L’anziano minacciato
Micro-criminalità
Trecento persone non proprio giovanissime che si ritrovano in una gelida mattina alla presentazione di un opuscolo dei sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil sul come difendersi dalla micro-criminalità: capacità di mobilitazione delle Confederazioni? Anche, ma soprattutto grande interesse per questo tema da parte delle persone anziane: che non sono - i dati lo dimostrano - le vittime più frequenti di furti, scippi, ecc., ma che però vivono questa minaccia in maniera particolarmente intensa. Per ragioni subito evidenti, che vanno dal minore vigore fisico al fatto che, essendo in larga misura economicamente svantaggiati rispetto a chi lavora, vivono un furto o una truffa come un grave attentato al loro tenore di vita. Una insicurezza che incide immediatamente sulla qualità della vita: in una città percepita come rischiosa, soprattutto in certe zone e a certe ore, si finisce per diradare le proprie uscite, privilegiando la (relativa) sicurezza della casa, allentando i legami di socializzazione, vivendo peggio, insomma.
Tutto questo avviene anche nelle poche città della nostra provincia, nonostante che la realtà dei fatti dovrebbe indurre un po’ più di ottimismo. Il capo della Squadra Mobile di Trento, in servizio in città da un paio di mesi, parla di "una realtà del tutto vivibile", di un "fiore all’occhiello" rispetto a molte altre realtà. E se una indagine del mese scorso rivela che a livello nazionale la criminalità rappresenta il primo problema per il 58% delle persone, una analoga ricerca ci dice che a Trento questa percentuale scende al 18%.
Il problema comunque, per quanto vissuto a volte in termini sproporzionati (anche grazie alle enfatizzazioni strumentali di chi periodicamente parla di Bronx in riferimento a Trento o a Rovereto), è sentito. Per convincersene, bastava ascoltare gli entusiastici applausi con cui questa platea di anziani applaudiva i rappresentanti della polizia e dei carabinieri. Come intervenire allora?
Il sindaco Pacher fa notare che un massiccio (e d’altronde impossibile) continuo presidio delle forze dell’ordine nelle zone più insicure della città non farebbe che spostare il problema da una piazza a un’altra piazza. La vera soluzione consisterebbe nel riappropriarsi della città da parte dei suoi abitanti. A cominciare dagli anziani: "Se ognuna delle tante associazioni cittadine (25 circoli degli anziani, 8.000 soci) - suggerisce Pacher - ‘adottasse’ un’area di Trento, riempirebbe quel vuoto che altrimenti viene occupato da presenze più o meno minacciose".
Un’ottima idea, che però l’amministrazione pubblica dovrebbe sostanziare con proposte specifiche e articolate.
L'opuscolo approntato dai sindacati fa parte di una iniziativa complessiva, di una ‘campagna’ già avviata in altre regioni: è uno strumento agile, che consiglia agli anziani - ma non solo a loro - quali precauzioni prendere per evitare furti, borseggi, truffe, ecc.
I vari capitoli ("Difenditi dagli scippatori", "Occhio ai borseggiatori", "Truffe: non cadere nel tranello", "All’ufficio postale o in banca", "Per strada di sera", "Proteggi la tua casa", "Stanno suonando il campanello") contengono consigli che per lo più appaiono ovvi, ma che evidentemente non lo sono per tutti, visto quello che si legge nelle cronache cittadine dei giornali o si vede in trasmissioni televisive come "Mi manda Rai 3": evitare i luoghi bui e isolati, far accreditare in banca la pensione anziché andare a riscuoterla di persona, evitare di reagire alle aggressioni...; fino a vere e proprie indicazione strategiche: "Porta a tracolla la borsa, non tenerci dentro tutti gli oggetti di valore, conserva addosso soldi e documenti in tasche separate. (...) Tieni i valori sempre dal lato interno del marciapiede, possibilmente dalla parte del muro, camminando in senso opposto a quello di circolazione delle auto, in modo da poter vedere i veicoli che giungono di fronte".
Tutti consigli utili e sacrosanti, che però, così concentrati, comportano un rischio inevitabile: quello di lasciare, al termine della lettura, un senso di allarme, con quei continui - anche se, ripetiamo, sacrosanti - "non ti fidare".
"Non vogliamo creare allarmismi - rassicura Claudio Luchini, segretario dei pensionati UIL - né tanto meno indurre l’idea che il cittadino debba difendersi da solo. Ma è un fatto che oggi, purtroppo, non c’è più la coesione sociale e la solidarietà di un tempo e dunque è bene che le nostre abitudini si adeguino ai tempi mutati. Nei paesi, ad esempio, soprattutto gli anziani conservano certe abitudini, come quella di lasciare sempre aperta la porta di casa, che oggi sono sconsigliabili..."