Dove vanno i giovani trentini?
Dopo trent’anni un nostro sondaggio tra gli studenti di 14 scuole della provincia: quali sono i loro valori, le abitudini, le opinioni, i consumi culturali. E le differenze da quelli dei loro padri.
Amore, famiglia, amicizia: questi i valori più importanti per i giovani di 30 anni fa. E questi sono rimasti. Con un deciso mutamento (vedi tab 1 e 2): la famiglia sorpassa l’amore. Uno su quattro, il 25% dei giovani dell’84 indicavano l’amore come valore da porre al primo posto, e il 17% la famiglia; oggi è solo il 15,9% a mettere sopra tutto l’amore, e invece il 50,5% a mettere la famiglia. Non solo: a indicare l’amore, se non al primo, ai primi posti era il 64,9% dei giovani di allora, oggi il 56%; mentre la famiglia passa dal 49,7% a un trionfale 80,7%, trenta punti in più.
2013 | 1984 | |
---|---|---|
La famiglia | 50.48 | 17.0 |
L'amore | 15.87 | 25.2 |
L'amicizia | 13.00 | 14.4 |
La libertà d'opinione | 6.69 | 4.6 |
L'autorealizzazione personale | 4.78 | 7.1 |
L'eguaglianza sociale | 4.21 | 6.9 |
Una vita confortevole | 1.53 | 4.8 |
La libertà di comportamento | 1.15 | 0.5 |
Altro | 1.15 | - |
La religione | 0.76 | 3.4 |
La solidarietà | 0.19 | 3.2 |
L'ordine sociale | 0.19 | 5.5 |
2013 | 1984 | |
---|---|---|
L'amore | 54.1 | 64.9 |
L'amicizia | 68.3 | 62.0 |
La famiglia | 80.7 | 49.7 |
L’autorealizzazione personale | 16.3 | 39.2 |
La libertà di opinione | 30.4 | 30.1 |
Una vita confortevole | 9.6 | 29.2 |
L’eguaglianza sociale | 16.3 | 27.8 |
La religione | 3.8 | 12.1 |
La solidarietà | 6.5 | 21.6 |
L’ordine sociale | 2.5 | 21.2 |
La libertà di comportamento | 8.6 | 17.5 |
Cosa è cambiato? C’è meno individualismo? O forse oggi la famiglia, proprio perché più fragile, viene percepita dai giovani come un valore da tenere da conto?
Forse un aiuto a capire ci può venire se consideriamo il background sociale di provenienza dei giovani (vedi tab. 3): nell’84 ricchi e poveri mettevano in quasi ugual misura la famiglia al primo posto (quasi però, il 15,9% dei ricchi, il 17,2 del ceto medio, il 17,9 dei meno agiati); oggi invece tutti hanno aumentato la considerazione per la famiglia, ma le differenze sono di molto aumentate, è il 37,8% dei ricchi a valorizzare la famiglia, il 50,5 del ceto medio, addirittura il 58,7 dei ceti popolari. Sembra che, meno solida è la posizione sociale, più forte è l’attaccamento a un’istituzione come la famiglia, che può dare aiuto e sicurezza. E così l’amore, forse perché è un sentimento che lega le persone, è più apprezzato mano mano che si scende la scala sociale (13,5 - 14,3 - 17,5); mentre i ricchi si rivolgono a valori magari nobili ma più schiettamente individuali: la libertà d’opinione (10,8%, il doppio dei poveri, cosa che non succedeva nell’84) l’autorealizzazione personale (6,3% anche qui quasi il doppio) una vita agiata, viva la sincerità (4,5 contro lo 0,5 del ceto medio e uno zero tondo del ceto povero). In compenso i ricchi hanno più a cuore dei poveri l’uguaglianza sociale (7,2% contro il 5,1 e addirittura l’1,4): snobismo, filantropia? Vogliamo pensare di no, che sia consapevolezza che in una società equilibrata si vive tutti meglio.
