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QT n. 18, 23 ottobre 1999 Servizi

“Natura viva”, ma non abbastanza

A proposito della mostra sui prodotti naturali: tanti visitatori e qualche perplessità.

Petermaier Luca

Scendendo le scale della nuova sede espositiva del Cte, in via Briamasco, all’inaugurazione dell’esposizione intitolata "Natura Viva - ambiente, alimentazione naturale, salute e benessere", sembrava di trovarsi immersi in un prato in fiore. L’odore pungente, ma piacevole, dei bagni di fieno dello stand di Garniga Terme si mescolava con il dolce profumo di fiori appena raccolti, quello dei saponi e deodoranti esposti negli stand lì accanto.

Inebriati da simili effluvi, la visita cominciava sotto i migliori auspici.

Lungo le corsie e tra i banchi degli espositori, la prima positiva sorpresa l’abbiamo con "Deo - l’antiodore", una pietra di cristalli di allume di potassio dagli effetti - così ci dicono - miracolosi: usata al posto del deodorante, dopo una doccia, agisce direttamente contro i batteri che causano i cattivi odori, neutralizzandoli per 24 ore. Una pietra costa 10.000 lire, ma dura un anno. L’abbiamo comprata e provata: funziona.

Dunque, rigenerati dai bagni di fieno e profumati con Deo-l’antiodore, pensiamo a vestirci.

Ci dirigiamo allora verso gli stand che espongono capi di abbigliamento, dove ci imbattiamo in grossi maglioni di lana di pecora o alpaca, stile messicano, camicie e pantaloni ecologici in fibra naturale; tutto molto colorato, vivace, altro che il mortorio delle boutique del centro, dove le uniche alternative al nero e al bianco sono le sfumature di grigio.

Ci spostiamo al reparto notte. Ci vengono mostrate reti a doghe in faggio e materassi in schiuma di lattice naturale sui quali stendiamo coperte in lana di cammello, appoggiando infine il capo su cuscini con crusca di miglio, il tutto, manco a dirlo, sostenuto da letti ergonomici a incastro, costruiti senza uso di metallo.

Fin qui l’esposizione del Cte, che ha richiamato oltre 5.000 persone in tre giorni - quindi un buon successo di pubblico - non tradisce le aspettative.

Cominciamo però a storcere il naso quando ci troviamo di fronte a imponenti poltrone per massaggi shiatsu, a quanto capiamo supertecnologiche, multifunzione, per tutti i gusti e di ogni forma e misura.

Ci chiediamo che cosa c’entri tutta questa tecnologia con il tema dell’esposizione, che parla certo anche di salute e benessere, ma - a quanto si intende dal titolo - con metodi il più possibile naturali. Allo stesso modo ci sembra c’entri come i cavoli a merenda l’aspirapolvere che aspira la polvere in un secchio d’acqua anziché nel comune sacchetto di carta. Bene, benissimo, ma dov’è la natura in tutto questo? A dir la verità, proseguendo la visita, ci accorgiamo, man mano, che molti altri stand, oltre ai due ricordati, paiono - come dire - fuori tema.

La sensazione è che tutto sia organizzato in modo da offrire agli espositori un luogo privilegiato di vendita, ma senza badare tanto alla protagonista della manifestazione: la natura. Non c’è un filo comune che leghi i vari stand tra loro, almeno non tutti. E di questo ha risentito l’intera esposizione. Si avverte cioè poca continuità tra uno spazio e l’altro, soprattutto scarsa sintonia tematica, nel senso che, mentre in alcuni stand appare evidente il richiamo alla natura e soprattutto alla naturalità dei prodotti, in altri casi questo legame è molto sfuggente, o comunque non preponderante. Inspiegabile inoltre l’assenza di spazi dedicati, tra gli altri, alle cure omeopatiche, vale a dire le pratiche terapeutiche che fondano la propria essenza su un utilizzo quanto più limitato dei farmaci e che prendono le mosse proprio da quella che Ippocrate definiva la "vis medicatrix naturae".

Indirizzarsi sulle esposizioni di nicchia, come pare essere la volontà del direttore del Cte, Corrado Tononi, non è affatto un male. Lo si è visto già con la mostra dell’artigianato trentino dei mesi scorsi, nel suo piccolo ben realizzata e seguita con interesse, anche se poi le ha fatto da contraltare il mezzo flop dell’esposizione sui libri di montagna.

La ragione della scelta di piccoli eventi anziché di grandi manifestazioni sta soprattutto nella volontà di concentrarsi sulla qualità, secondo lo slogan piccolo è bello. Questo almeno ci aveva detto Tononi un anno fa. Ma l’esposizione Natura Viva, a nostro avviso, è caduta proprio sulla qualità dei prodotti presentati, segno che forse c’è ancora del lavoro da fare per costruire un polo espositivo trentino forte e capace di reggere la concorrenza dei nostri vicini in Veneto.