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QT n. 4, 20 febbraio 1999 Servizi

Preghiere, corsi di musica e solidarietà

Breve panoramica sul mondo delle associazioni giovanili. Le (tante) cattoliche e le (poche) laiche.

Tra le realtà aggregative giovanili a Trento e dintorni, l’indubbia prevalenza è di quelle a formazione cattolica: dotate quasi sempre di notevoli risorse umane su cui investire, di strutture proprie in cui svolgere le attività in completa autonomia, pur subendo un certo calo di affluenza, costituiscono ancora una realtà formativa decisamente forte.

Vediamo da vicino uno dei maggiori oratori del centro città, quello del Duomo. Qui i ragazzi delle scuole superiori che, una volta ricevuta la Cresima, vogliono continuare l’esperienza formativa cattolica si riuniscono insieme settimanalmente, in gruppi gestiti da animatori di età generalmente compresa tra i 20 ed i 25 anni, quasi sempre studenti universitari anch’essi ex-oratoriani.

Gli incontri, che coinvolgono attualmente circa cinquanta ragazzi divisi per gruppi a seconda della fascia d’età, si basano sulla discussione collettiva di un tema scelto di volta in volta dagli animatori o dai partecipanti, e si concludono con un momento di preghiera. Accanto a questa attività, detta "formativa", che si svolge da ottobre a giugno, c’è la settimana di campeggio estivo e varie iniziative di tipo ricreativo e sportivo: feste, sfilate di carnevale e tornei, che spesso coinvolgono anche ragazzi appartenenti ad altre parrocchie.

Al parroco del Duomo, don Cornelio, chiediamo se anche l’attività dell’oratorio ha risentito di una certa più generale crisi d’affluenze e di consensi.

"Effettivamente - ci risponde - da dieci anni a questa parte abbiamo registrato un calo numerico dei ragazzi che, terminata la catechesi, continuano le attività in oratorio. Spesso quelli che proseguono con una certa costanza hanno già alle spalle una famiglia attiva in parrocchia, che collabora ad altre iniziative ed è molto presente."

Accanto agli oratori, l’ombra lunga di Comunione e Liberazione ha generato due gruppi giovanili a Trento: i "Giovani Laste" e "Gioventù Studentesca", in sigla G.S.

Il primo è un movimento che nasce nel 1993, staccandosi da CL su iniziativa del prete siciliano padre Antonio Sicari, allo scopo - ci dice Marco, uno dei responsabili del gruppo culturale - di "approfondire il carisma carmelitano e la venerazione a Maria". I "Giovani Laste" fanno infatti parte del M.E.C., il movimento ecclesiale carmelitano e si riuniscono proprio presso la casa dei padri carmelitani. Sotto il profilo organizzativo si strutturano in modo molto simile a CL: adulti, bambini, studenti delle medie inferiori e superiori - in tutto circa 300/400 persone - hanno ciascuno un proprio gruppo; quello degli studenti delle superiori coinvolge una ventina di ragazzi che si riunisce una volta alla settimana: pranzano insieme, hanno un momento di studio comune e, al termine, un momento di preghiera, ed infine la Messa ogni due settimane. Inoltre il sabato pomeriggio, si tiene l’attività della cosiddetta "caritativa", che consiste nel recarsi a fare visita agli anziani della casa di riposo di Villazzano.

A Marco chiediamo se, vista le radici in Comunione e Liberazione, "Giovani Laste" ha una connotazione politica come movimento o ha mai preso una posizione di tipo politico.

"Come cattolici - ci viene risposto - è chiaro che ci riconosciamo più in certe posizioni che in altre, ma non abbiamo una connotazione politica precisa."

E le autogestioni studentesche del novembre ’98? Non avete distribuito un volantino politico in quel periodo?

"Sì, allora abbiamo ritenuto di dover prendere una posizione, non tanto contro l’autogestione in sé, ma per il fatto che con essa si voleva esprimere anche il rifiuto al finanziamento alle scuole private, mentre noi siamo favorevoli alla parità."

Esperienza simile a "Giovani Laste" fondata nel 1954 a Milano da don Giussani, insegnante alle superiori e docente di teologia, G.S.coinvolge a Trento una trentina di studenti delle superiori che si incontrano anch’essi settimanalmente per il pranzo in comune e la riflessione sul Vangelo e sull’esperienza del proprio fondatore.

Questi movimenti vengono guidati da tre insegnanti delle scuole superiori, due di italiano e due di religione.

La sede di G.S. è in via Madruzzo 16, ed è la stessa di CL, di cui GS può essere considerata una sorta di "sezione giovanile".

Chiediamo a Valentina, 17 anni, come è entrata a far parte del movimento: "Ho conosciuto G.S. - ci dice - perché i miei genitori fanno parte del gruppo adulti; frequento il gruppo da quando avevo 14 anni. All’interno ci sono sia ragazzi che conoscono il movimento grazie alle loro famiglie, sia ragazzi che vengono invitati da noi."

E il rapporto del vostro gruppo con il mondo politico qual è?

"Ci riconosciamo in un’area valoriale cattolica, ma noi siamo ragazzi, non possiamo capire granché di come funziona la politica, quindi non ce ne interessiamo. Noi siamo alla ricerca della felicità ed abbiamo capito di poterla trovare solo col percorso formativo nel movimento."

Oltre alla radicata presenza cattolica ed alla preponderanza di realtà di matrice religiosa, dall’oratorio al piccolo gruppo di preghiera, l’aggregazione giovanile trentina presenta anche alcune interessanti, seppur sparute, esperienze laiche.