Basso | Medio | Alto | |
---|---|---|---|
La famiglia | 58.7 | 50.5 | 37.8 |
L'amore | 17.5 | 14.3 | 13.5 |
L'amicizia | 10.2 | 13.8 | 17.1 |
La libertà d'opinione | 5.3 | 6.1 | 10.8 |
L'autorealizzazione personale | 3.9 | 5.1 | 6.3 |
L'eguaglianza sociale | 1.5 | 5.1 | 7.2 |
Una vita confortevole | 0.0 | 0.5 | 4.5 |
La libertà di comportamento | 5.3 | 6.1 | 10.8 |
Altro | 3.5 | 3.5 | 2.5 |
La religione | 0.5 | 1.5 | 0.0 |
La solidarietà | 0.5 | 0.0 | 0.0 |
L'ordine sociale | 0.0 | 0.5 | 0.0 |
La seconda domanda (Quali sono le caratteristiche più importanti in una persona?) registra anch’essa qualche sorpresa (Tab 4). L’onestà è sempre al primo posto (e tiriamo tutti un sospiro di sollievo) e di molto; le virtù ancelle però non sono più - nell’ordine - collaborazione, intelligenza, altruismo, c’è la buona educazione che risale dal quinto posto, scalza la collaborazione e va a insediarsi al secondo. È una dote più apprezzata dai ricchi e dalle ragazze, ma di poco, in realtà tutti, cittadini e valligiani, italiani e immigrati, liceali e professionali, sembrano apprezzare le buone maniere, il vivere civile, più di quanto facessero trent’anni fa i loro genitori: evidentemente è una nuova esigenza, una richiesta che sale dalla società.
2013 | 1984 | |
---|---|---|
L'onestà | 61.57 | 41.3 |
La buona educazione | 11.66 | 5.5 |
L'intelligenza | 9.18 | 14.8 |
L'altruismo | 7.27 | 9.4 |
L'istruzione | 1.72 | 5.3 |
L'onore | 1.72 | - |
L'indipendenza personale | 1.53 | 6.6 |
Il senso del dovere | 1.53 | 2.1 |
La partecipazione sociale | 1.34 | 8.0 |
Altro | 0.96 | - |
La collaborazione | 0.76 | 4.6 |
L'ambizione | 0.76 | 2.5 |
Molto grave | Grave | Non grave | |
---|---|---|---|
La disoccupazione | 63.5 | 35.2 | 1.3 |
64.9 | 33.6 | 0.4 | |
La mancanza di lavoro per i giovani | 73.4 | 25.9 | 0.8 |
60.8 | 37.0 | 1.1 | |
Violenza e mancanza di sicurezza | 49.9 | 42.7 | 7.2 |
59.9 | 35.7 | 2.6 | |
La discriminazione sessuale | 35.2 | 47.3 | 17.0 |
(nell'84 “La differenza tra i sessi”) | 4.1 | 34.2 | 60.6 |
La perdita della Fede | 6.6 | 25.5 | 67.9 |
19.4 | 47.1 | 32.2 | |
La droga | 32.0 | 52.6 | 15.5 |
71.9 | 24.0 | 2.8 | |
Le disuguaglianze economiche | 25.0 | 58.2 | 15.9 |
23.5 | 59.5 | 15.9 | |
Le tensioni internazionali | 24.0 | 52.4 | 22.9 |
(nell'84 “Il riarmo”) | 73.0 | 22.0 | 3.7 |
La crisi energetica (assente nel 2013) | 14.4 | 69.9 | 14.4 |
L'inquinamento e il deterioramento amb. | 48.2 | 45.0 | 5.9 |
(nell'84 “L'inquinamento”) | 47.5 | 46.2 | 5.2 |
L'immigrazione (assente nel 1983) | 21.9 | 35.0 | 42.3 |
La società, appunto: come viene valutata? Quali problemi sono ritenuti più acuti (tab 5)? Se su alcune questioni - violenza e sicurezza, disuguaglianze economiche, inquinamento - il giudizio dopo trent’anni è più o meno lo stesso, su altri è decisamente cambiato. La società è diversa, e i giovani la valutano con altri parametri. È (logicamente) più accentuata la preoccupazione per la mancanza di lavoro; ma d’altra parte si fanno largo nuove sensibilità, nuove istanze. Si sottolinea il problema della discriminazione sessuale (ritenuto “molto grave” dal 35% contro il 4% dei giovani dell’84, dei quali ben il 60% lo riteneva “non grave”, contro il 17% attuale). Non si ritiene più la droga un pericolo incombente (solo il 32% la ritiene “molto grave” contro il 72%); né le tensioni internazionali (solo per il 24% problema “molto grave” quando nell’84 si era al 73%, ma erano i tempi della guerra fredda e del riarmo missilistico); meno che mai è ritenuta infine un problema la perdita della fede (“non grave” per il 68% contro il 32%; e provocatoriamente alcuni - atei incalliti? - hanno inserito a fianco delle caselle prestampate “molto grave” “grave” “non grave” una ulteriore casella personalizzata, e contrassegnato quella). Abbiamo aggiunto un nuovo problema, sorto nel frattempo, l’immigrazione: non sembra turbare la serenità dei ragazzi, solo il 22% lo ritiene grave, contro un 42% - e nelle ragazze il 47 - per cui non è grave affatto.
