San Michele: le proteste - un po’ - sono servite
Ripensato il progetto del nuovo convitto dell’Istituto Agrario di S. Michele, che rischiava di deturpare la vista del convento agostiniano.
Sono iniziati i lavori per la realizzazione del nuovo convitto su quello che fino a qualche tempo fa era il campo sportivo di San Michele. Sulla rete di recinzione è stato sistemato il classico telo grigio dei cantieri ed una ruspa ha cominciato a demolire le piccole infrastrutture di servizio.
I lavori sono stati affidati alla ditta EdilTione (anche se è già cominciata la teoria dei subappalti) che ha ribassato il valore d’asta, pari ad oltre 6.500,00 euro, a poco più di 4.700.000. La ditta si è impegnata a consegnare l’opera entro il 4 marzo 2008. Il progetto esecutivo, a cura del servizio Edilizia pubblica della Provincia, era stato approvato nel novembre del 2003 per un importo complessivo di 7.697.482,79 euro.
Nel nuovo convitto dovrebbero essere ospitati 135 studenti, professori, dottorandi e borsisti.
La progettazione del nuovo convitto è stata accompagnata dalle critiche di Italia Nostra, che a sua volta aveva raccolto l’appello di alcuni abitanti del luogo, ed era stata attivata anche una raccolta di firme. Era stata presentata anche un’interrogazione al presidente della giunta provinciale.
Le polemiche non hanno bloccato l’iniziativa, ma hanno però provocato un ripensamento, con la promessa di qualche effetto positivo sull’impatto della futura costruzione su quello che è il contesto paesaggistico e architettonico rappresentati dalla collina di Faedo e sull’antico convento agostiniano sede dell’Istituto agrario.
E’ venuta così a cadere, almeno in parte, l’accusa di deturpare la vista della parte storica dello stesso istituto, quella che ospita la chiesa parrocchiale, il museo etnografico e la porzione, ora in fase di restauro conservativo, che fino al 1998 era per l’appunto la sede del convitto. Il nuovo edificio dovrebbe risultare più basso e arretrato dal fronte strada rispetto alla struttura prevista nel progetto originale. In questo modo, il profilo del vecchio monastero risulterà probabilmente meno nascosto.
Ci sono volute però le proteste di Italia Nostra, stimolata da alcuni cittadini di San Michele, alle quali ha fatto seguito la presa di posizione del direttore del museo ed altri interventi sulla stampa locale. Il vecchio convitto è stato chiuso da anni e gli studenti che soggiornavano nelle austere stanze del convento agostiniano sono ancora ospiti di un albergo di Salorno e trasportati giornalmente a San Michele con un servizio di autobus, ed il costo annuale della trasferta, a parte i comprensibili disagi, tra vitto e alloggio, è particolarmente elevato.
Prima di iniziare la costruzione del nuovo convitto è stato realizzato il nuovo campo sportivo (ultimato da pochi mesi), con un costo aggiuntivo di quattro miliardi e trecento milioni delle vecchie lire, senza contare la spesa per il necessario terreno agricolo. Tempo che si è tradotto in fatture salate emesse a carico della Provincia di Trento, proprietaria dell’Istituto, da parte dell’albergatore di Salorno.
Il primo progetto del nuovo convitto doveva essere una costruzione moderna alta quattordici metri edificato a poche decine di metri dall’antico convento agostiniano, originaria sede dell’Istituto Agrario fondato nel 1874 e, come già accennato, destinata ad un radicale quanto delicato restauro.
Il monastero fortificato sorge sullo scoglio roccioso che sbarrava naturalmente la valle atesina e controllava la strada all’imbocco della Val di Non. Pur avendo subito anche radicali trasformazioni, è documentato a partire dal 1145. L’antica abbazia rappresenta ancora il logo dell’Istituto Agrario. La nuova costruzione del convitto, come già detto alta (nella nuova versione un poco più bassa), risulterà ulteriormente sottolineata dalla posizione collinare e nasconderà, ora solo in parte, una delle vedute più caratteristiche dell’Istituto Agrario che è spesso riprodotta in fotografia sulla stampa locale ad illustrazione di articoli che dell’Istituto trattano.
L’assessore provinciale Grisenti, nel rispondere ad un’interrogazione presentata dai consiglieri della sinistra, aveva escluso la possibilità di alternative valide ed aveva motivato la costruzione dell’edificio sul campo sportivo a fianco dell’antico convento