Il ministro e lo spinello
E inoltre: i dati dell’inflazione, i nemici delle liberalizzazioni e le furbate delle compagnie telefoniche.
Il sig. D. L. di Lavis, ma non solo lui, ci chiede se deve ritenersi giusto e sensato il provvedimento adottato dal Tar del Lazio, in base al quale il decreto del ministro Livia Turco, che aveva portato ad un grammo la quantità di cannabis ammessa per uso personale, viene sospeso.
Non appare facile entrare nel merito del provvedimento che sospende il decreto Turco, con il quale il ministro della Salute innalzava da 500 a 1.000 milligrammi il quantitativo massimo di cannabis che può essere detenuto per uso esclusivamente personale, senza incorrere nella presunzione di spaccio e nei provvedimenti punitivi in base alla legge Fini-Giovanardi.
Se infatti, da un lato, l’obiettivo del decreto era quello di evitare l’incarcerazione di tanti giovani, colpevoli solo di farsi una canna (anche il Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienza ritiene che con la decisione del Tar centinaia di giovani rischiano sanzioni penali), da un altro lato - lo sostiene la comunità di recupero Exodus - il decreto Turco viene considerato diseducativo, “non efficace sul piano pratico, e assai poco utile alla battaglia sulla depenalizzazione“. Secondo poi i responsabili della comunità di San Patrignano il consumo di cannabis è ingiustificabile nel momento in cui tra i giovani aumenta ogni giorno l’uso di droghe.
Come associazione dei consumatori condividiamo l’opinione secondo la quale occorre che venga elaborata, in tempi brevi, una nuova legge alla quale collaborino, a fianco dei politici, coloro che con i tossicodipendenti, vecchi e nuovi, si confrontano ogni giorno. La nuova legge dovrà distinguere il consumo e l’abuso di sostanze dagli aspetti penali, elaborando anche un piano di prevenzione, di cura e di trattamento delle droghe.
Inflazione e panieri differenziati. M. V. di Trento ci chiede come si fa a parlare di frenata dell’inflazione quando continuano ad aumentare prezzi e tariffe a tutto campo. Un altro consumatore, M. M. di Cles, sempre sullo stesso argomento, vuole sapere cosa occorre fare per rendere i dati Istat più reali rispetto al carovita.
Secondo l’Istat a febbraio il carovita è stato in accelerazione, seppure lievemente: è aumentato dello 0,3% rispetto a gennaio e dell’1,8% rispetto allo stesso mese del 2006. Ad incidere sull’aumento dei prezzi sono stati i servizi, con le tariffe sui rifiuti solidi (+8,1% su anno) e ferroviarie +6,6%), le bevande alcoliche e i tabacchi (+ 4,6%), l’abitazione, l’acqua, l’elettricità e i combustibili (+ 4,1%), gli alimentari e le bevande analcoliche (+2,5%). Questi due ultimi capitoli hanno costituito il 45% dell’inflazione di febbraio.
Ad alzare il tasso di inflazione anche i rincari dei tabacchi. Si sono ridotti, invece, i prezzi dei servizi di telefonia (-0,6% su gennaio e -0,8% rispetto al 2006). C’è stato, invece, un rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi nel settore dei beni: un freno è arrivato ancora da quelli energetici, la cui flessione è cominciata a settembre 2006, e sul piano tendenziale dei prezzi dei beni alimentari, nonostante siano lievemente aumentati rispetto a gennaio scorso.
Prezzi in frenata nelle comunicazioni (-5%) e nei servizi sanitari e spese per la salute (-1,2%). Sensibilmente inferiore al tasso di inflazione è stata la variazione nei trasporti (+1%). Forte la flessione del prezzo della benzina verde, con diminuzioni sia rispetto a gennaio scorso (-1,2%), sia rispetto a febbraio 2006 (-5,9%).