Come vivono
L’associazionismo è ancora robusto tra i giovani trentini, sia pure con un certo calo: il 51,9% è iscritto a qualche associazione, contro un 57,9% di trent’anni fa. Più nelle valli (53%) che nelle città (48%), più al liceo (58%) che all’istituto tecnico (52%) o alle professionali (38%).
Le più gettonate, dal 50,9%, soprattutto tra i maschi, sono ancora le associazioni sportive, incrementate di nove punti rispetto all’84. Seguono, a una certa distanza (30,9%) le associazioni culturali-ricreative, ovviamente molto più frequentate tra i liceali, un po’ rifluite dall’84, quando erano al 34%. Registrano buoni risultati anche il volontariato assistenziale (16,2%) e le organizzazioni religiose, che con un 16,6%, più diffuse nelle valli e tra i liceali, perdono solo un punto rispetto a trent’anni orsono.
Se queste sono le dinamiche della vita associativa, interessanti sono anche, e forse più, le novità nella vita amicale dei giovani.
2013 | 1984 | |||
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Spesso | A volte | Mai | Mai | |
Come divertirsi | 71.02 | 27.26 | 1.73 | 8.5 |
Sport, musica e spettacolo | 59.20 | 38.14 | 2.66 | 13.9 |
Cosa è importante fare nella vita | 22.81 | 63.69 | 13.50 | 20.8 |
Difficoltà a trovare lavoro | 14.23 | 59.39 | 26.38 | 17.2 |
Problemi amorosi | 39.96 | 45.83 | 14.20 | 22.4 |
Rapporti con l'altro sesso | 38.26 | 49.43 | 12.31 | 26.9 |
Cosa fare dopo gli studi | 31.63 | 55.87 | 12.50 | 13.4 |
Le ingiustizie sociali | 12.69 | 51.14 | 35.98 | 32.3 |
La pace e la guerra | 6.44 | 40.34 | 53.22 | 30.0 |
La cronaca locale | 12.50 | 64.58 | 22.92 | 21.9 |
Le spese che fai, la moda, le novità hi-tech | 30.11 | 45.64 | 24.05 | 41.7 |
I problemi dell'Italia | 21.59 | 58.52 | 19.89 | 52.6 |
Questioni religiose | 4.93 | 28.27 | 66.79 | 55.2 |
La vita sociale in rete tua e dei tuoi amici | 25.57 | 49.81 | 24.62 | - |
Innanzitutto sugli argomenti di cui parlano tra loro (tab. 6). Parlano di più dei loro genitori: su come divertirsi, su sport musica e spettacoli; ma anche si parla di più d’amore (39,9 “spesso” contro 23,6) e di sesso (38,2 contro 22,6) e soprattutto lo fanno (nel senso che ne parlano) le ragazze (53% parlano spesso di problemi amorosi, contro il 27% dei più ritrosi maschietti; e 42% parlano di rapporti con l’altro sesso, contro il 35% dei ragazzi). E seppure - stranamente - si parla meno della difficoltà a trovare lavoro (il 26% non ne parla mai, contro il 17% di trent’anni fa) non si disdegnano questioni serie: dei “problemi dell’Italia” non parlava mai la maggioranza dei loro genitori (53%), dei ragazzi solo il 20%, mentre una percentuale maggiore (22%) ne parla spesso, e la maggioranza (58%) a volte.
