Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Più fiere? E come?

Centro Trentino Esposizioni: le sue fiere, mostre e mercatini sono un grande successo, eppure - si dice - dovrebbe fare di più. Tutta una scusa per impiantare l'ennesimo carrozzone?

“Tra Mercatino di Natale, Mostra dell’Agricoltura ecc, noi portiamo a Trento settecentomila persone all’anno. Non capisco se sono questi risultati che attirano mire e polemiche…" ci dice senza peli sulla lingua Giuliano Redolfi, presidente del Centro Trentino Esposizioni.

Giuliano Redolfi, presidente del Cte.

Infatti il Cte si trova in una situazione a prima vista paradossale: ha infilato una serie di successi, e viene messo in discussione. Su iniziativa dell’assessorato provinciale, viene affidata a una nuova società, Trento Fiere, il compito di rilanciare l’attività fieristica. Cosa si fa, si crea un doppione? E parallelamente, il maggior azionista del Cte, la Camera di Commercio con il 34% del capitale sociale (ma si tratta di una cooperativa, e il suo voto vale uno come quello di tutti i soci) ha espresso a più riprese "l’esigenza di una riforma, per realizzare un centro fieristico dinamico" "occorre che si insedi un presidente forte" (evidentemente Redolfi è giudicato debole) "forse la cooperativa non è la forma migliore".

Queste le parole del presidente della Camera Adriano Dalpez. Che vogliono dire? Avremmo voluto dei chiarimenti; impossibili perché Dalpez - forse solidale con il suo predecessore Marco Oreste Detassis, ben noto culo di pietra fatto da noi oggetto di apposita campagna stampa – non ci ha degnati di risposta.

L'assessore provinciale al commercio Remo Andreolli (Ds).

Allora, in attesa di Dalpez, ci siamo rivolti al piano superiore, all’assessore provinciale competente, Remo Andreolli. Che tiene a precisare come "la regia della promozione delle merci trentine, e dell’attività fieristica in genere, è della Giunta provinciale. Noi approviamo un programma annuale di interventi, che poi viene attuato dalla Camera di Commercio, che si avvale di altri soggetti, tra cui a Trento il Cte."

Bene. Stabilite le gerarchie in questa cascata che a prima vista sembra un po’ barocca, rimane il problema: non state facendo doppioni? Il Cte è inadeguato? Perché questa nuova società pubblica, Trento Fiere?

Andreolli pone l’obiettivo di "ampliare l’attività fieristica: che mobilita risorse, attiva recettività, ha molteplici ricadute positive (certi studi sostengono che ogni lira investita nelle fiere, ricade poi sul territorio moltiplicata per dieci). Il problema è che devono crescere le iniziative, essercene di più."

Ora, l’ente pubblico, attraverso Trento Fiere, possiede la struttura espositiva in via Briamasco (le ex Centrali Ortofrutticole all’uopo ristrutturate). Struttura affittata al Cte, che ne ha l’utilizzo esclusivo. Ora questa struttura rimane inutilizzata per periodi significativi. "Sia chiaro, sul Cte, ente privato in cui noi non c’entriamo, non posso e non voglio dichiarare niente. Dico solo che quella struttura va pienamente utilizzata e valorizzata."

Insomma, per l’assessore Trento può ritagliarsi uno spazio maggiore nel sistema fieristico; la struttura c’è; se non la utilizza il Cte, lo farà qualcun altro. Ed ecco allora la ventilata riconversione di Trento Fiere, finora solo società proprietaria degli immobili, in ente organizzatore di manifestazioni fieristiche.

Che ne pensano al Cte? Prima di rispondere, vediamo l’attività attuale del Consorzio.

Che potremmo dividere in due settori: il primo, di sostegno all’economia locale, di promozione dei prodotti trentini; il secondo di puro business. A quest’ultima categoria appartengono manifestazioni come Motorissima, Tavole e Sapori, Idee Casa, Sposi in Trentino ecc: servono al consorzio per far soldi. Poi ci sono quelle che hanno finalità economico-sociali sul territorio.

Di queste possiamo ricordare le più consolidate. Innanzitutto il Mercatino di Natale, che ogni anno registra nuovi record di presenze (Una sera al Mercatino): si tratta a nostro avviso di una moda, fatta soprattutto di sensazioni, di atmosfere e di tam tam mediatico più che di reali contenuti commerciali, e che quindi non potrà durare indefinitamente; ma intanto ha dato molto in termini economici e anche di immagine della città. E inserirsi nelle mode non è facile, e a chi ci riesce va detto bravo.