Per quanto riguarda i prodotti energetici per uso domestico, sono rimasti stabili rispetto a gennaio i prezzi del gas (+ 5,5% la variazione negli ultimi 12 mesi), mentre per i combustibili liquidi c’è stata una diminuzione del prezzo dello 0,6% su base congiunturale e del 4,7% su quello tendenziale. Forte la crescita dei prezzi dei tabacchi (+2,7% rispetto a gennaio e +6% rispetto all’anno precedente).
Per quanto riguarda poi le richieste di modifica del paniere, secondo la Federconsumatori, occorre migliorare qualitativamente e quantitativamente i punti di rilevazione fatti sul territorio, per ridare loro la massima affidabilità; e definire panieri differenziati per tipologie di redditi, quali 10.000, 15.000 e 20.000 euro. Questo allo scopo di misurare l’inflazione reale di pensionati e lavoratori con un unico reddito, e privi dell’abitazione di proprietà.
Le lobby contro le liberalizzazioni. B. U. di Arco non riesce a capacitarsi del fatto che in Parlamento non tutti i politici siano d’accordo sulle liberalizzazioni proposte dal Governo a favore di tutti i consumatori e per lo sviluppo economico generale del Paese.
Secondo noi le lobby di potere, specie quelle più colpite dalle misure previste dal decreto Bersani, si stanno muovendo per uno slittamento dell’approvazione e quindi per la decadenza dei termini previsti per la conversione in legge. Facciamo quindi appello a tutti i parlamentari affinché si impegnino per l’approvazione del decreto nei tempi stabiliti.
E’ chiaro che la decadenza dei termini avrebbe il sapore della beffa per i consumatori, specie a seguito della politica dell’annuncio preventivo che in questi mesi ha riempito le pagine dei giornali con i vantaggi derivanti dalle nuove norme.
D’altronde non c’è da meravigliarsi se in Parlamento vi sia ostruzionismo da parte dei deputati facenti riferimento alle forze politiche che avevano costituito il precedente governo. Di fatto, questi, pur sollecitati moltissime volte a prendere in esame questioni che riguardavano i cittadini, al di là delle ideologie e dell’appartenenza politica, risposte a quegli obiettivi non sono state prese in considerazione.
Anzi i tre capisaldi della politica economica del precedente governo si sono fondati su vessazioni nei confronti dei cittadini per quanto riguarda:
- Assicurazioni: nonostante l’Italia abbia le tariffe più elevate d’Europa in ordine a RCAuto, il governo del tempo ha concesso il famigerato decreto “salvacompagnie”;
- Banche: alle vicende delle obbligazioni fasulle, quali bond argentini, Cirio e Parmalat il governo Berlusconi ha risposto con la cosiddetta legge sul risparmio, che è risultata di una pochezza esemplare;
- Commercio: non effettuando adeguati controlli, al momento dell’introduzione dell’euro, il governo del tempo ha permesso mano libera ai commercianti di mettere in campo manovre speculative per depredare le tasche dei consumatori.
Ricariche: attenzione alle furbate delle compagnie telefoniche! T. I. di Mattarello si lamenta del fatto che, per quanto riguarda il gestore di telefonia “3”, i costi di ricarica cancellati vengono tramutati non in traffico normale, bensì in altri servizi, oltretutto scelti dalla stessa “3”.
Da un altro utente, A. L. di Rovereto, abbiamo avuto la segnalazione, sempre a proposito della “3”, di un’offerta denominata “Zero 3”, con manifesti in base ai quali appaiono tre ragazze e, a caratteri cubitali, le caratteristiche della promozione secondo cui chi aderirà all’offerta spenderà 0 euro per il canone, 0 euro per chiamate e videochiamate e 0 euro per videofonino.
Con caratteri assai più piccoli e meno visibili, specialmente per chi osserva la pubblicità lungo le strade, magari transitando in automobile, vengono specificate le condizioni e i costi effettivi dell’offerta.
In seguito a tali segnalazioni, presenteremo un esposto all’Antitrust e al Giurì di autodisciplina pubblicitaria, chiedendo di verificare se la campagna pubblicitaria in questione possa risultare ingannevole per gli utenti e, in tal caso, disporre il ritiro immediato dei manifesti in tutto il Paese, informando anche la Procura della Repubblica