2013 | 1984 | |||
---|---|---|---|---|
Spesso | A volte | Mai | Mai | |
Ascoltiamo musica o ascoltiamo la radio | 24.52 | 50.19 | 25.29 | 25.7 |
Parliamo del più e del meno | 64.56 | 31.42 | 4.02 | 35.8 |
Discutiamo di argomenti seri | 23.38 | 63.69 | 12.93 | non presente |
Assistiamo a manifestazioni sportive | 12.55 | 40.49 | 46.96 | 40.8 |
Andiamo al bar | 40.68 | 44.49 | 14.83 | 45.8 |
Facciamo gite | 9.52 | 58.67 | 31.81 | 48.9 |
Andiamo al cinema | 10.27 | 63.12 | 26.43 | 49.8 |
Guardiamo la TV e/o guardiamo film in streaming | 26.05 | 53.61 | 20.15 | 51.4 |
Andiamo a ballare | 17.68 | 40.49 | 41.83 | 59.9 |
Facciamo attività sportiva, a livello amatoriale o agonistico | 31.24 | 29.90 | 38.86 | non presente |
Facciamo piccoli lavori e/o attività di volontariato | 6.48 | 20.76 | 72.76 | 66.7 |
Studiamo | 10.65 | 53.23 | 36.12 | 73.6 |
Partecipiamo a riunioni | 1.90 | 18.48 | 79.62 | 75.7 |
Facciamo della musica | 7.60 | 15.21 | 77.19 | 86.3 |
Leggiamo e/o discutiamo di libri, fumetti, riviste | 3.23 | 26.62 | 70.15 | 84.7 |
Facciamo attività online | 16.44 | 46.08 | 37.48 | |
Altro | 71.79 | 15.38 | 12.82 |
Sembra insomma un incremento di socialità. Che difatti si ripercuote anche nelle attività svolte in comune (Tab. 7). Infatti, se una percentuale pressoché identica (74-75%) con gli amici ascolta musica, si è di molto elevata (dal 64 al 96%) quella di chi passa il tempo a parlare del più e del meno (“cazzeggiare” in giovanilese); ma tutt’altro che trascurate sono le discussioni serie (in cui si impegna spesso il 23% e a volte il 64%). Anche se il profilo del giovane che va oltre il cazzeggio è quello da clichè: più cittadino che valligiano (29 contro 20%) più femmina che maschio (31 contro 16%) più liceale (28%) che tecnico (23%) o professionale (15%) diciottenne piuttosto che quindicenne (29 contro 19)%; ma poi c’è la sorpresa, immigrato (30%) contro italiano (23%).
Ma la socialità dei giovani si esprime anche in altri campi. Vanno molto di più al bar, 85% oggi, 54% nell’84, quando non c’erano ancora gli happy hour; ma le montagne sono rimaste uguali, eppure le gite sono aumentate da 51% a 68%, il cinema e la Tv in compagnia, le uscite a ballare (soprattutto le ragazze, come ben noto), lo studio in comune, la musica suonata, le discussioni sui libri. Insomma, assieme si fanno molte più cose.
Tentiamo ora di gettare uno sguardo sui consumi culturali dei giovani. Cercheremo di capire quanti e quali film guardano, per quali motivi accendono la televisione tv e quanti libri leggono, rapportando quando possibile i dati rilevati con la precedente ricerca.
Film
% | |
---|---|
Nessuno | 2.65 |
Da 1 a 4 | 47.26 |
Da 5 a 10 | 32.14 |
Oltre 10 | 18 |
% | |
---|---|
7 o più | 9% |
da 4 a 6 | 23% |
da 1 a 3 | 43% |
nessuno | 23% |
Gli studenti, in maggioranza (vedi tab. 8), guardano da 1 a 4 film al mese. È interessante notare come nel 1984 (tab. 9) i giovani guardassero molti meno film (la maggior parte dichiarava di guardarne non più di tre in un arco temporale di tre mesi). Ciò è sicuramente dovuto all’attuale maggiore accessibilità, che rende i film facilmente reperibili e non è più legata esclusivamente ai cinema o alle proposte di pochi canali televisivi.
