagnie aeree praticano tariffe molto differenziate."

E allora?

"Bisogna considerare… Senta, sono in riunione, possiamo sentirci più avanti?"

Dalla riunione Pizzinini non deve essere più uscito. Né è risultato reperibile il giorno successivo.

Ma il punto non è solo il gap dei prezzi. C’è anche quello della fruibilità. Da Trento partirebbe un volo al giorno, da Verona ne partono otto. E’ evidente la possibilità di disegnarsi il viaggio secondo le proprie necessità, partendo e tornando quando è più comodo. E’ un dato universale, che ben conoscono tutti i gestori di aeroporti e gli esperti in aeronautica: sotto una soglia minima di voli, un aeroporto è destinato al deficit, non regge la concorrenza con aerostazioni magari più lontane, ma che offrono un più ampio ventaglio di possibilità.

E’ questo il dramma dell’aeroporto di Bolzano, non a caso con i conti in rosso profondo. A preferirgli Verona (o Innsbruck) non sono solo coloro che vogliono risparmiare 100 (secondo Pizzinini) o 200 euro (secondo quello che dicono le tariffe). Ci sono anche coloro che vogliono solo essere più comodi: al Catullo di Verona, a prendere l’aereo per Roma, trovate Durnwalder e i vari Vip bolzanini, che del prezzo del biglietto se ne infischiano ché tanto non lo pagano loro, e invece ci tengono a partire ed arrivare secondo orari comodi e flessibili.

Infine l’ultimo aspetto. Bolzano – e ancor più Trento, come ha a suo tempo rivelato lo studio ad hoc della Tecno-Engeneering – sono aeroporti con grossi problemi causati dai venti e dalle montagne. L’Enav non ha concesso l’abilitazione con il volo strumentale; quando ci sono nubi non si può né decollare né atterrare.

Questo è un handicap mortale. Perché non è per niente detto che l’aeroporto "di riserva" sia il più vicino abilitato al volo strumentale: per gli accordi tra compagnie, congestione degli aeroporti ecc, il malcapitato passeggero imbarcatosi nello sfigato aeroporto regionale, può trovarsi sbalzato molto lontano. Due esempi, per rimanere ai Vip trentini: il rettore Massimo Egidi, partito da Bolzano, al ritorno si è ritrovato ad Innsbruck; l’allora presidente della Regione Margherita Cogo, voleva andare da Bolzano a Roma, invece dal San Giacomo è stata trasferita in torpedone fino a Venezia (!!), e solo al termine del non breve viaggio finalmente è potuta imbarcarsi per la capitale.

E allora, non meravigliatevi se al Catullo troverete Durnwalder o Amonn.

Occorrerebbe invece capire perché Dellai e Grisenti (Pizzinini fa solo quello che gli dicono) continuano a insistere per aprire una voragine di soldi pubblici al Caproni.