Una veduta da cancellare
Italia Nostra insiste: con quel progetto, si rovina l’ambiente attorno all’antico convento agostiniano di S. Michele all’Adige.
Italia Nostra non molla sulla vicenda del nuovo convitto dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. L’associazione ambientalista tenta da tempo di convincere l’amministrazione provinciale a cambiare idea sulla collocazione del nuovo convitto. Recentemente, gli ambientalisti hanno presentato alla stampa un nuovo documento che riassume le ragioni che dovrebbero convincere le autorità competenti a trovare una soluzione alternativa, che peraltro esiste. La Provincia, nella persona dell’assessore Grisenti ha però ribadito la propria scelta. Lo ha fatto rispondendo all’interrogazione dei consiglieri Passerini e Chiodi che avevano posto in forma ufficiale gli interrogativi e le proposte sostenute da Italia Nostra e da qualche altra voce critica.
Com’è noto, serve un nuovo convitto per la scuola dell’Istituto Agrario frequentata da studenti che vengono dalle valli più lontane. Il vecchio convitto è chiuso da anni e gli studenti sono al ospitati in un albergo di Salorno. La trasferta, fra vitto, alloggio e viaggi, costa circa ottocento milioni di lire l’anno.
Il nuovo convitto, è stato deciso, sorgerà sull’attuale campo di calcio, peraltro in ottime condizioni, che pur essendo di proprietà dell’Istituto è utilizzato dalla locale squadra di calcio. Per cui, prima di costruire il convitto, dovrà essere realizzato un nuovo campo sportivo con un costo aggiuntivo di oltre quattro miliardi
I tempi per la costruzione del campo di calcio si andranno a sommare a quelli per la costruzione del convitto, con il conseguente allungarsi dell’onerosa giornaliera trasferta degli studenti.
Il nuovo convitto, una costruzione moderna alta quasi quattordici metri (17.000 metri cubi) è stato progettato a poche decine di metri dall’antico convento agostiniano, sede dell’Istituto Agrario dal 1874.
Oltre ad Italia Nostra si sono dichiarati contrari al progetto provinciale il direttore del Museo degli Usi e costumi delle Genti Trentine (che nel vecchio monastero ha la sua sede) e più recentemente anche Francesco Sartori, presidente del Consorzio Vini Trentini), che tra l’altro siede anche nel consiglio di amministrazione dell’Istituto Agrario.
La nuova costruzione, secondo i critici, alta e voluminosa, le cui dimensioni risulteranno ancor più esaltate dalla posizione collinare, cancellerà definitivamente una delle vedute più caratteristiche dell’Istituto Agrario. Perché non riprendere invece il progetto provinciale del 1989 che prevedeva di collocare il convitto in una posizione più defilata, dietro la parte moderna dell’Istituto, e perché il nuovo convitto non può trovare ospitalità all’interno di spazi, opportunamente trasformati, che ora sono poco o per niente utilizzati, come la stalla (seminuova e semivuota) o i vari magazzini dell’Istituto?
Questotrentino ha riportato ampiamente le ragioni dell’assessore Grisenti (vedi Un insulto al paesaggio), che ha ribadito la validità dell’attuale progetto e ha ricordato come la scelta fosse scaturita da un’approfondita analisi che ha visto coinvolti la Provincia, l’Istituto Agrario e il Comune di S.Michele.
In realtà, dall’interno dell’attuale amministrazione comunale, seppure non ufficialmente, qualche critica si è fatta sentire, ma la costruzione di un nuovo campo sportivo a totale carico della Provincia hamesso la sordina alle obiezioni.
Per Italia Nostra le ragioni dell’assessore provinciale sono deboli, a cominciare da quella riguardante il presunto vincolo archeologico che avrebbe impedito la realizzazione del progetto Aste. E’ sul progetto Aste che ora Italia Nostra punta decisamente. Quella proposta dovrebbe ovviamente essere rivista ed aggiornata, visto che sono trascorsi più di dieci anni da quando venne consegnato alla Provincia; ma poi, opportunamente avvicinato all’attuale edificio scolastico, quel progetto può offrire una risposta più funzionale, più veloce (visto che non occorre attendere la realizzazione del campo sportivo per iniziare i lavori di costruzione) e più rispettoso del paesaggio, bene sempre più bisognoso di tutela.