Veleni sotto la Valdastico-sud
Le opere fin qui realizzate sono oggetto di un’inchiesta della Procura Antimafia di Venezia. Si porterebbero gli stessi metodi di lavoro anche in Trentino?
Il 2 settembre Il Giornale di Vicenza ha pubblicato gli esiti di un suo “esperimento”: mandare due automobili a verificare i tempi di percorrenza Vicenza-Rovigo. Una sulla nuova Valdastico-sud, inaugurata due giorni prima, e l’altra lungo “la classica Vicenza-Padova-Rovigo” (A4 + A13).
Le due auto si incontrano al casello di Rovigo sud dell’A13: quella che ha percorso la nuova Valdastico-sud - costata 1 miliardo e 245 milioni - arriva in pole position... ma solo 6 minuti prima dell’altra. un miliardo e 245 milioni per far risparmiare 6 minuti sul percorso che c’era già !
Con una aggravante: che sotto il tracciato della Valdastico-sud, c’è qualcosa che non dovrebbe esserci. Un cane è morto per aver bevuto acqua corrente lungo il tracciato autostradale e Medicina Democratica lo ha fatto analizzare per scoprire che è morto avvelenato. Anche i comitati che “vigilavano” intorno al cantiere avevano notato strane cose: camion targati Crotone che arrivavano di notte e scaricavano robaccia nera e puzzolente.
Ne nasce un esposto alla Magistratura e parte una inchiesta della Procura Antimafia di Venezia: più di una ventina gli indagati, molti gli eccellenti: l’ex presidente della Serenissima (ed ex presidente leghista della provincia di Vicenza) Attilio Schneck, rappresentanti di società coinvolte nei lavori (fra cui Luigi Persegato, cognato dell’ex presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan), il titolare delle note acciaierie vicentine Beltrame, ecc...
Sappiamo qualcosa di questa inchiesta perché la PM Rita Ugolini, il 16 febbraio 2015, ha partecipato ad una audizione presso la “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti”, il cui resoconto è liberamente disponibile in internet. La PM racconta alla Commissione del “lavoro molto lungo e laborioso” dei carotaggi effettuati lungo l’autostrada, e il fatto che “in alcuni casi i carotaggi hanno evidenziato il superamento di limiti proprio dai test di cessione, che quindi sono stati ripetuti e hanno evidenziato delle anomalie”.
La sostanza più pericolosa rilevata è il cromo esavalente, un pericoloso cancerogeno. I materiali che dovrebbero venir utilizzati come base sotto il manto stradale sono tutti documentati: dovrebbero essere stati adeguatamente “trattati”, con provenienze certificate, ma i conti non tornano. “Ovviamente - dichiara in commissione la PM - se il cumulo X era all’origine materia prima secondaria, il committente lo ha analizzato e il risultato era buono, confortevole, e poi è stato trovato altro, il nostro problema è capire cosa sia successo. Ci sono sicuramente dei problemi nei trasporti... i controlli su strada avvengono, ma non si può controllare ogni camion che passa. Sicuramente, qualcosa è cambiato”.
La testimonianza della PM Ugolini può essere utilmente integrata con un’altra testimonianza alla stessa Commissione parlamentare tenuta il 28 ottobre 2014 da Daniele Zovi, comandante regionale veneto del Corpo forestale dello Stato, che dichiara: “Ho registrato, sostanzialmente, due tipi di illeciti molto frequenti. Uno è quello di smaltire i rifiuti pericolosi mescolandoli a terre o a residui di lavorazione dell’attività di cava... Tutto questo materiale è stato molto appetito e utilizzato nei terrapieni, soprattutto per la viabilità. Sto pensando alla Valdastico sud, a degli svincoli di Padova, dove abbiamo posto sotto sequestro un’area ora risanata - in quel caso, siamo arrivati anche ad una sentenza finale...”, ed esprime “forte preoccupazione a quello che ci aspetta con la Pedemontana”.
Infine l’evidentemente onesto servitore dello Stato, conclude - titubante - con delle considerazioni preoccupanti: “Non so se posso esprimermi molto schiettamente, ma non ritengo che i sistemi attuali di controllo siano sufficienti... il quadro normativo c’è e funziona, i sistemi di controllo no”.
Lo scenario che ne esce fa venire in mente i meccanismi descritti da Saviano per la Terra dei Fuochi nel suo celebre “Gomorra”.
E tremano i polsi: evidentemente importare anche in Trentino la Valdastico, che verrebbe fatta dalla stessa società Serenissima, comporta il rischio di importare anche simili metodi.