Il "Progetto Telemaco" nasce dalla volontà del dott. Bincoletto, neuropsichiatra infantile, e si sviluppa a partire dal 1994 in quattro comuni della Piana Rotaliana: San Michele, Roveré della Luna, Mezzocorona e Mezzolombardo. L’idea di fondo è quella di mettere in piedi un progetto di prevenzione e di costituire un’alternativa laica alle realtà adolescenziali di disagio o, più semplicemente, di solitudine per ragazzi di età comprese tra i 10 ed i 17 anni.

Si entra a far parte di "Telemaco" con una tessera associativa di 5.000 lire annue, che permette di accedere a numerosi servizi: corsi musicali per apprendere i rudimenti di basso, chitarra, tastiere e batteria, attività sportive e ricreative, brevi gite e, nel periodo estivo, concerti all’aperto tenuti dai ragazzi.

L’intensa attività è gestita da 10 operatori, abilitati al lavoro in seguito ad un corso trimestrale di studio delle fasi comportamentali adolescenziali. Gli operatori sono presenti a fasce orarie differenziate, su tutti e quattro i comuni in cui il progetto è attivo, lavorano in strutture comunali e percepiscono uno stipendio erogato dal Comprensorio Valle dell’Adige.

"Telemaco" conta attualmente circa 300 ragazzi iscritti e prosegue la propria attività, rivelatasi finora una felice esperienza di aggregazione laica, in grado di creare socialità, convertendo solitudini adolescenziali in percorsi di confronto e crescita in comune.

Altra realtà laica ancora giovane è quella dell’Unione degli Studenti, affacciatasi all’orizzonte, nazionale e trentino, quattro anni fa, autodefinendosi "associazione studentesca a carattere sindacale". All’UdS si aderisce con una tessera annuale ad offerta libera; l’attività dell’associazione si propone di essere politica e vertenziale: rivendicazioni portanti del giovane sindacato sono state finora avanzate sul trasporto pubblico, sulle mense scolastiche, sul comodato d’uso dei libri di testo e contro il finanziamento pubblico alle scuole private. Al progetto politico si accompagna poi l’attività più strettamente sindacale, volta a tutelare il rispetto dei diritti del singolo studente laddove si verifichino scorrettezze e comportamenti illegittimi da parte di insegnanti e presidi.

L’Uds non ha ancora ottenuto una propria sede, e si appoggia nella propria attività alla CGIL, pur essendo tuttora in trattativa con l’amministrazione comunale per ottenere uno spazio utilizzabile, non soltanto per se stessa, ma per tutte le realtà aggregative studentesche ed anche per i singoli studenti. "Questo spazio - ci dicono all’Uds - fornirebbe la possibilità effettiva di fare socialità, costruire conoscenza e scambio interscolastico e tradurre in pratica progetti e idee giovanili, troppo spesso scoraggiati proprio dalla mancanza di luoghi aggregativi in cui poterli realizzare, magari in piena autonomia da famiglia, scuola ed oratorio."

Aproposito di realtà giovanili in crescita nel settore laico, presentiamo ora l’ultima creatura dell’A.R.C.I. provinciale: il centro "Città futura". Il progetto nasce da un’idea del presidente dell’ARCI, il vulcanico Ugo Winkler, basata sulla prosecuzione della collaborazione con l’associazione da parte di obiettori ed ex–obiettori rimasti attivi.

Dopo le inevitabili trafile alla ricerca di spazi e finanziamenti, nell’ottobre ’98 si giunge all’inaugurazione del nuovo centro, situato nella zona industriale a nord della città, alle porte di Gardolo. A causa della scadenza di alcuni permessi provvisori, il centro chiude temporaneamente il 21 novembre, per poi riaprire di recente con la festa di carnevale del 16 febbraio ’99. La sfida del nuovo centro ARCI "Città Futura" è ambiziosa: quella di dare continuità in modo trasparente e democratico ad un progetto interamente gestito da forze giovani; la base organizzativa è infatti costituita da un consiglio direttivo di otto persone, con carica annuale, tra le quali il presidente, il vicepresidente ed un segretario, tutti di età compresa tra i 20 ed i 26 anni.

"Il progetto risponde ad una naturale esigenza di fare società e cultura - ci dice il vicepresidente Franco Ianeselli - cercando però di creare forme di aggregazione secondo una logica nuova, lontana dalla diffusa idolatria dei consumi: il centro infatti ha sede in un capannone, un ex-magazzino piuttosto scarno ed essenziale, senz’altro non rispondente agli standard estetici solitamente posti come condizione necessaria per la riuscita di un locale.

Eppure i risultati nei primi due mesi di attività svolta sono sorprendenti: 500 tesserati ed un’affluenza media di 100-200 persone a sera; segno della nostra rispondenza ad esigenze effettive e pressanti. Del resto il nostro è un progetto politico ampio: quello di essere associazione e corpo democratico in grado di aggregare, costruire iniziative di cultura e solidarietà, sempre però con l’idea del decidere insieme ciò che vogliamo fare e quale percorso vogliamo costruire."

Proprio con la scommessa di "Città Futura" concludiamo la nostra panoramica sulle realtà aggregative giovanili, con la speranza che quelle oggi in crescita possano trovare spazi, tempi e modi per proseguire i propri percorsi. Riuscendo magari a riconnettere il tessuto associativo laico, ultimamente un po’ logoro ed affaticato, anche per l’attuale - si spera transitorio - appannamento dell’etica laica, spesso soppiantata dai miti del successo e del potere.