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Il futuro: associazioni più trasparenti?

Luca Petermaier

L'universo delle associazioni sta per essere parzialmente ridisegnato da una nuova legge in fase di approvazione. Si tratta del Decreto 460/98, che nel giro di un mese dovrebbe diventare legge dello Stato ed essere quindi recepito dalla Provincia.

Di che cosa si tratta? Gli obiettivi sono sostanzialmente due. Da una parte si mira a correggere gli squilibri democratici all’interno delle associazioni, che spesso assomigliano ad autentici giocattolini sempre nelle stesse mani.

Dall’altra vengono posti dei vincoli statutari per tentare di frenare la dilagante tendenza ad istituire associazioni per finalità esclusivamente fiscali.

Democrazia interna: la legge, promossa e voluta con forza da associazioni storiche, come l’Arci e le Acli, prevede che ogni anno vengano rieletti dall’assemblea dei soci gli organi dirigenti. In particolare, ogni associazione legalmente riconosciuta ha l’obbligo di dotarsi di un organismo direttivo formato da cinque persone, tra cui un presidente e un vice. A fine anno l’organo direttivo si presenta all’assemblea dei soci per rendere conto dell’attività svolta. L’assemblea dei soci diviene quindi il centro decisionale supremo: il socio paga la tessera per partecipare all’attività dell’associazione, ma questa partecipazione deve poterlo rendere protagonista della vita associativa e non semplice spettatore esterno. I soci sono poi chiamati annualmente a rieleggere i componenti del consiglio direttivo, in modo da favorire il continuo ricircolo ai vertici dell’associazione.

Onestamente: in quanti dei circoli, Arci e non, esistenti a Trento (Binario, Arcipelago, Arcinilo, ecc.) questo accade?

Vincoli Statutari: l’obiettivo è quello di disincentivare l’istituzione di associazioni a fini puramente fiscali, quelle, per intenderci, in cui si pagano meno tasse e si hanno meno controlli, ma si svolge in realtà la stessa attività di un comune bar o pub. Quindi: obbligo di redigere il bilancio dell’attività a fine anno e di sottoporlo all’approvazione dell’assemblea dei soci.

Nessuna possibilità di deroga sulle tessere, vale a dire: basta con tesseramenti provvisori, cioè per una singola serata e poi chi s’è visto s’è visto; e basta soprattutto con feste ed iniziative organizzate e sponsorizzate a nome dell’associazione, ma aperte a tutti indistintamente, soci e non.

Obbligo dell’istituzione dei Revisori dei Conti, che controllano la corrispondenza del bilancio alle spese effettivamente sostenute, e del Consiglio dei Probiviri, a cui è demandato l’esame e l’eventuale risoluzione delle controversie interne.

L’associazionismo diventa infine, secondo la lettera della legge, attività di "promozione sociale". Le finalità e le attività svolte, quindi, devono rispondere allo spirito della norma.

Nel panorama delle associazioni giovanili si è da poco inserita anche una legge del ministro Livia Turco, approvata nel 1998, ma non ancora recepita in Provincia: la cosiddetta Legge quadro sui giovani.

Il provvedimento, tra le altre cose, istituisce a livello locale un Forum di giovani, che comprende i rappresentanti di ogni associazione riconosciuta, delle aggregazioni spontanee (quindi non riconosciute) e delle associazioni giovanili dei partiti.

Il Forum dovrebbe essere (il condizionale è d’obbligo) una sorta di organo consultivo-propositivo dei rappresentanti delle associazioni giovanili nei confronti dell’amministrazione comunale, capace di dialogare con essa, partecipando alle scelte che riguardano la politica giovanile e dando un impulso in questo senso all’amministrazione.

Il rischio più evidente è che, all’interno di un simile calderone (che comprenderebbe necessariamente ragazzi provenienti da esperienze molto diverse tra loro e dunque con punti di vista magari inconciliabili), si creino fazioni e rivalità che, più che rafforzare la voce dei ragazzi nei processi decisionali, la indeboliscano, svuotandola di autorevolezza. La buona riuscita del progetto dipenderà proprio dalla capacità di chi ne sarà protagonista di mettere da parte i personalismi. Un bel banco di prova. Speriamo che il Forum non nasca già morto: sarebbe un’occasione perduta.