Maschi | Femmine | |
---|---|---|
Sono appassionato di generi specifici | 48 | 34,5 |
Decido con gli amici | 53,1 | 60 |
Sulla base delle critiche che leggo | 21,4 | 24,8 |
Sulla base degli interpreti o dei registi | 24 | 34,1 |
Guardo quelli in voga al momento | 25,4 | 30,6 |
Guardo quello che c'è in tv | 43,1 | 48 |
Le differenze tra studenti e studentesse sono presenti: i maschi cinefili sono quasi il doppio delle femmine (il 22% guarda oltre 10 film al mese, contro il 13% delle femmine) e diversi sono i criteri per la scelta dei film da guardare. Le studentesse mostrano di essere meno legate ad un genere specifico, come mostrato in tab. 10, e di dare una rilevanza maggiore alle recensioni e al regista, e si orientano, più spesso degli studenti maschi, anche grazie all’opinione delle amiche o amici.
1984 | 2013 | |
---|---|---|
Perché sono interessato a un certo genere di film | 45,3 | 41,3 |
per passar piacevolmente qualche ora | 18,9 | |
È un modo per stare con gli amici | 16,6 | 56,5 |
Ho letto critiche favorevoli | 7,6 | 23 |
Lavorano i miei attori o registi preferiti | 3,8 | 29 |
Non ho meglio da fare | 2 | |
Perché tutti ne parlano | 1,8 | 28 |
In tv | 45,7 |
Sono appassionato di generi specifici | Decido con gli amici | Sulla base delle critiche che leggo | Sulla base degli interpreti o dei registi | Guardo quelli in voga al momento | Guardo quello che c'è in tv | |
---|---|---|---|---|---|---|
seconda | 42,4 | 58,8 | 20,9 | 24,4 | 30,9 | 44,0 |
quinta | 40 | 53,2 | 26,1 | 35,3 | 23,8 | 48,1 |
Liceo | 38,5 | 58,6 | 26,4 | 29,7 | 26,37 | 44,68 |
Ist. Tecnico | 43 | 61,9 | 20,3 | 26 | 34,95 | 43,90 |
Ist. Prof | 45 | 47,5 | 18,8 | 30 | 24,81 | 49,62 |
Mai | ||
---|---|---|
Drammatici | Liceo | 29.5 |
Ist. Tecnico | 44.2 | |
Ist. Professionale | 47.3 | |
Cinepanettoni | Liceo | 59 |
Ist. Tecnico | 46.3 | |
Ist. Professionale | 55.6 | |
Ambientazione storica | Liceo | 31.8 |
Ist. Tecnico | 46.7 | |
Ist. Professionale | 37.4 | |
Erotici | Liceo | 68.0 |
Ist. Tecnico | 70.7 | |
Ist. Professionale | 50.4 |
Nessuno | Da 1 a 4 | Da 5 a 10 | Oltre 10 | |
---|---|---|---|---|
Liceo | 2.56 | 46.89 | 33.33 | 17.22 |
Ist. Tecnico | 2.44 | 47.15 | 34.96 | 15.45 |
Ist. Professionale | 3.01 | 48.12 | 27.07 | 21.80 |
Sia come sia, tra i rampanti giovani del 1984 e quelli attuali, c’è una bella differenza. I nostri giovani sono sicuramente più informati, vista la diffusa consultazione di recensioni cinematografiche (23,6% contro 7,6%), e l’elevata percentuale di chi sceglie in base all’interprete o al regista (28,9%). Il nostro questionario degli anni ‘80 mostra come allora queste modalità di scelta venissero pressoché ignorate, probabilmente causa l’assenza, ai tempi, di siti internet pieni di punteggi, valutazioni, stelline e informazioni su ogni film. Il 28% infine dichiara brutalmente di scegliere un film quando tutti ne parlano, contro il risibile 1,8% del 1984. Insomma, più informati ma anche più modaioli nelle scelte.
