E’ una questione di poteri forti
Dopo l’aeroporto, anche su Val Jumela e PiRuBi, An si dissocia dall’ antiambientalismo del centrodestra. E attacca a fondo Dellai.
Il dibattito sulla PiRuBi ha investito anche la destra. Ne parliamo con Claudio Taverna, da sempre leader di An trentina.
Parto da una premessa generale. La storia del secolo che abbiamo abbandonato è stato caratterizzato dalla priorità alla promozione sociale, che ha portato a un diffuso benessere. Benessere ora da salvaguardare, ma insieme, non contro le persone. Per questo il secolo attuale sarà caratterizzato dalla difesa e qualità della vita.
Questo significa rifiutare sacrifici su ambiente e salute in nome dell’economia?
Certo. Questo significa sviluppo sostenibile. E venendo al Trentino, dobbiano accosentire al transito di persone e merci, ma rendendolo compatibile con la nostra qualità della vita.
In concreto?
Dobbiamo impedire che la valle dell’Adige si trasformi in una camera a gas: senza voler fare del terrorismo, i dati che abbiamo sono preoccupanti, con alti indici di tumori al polmone e fegato. Nè voglio che la mia città, Trento, si trasformi in un parcheggio di Tir.
Però nel dibattito in corso una tal preoccupazione, se non rimane una mera petizione di principio, viene bollata come un ostacolo alla modernizzazione.
Modernizzazione è un termine abusato e vaghissimo: per me significa modernizzazione delle menti e delle istituzioni. Le strade sono un problema secondario: e il punto vero nei trasporti è il tremendo ritardo accumulato sul fronte delle ferrovie.
Eppure questa verità è ora oscurata. Stando ai media il problema è una nuova autostrada...
C’è uno scenario generale preoccupante: abbiamo un solista, Dellai, che dà il via, e poi un’orchestra, un coro, che lo segue. Sarà un termine abusato, ma questo succede quando in campo ci sono i cosidetti poteri forti. E la vicenda dell’area Michelin, dell’intreccio tra Dellai e gli affari, è sintomatica della situazione.
Quindi lei non attribuisce questa posizione a ritardi culturali, ma a specifici interessi.
Certo. Ed è una politica dell’interesse immediato, della speculazione a breve. Non è un caso che la vicenda della Val Jumela si accosti a quella della PiRuBi: è l’altra faccia della stessa medaglia. Si sovvenziona il turismo della domenica, che spende solo in impianti e necessita di grandi strade. E’ il turismo che dura poco, che porta solo svantaggi ai residenti. E poichè in Austria e Svizzera invece si pratica una politica opposta, mi chiedo se invece noi non siamo guidati da chi si cerca il consenso sul momento, anno per anno.
Insomma, una convergenza tra una politica di brevissimo respiro, e un’industria sovvenzionata?
La parte egemone dell’industria è stata quella edilizia, impiantistica, dove nei periodi congiunturalmente favorevoli c’è un’altissima resa del capitale. A corollario vengono le banche, che vedono in questo tipo di intrapresa un facile rientro dei propri affidi.
Eppure i media sono a favore della PiRuBi e contro la Jumela.
Entra in gioco anche una certa superficialità (ci si rifà ai concetti storici sull’importanza delle strade), i piccoli egoismi (risparmiare mezz’ora quando si va al mare). Questi meccanismi nella Jumela non c’erano, e d’altra parte non si fa la dovuta opera di informazione sugli aspetti sanitari legati all’aumento dei gas di scarico.
Ma non c’è anche un problema di definire la modernizzazione in termini meno biechi?
Partiamo da un dato: sostanzialmente non c’è disoccupazione; c’è l’aspirazione dei giovani a un lavoro adeguato, soprattutto nell’ente pubblico. Ma se non c’è forza lavoro, all’Interporto la dovremo importare: importeremo immigrati e esporteremo cervelli.
Il rettore Egidi propone Trento come università del Nord-Est.
Lo ho detto, c’è il direttore d’orchestrsa e c’è il coro. Egidi fa parte del coro, e il suo contributo è l’uscita su Trento come università del Nord-Est in pieno dibattito PiRuBi. In realtà il nostro Ateneo offre qualità della vita e servizi, per questo attira studenti dal Veneto; se abbassiamo questa qualità, cessano i motivi per cui vengono qui.
Queste non sono le posizioni degli alleati del centro-destra.
Innanzitutto confuto l’affermazione di Dellai: se non ci sono io, arriva il centro-destra, e quelli sono i veri cementificatori. Gli ho già risposto che io, uomo di destra non ho scheletri nell’armadio, è lui che deve guardare la sua storia, le sue amicizie e clientele.
Rimane il fatto che i suoi alleati sono d’accordo con Dellai.
Tutti si sono chiesti il perchè dell’uscita di Dellai sulla PiRuBi: sono d’accordo con QT, è stata una cinica trovata politica; nel centro-destra ci può essere qualcuno che abbocca, noi non abbocchiamo, e vogliamo convincere gli alleati delle nostre ragioni.
Ma non c’è un discorso di cultura, nella Lega, ma anche in Forza Italia che...
Beh, Santini ha offerto la tessera di FI a Dellai. Bisognerebbe vedere se è Dellai che si iscrive a FI, o FI alla Margherita. Sono convinto che il successo di AN anche in termini elettorali (vedi Rovereto) dipende dal fatto che ci poniamo come chi difende il cittadino. Il quale, come dicevo prima, raggiunto il benessere, vuole sicurezza, sul fronte dell’economia, della criminalità, della salute. La forza politica che interseca questa esigenza profonda sarà quella ad essere premiata.