Poi il Mercato dei Prodotti Biologici: che sta attirando un pubblico consistente; ponendo il problema dell’equilibrio tra parte commerciale e parte scientifica, con il corretto inserimento di conferenze e dibattiti.

Corrado Tononi, direttore del Cte.

Organizzazione non consolidata, ma dalle ottime aspettative, è la Fiera del Lavoro, rivolta ai laureati trentini: "è un bel progetto, cresciuto molto bene in soli due anni – ci dice Corrado Tononi, direttore del Cte – Assieme all’Associazione Laureati dell’Università di Trento siamo riusciti a tessere rapposti nazionali molto proficui."

Poi ci sono le manifestazioni in mezzo al guado, che devono trovare una propria identità. Tra di esse la più antica, 150 anni di storia, la Mostra dell’Agricoltura (vedi Agricoltura sulle strade). "Nella ricorrente alternativa tra mostra tecnica e mostra per un pubblico più vasto, ci stiamo orientando verso la seconda soluzione – ci dice Tononi – privilegiamo lo scopo di fornire all’opinione pubblica l’idea dell’importanza odierna dell’agricoltura di montagna." E così si è deciso, per esempio, di eliminare i trattori dalla mostra, e creare uno specifico evento ad hoc, dedicato alle macchine agricole, in novembre.

Stesso discorso per il Salone del Risparmio Energetico, anch’esso in bilico tra tecnica e grande pubblico (vedi Risparmio = guadagno): "il problema abbiamo deciso di risolverlo affrontando ogni anno un tema diverso: quest’anno sarà la volta di bio-architettura e bio-edilizia, facendo il punto su come questo indirizzo è seguito dalle nostre aziende".

Tralasciamo altri appuntamenti come la Mostra dell’Editoria (mai veramente decollata), passiamo alle novità: quelle parziali come Arredi e Complementi (sull’Artigianato Trentino), a suo tempo interrotta per mancanza di una vera qualificazione e che ora si vuole riprendere; e le novità assolute, tra cui Pianeta Logistica, sulle tecnologie legate all’Interporto e all’intermodalità.

Infine vanno ricordati gli eventi defunti, come Natura Viva sui prodotti naturali, mostra senza rigore né identità ("Natura viva", ma non abbastanza): un’organizzazione va giudicata anche dalla capacità di rinunciare alle iniziative non all’altezza.

Se questa è l’attività, come risponde il Cte all’aut aut di Andreolli: se non organizzate più appuntamenti, lo farà qualcun altro?

"Non spetta a me come direttore – afferma Tononi – Posso dire che oggi scontiamo una situazione non chiaramente definita sulla nostra mission: dobbiamo tendere al business o alla promozione? Per cui non posso che essere entusiasta del fatto che oggi ci sia un dibattito aperto, per quanto aspro, sul nostro destino."

I piedi nel piatto li può invece mettere, da presidente, Redolfi. Che difatti non si tira indietro: "Lo spazio per aumentare la presenza fieristica c’è, ma con la nostra struttura attuale, quattro persone, facciamo miracoli. Se si vogliono più appuntamenti, occorre più personale."

Questa è una decisione che deve prendere la proprietà, cioè i soci (oltre alla Camera, altri 24 soggetti, dalle associazioni di categoria, alle banche, al Comune di Trento, alle Apt, al Sait…)

"Ci sarà a breve (il 14 giugno ndr) un’assemblea dei soci, in cui verrà presentata una proposta di sviluppo, che ora non posso anticipare. Mentre sottolineo che la mia carica è in scadenza, e che dopo tre mandati non ho nessuna intenzione di ricandidarmi, voglio però chiarire alcune cose: il nostro bilancio è in pareggio e non dobbiamo niente a nessuno; il nostro consiglio di amministrazione non è – per fortuna – di nomina politica; Trento Fiere è una compagine pubblica: noi, i nostri venti anni di esperienza e di traguardi raggiunti non intendiamo metterli in mano a nessuno. Quello che ci preme è che il Cte rimanga, e che sia una struttura rinnovata, ma agile e capace."

Insomma, Redolfi paventa l’arrivo del carrozzone. Vedremo gli sviluppi.