Quanto abbiamo detto circa l’informazione aumenta con l’aumentare dell’età degli studenti. Crescendo negli anni, si tende ad abbandonare la dedizione ad un unico genere. Gli studenti di seconda infatti si informano meno, e sono più orientati a guardare “ciò di cui si parla”. Per quelli di quinta invece calano la scelta per genere e l’influenza che gli amici hanno sulla decisione, aumenta invece l’interesse per la critica (da 20% a 26%) e per gli interpreti (dal 24% al 35%). A scapito anche dei film scelti soltanto perché sono in voga (da 30% a 23%), il che ci suggerisce che con l’aumentare dell’informazione aumenti la consapevolezza.
La consultazione di recensioni e critiche è legata anche al tipo di scuola, con la prevalenza dei licei (26,3% sugli istituti tecnici (20,3%) e professionali (18,8) mentre le differenze si appiattiscono quando vediamo la considerazione di interpreti e registi. Infine, nessuna differenza saliente sulla quantità di film visti. La maggioranza in tutte e tre le scuole ne vede da 1 a 4 al mese.
Dopo questo primo quadro generale, passiamo ora alla scelta vera e propria, entrando nel merito di ciò che guardano e di ciò che preferiscono. I dati emersi sono, per molti versi, del tutto simili a quelli rilevati nel lontano ‘84. I film guardati molto spesso dal 45% degli studenti, il dato più alto, sono i comici (il dato di trent’anni fa era incredibilmente più alto, l’81%). Al secondo posto gialli e spionaggio, con il 38% (nell’84 la percentuale era del 65%, anche allora al secondo posto dopo i comici). I meno visti sono i musical, seguiti con costanza soltanto dall’8%, a confermare il dato del 1984 (più alto, 26%, ma comunque l’ultimo). Ma la scelta di determinati generi cinematografici varia da scuola a scuola. Al liceo si guardano più film drammatici e ad ambientazione storica, a discapito dei cinepanettoni, che registrano percentuali più basse.
Curioso anche il dato che riguarda i film erotici, che mostrerebbe come siano visti con più costanza dagli studenti degli istituti professionali, o come semplicemente questi ultimi lo ammettano con più facilità rispetto agli altri.
Insomma, una generazione che vive, se pure non uniformemente, in una dimensione molto socializzante, con un consumo culturale globalmente in crescita e in rapido cambiamento: questo il primo abbozzo del ritratto che stiamo tentando. Proseguiremo a luglio intervistando gli studenti che hanno partecipato alla nostra indagine; e a settembre, con la pubblicazione di altri dati, sull’utilizzo della televisione, dei giornali, e soprattutto di Internet e dei new media.
Per chi fosse interessato alle note metodologiche circa la conduzione della nostra ricerca, e maggiori dettagli sul campione utilizzato (14 scuole, 30 classi) può trovare le relative informazioni sul nostro sito.
I nuovi trentini
[p]Sono i nuovi trentini, i giovani immigrati, la novità più significativa tra i giovani d’oggi. Che valori, stili di vita, consumi culturali hanno? In cosa si differenziano dai loro coetanei italiani doc?Sono circa una quarantina i giovani nati all’estero che hanno partecipato al nostro sondaggio. Una quantità forse non sufficiente per dare alla nostra rilevazione carattere scientifico, ma comunque significativa, tale da poterci permettere dei discorsi sensati attorno alle loro risposte.
Il primo dato è quello relativo alla loro vita. Non hanno attività significativamente diverse da quelle dei coetanei: con gli amici vanno di meno al cinema (35% non ci va mai, contro il 26% degli italiani) ma vanno di più a ballare. La differenza sta nella vita associativa: solo il 22,5% di loro è iscritto a una qualche associazione, contro il 54%; e le uniche associazioni in cui raggiungono i trentini doc sono quelle religiose, evidentemente più accoglienti. Difatti parlano anche più di questioni religiose, solo il 47% non ne parla mai, venti punti meno degli italiani. Per il resto i loro interessi e anche i discorsi non si discostano da quelli degli altri ragazzi; trattano di più un argomento che evidentemente sta loro a cuore, le ingiustizie sociali, solo il 22% non ne parla mai, contro il 37% degli altri.
In conclusione, le differenze ci sono, come giusto. Ma l’integrazione pare tutt’altro che lontana.