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QT n. 13, 26 giugno 1999 Servizi

Patti territoriali: si comincia in val di Cembra?

Forse si parte: al centro del progetto, il turismo rurale e la viticoltura di montagna.

Walter Nicoletti

La valle di Cembra potrebbe diventare il luogo di sperimentazione del primo patto territoriale del Trentino.

Sembra questo l’orientamento manifestato dall’esecutivo provinciale nell’incontro di qualche settimana fa con gli amministratori e rappresentanti delle forze economiche e sociali della valle. Orientamento che raccoglie una serie di sollecitazioni e proposte maturate in questi ultimi anni all’interno della Conferenza dei sindaci, nell’ambito della Rassegna dei Müller Thurgau, in seno alle attività di promozione viticola delle cantine sociali di Cembra e Lavis e, ultime in ordine di tempo, anche in seguito alle ipotesi sullo sviluppo del turismo rurale elaborate nel corso promosso recentemente dalle Acli Terra.

Un’ipotesi di "sviluppo compatibile" - questa del patto - che parte dall’esigenza di coniugare la viticoltura di qualità con il turismo dolce al fine di ottimizzare l’offerta complessiva della valle e ridefinirne le coordinate attorno ad un accordo di tipo comunitario che rivitalizzi il comprensorio cembrano anche dal punto di vista sociale e culturale.

Un’idea non nuova da queste parti, già formulata all’inizio degli anni Novanta con la richiesta (non accolta) del Leader I e con una serie di proposte avanzate negli anni seguenti tendenti a realizzare, sul versante vitato della valle di Cembra, una zona di salvaguardia specifica della viticoltura di montagna.

La differenza rispetto ai tentativi del passato sembra però, almeno al momento, la volontà dei rappresentanti locali di fare da sé, puntando ad un programma di sviluppo dal basso, basato essenzialmente sulle risorse (private e pubbliche ) esistenti.

Come era prevedibile, all’interno di un confronto aperto e a tutto tondo, nel dibattito che fino ad oggi ha contraddistinto la fase di definizione del progetto non sono mancati i punti di vista divergenti, le spinte ad una visione sostanzialmente strutturalistica dello sviluppo secondo la quale i problemi fondamentali rimangono soprattutto la viabilità e la mancanza di strutture e servizi. Punti di vista legittimi, in quanto nella carenza di sviluppo e nell’analisi dei punti critici del comprensorio cembrano permangono diversi di questi problemi che chiamano in causa soluzioni realistiche; anche se è diffusa la convinzione che sia necessaria innanzitutto ridefinire il senso di autostima della valle e quindi un input in termini di nuova imprenditorialità e nuova classe dirigente.

Anche per questo, accanto all’idea-guida rappresentata dal turismo rurale, il patto dovrebbe delinearsi con il supporto di una attività di formazione permanente a tutti i livelli. Dalle Donne rurali all’associazionismo, dalle nuove figure professionali legate al turismo di qualità all’imprenditoria viticola, dal ruolo fondamentale della piccola e media impresa ai servizi, il patto territoriale dovrebbe cioè abbracciare i nodi fondamentali del modello di sviluppo ridefinendo la capacità progettuale della comunità locale.

Attualmente l’ipotesi è al vaglio della Conferenza degli undici sindaci cembrani e, nelle fasi successive, dovrebbe dare vita al primo tavolo di concertazione.

Attorno a questo organismo di rappresentanza dei diversi interessi saranno chiamati gli esponenti delle forze imprenditoriali e delle categorie (piccola e media impresa, industria ed artigianato del porfido, commercio e servizi), dei produttori agricoli, del credito e delle forze sociali per stendere le linee operative del progetto. Linee che si sostanzieranno nel primo tassello del patto territoriale rappresentato dalla proposta di istituzione di un parco rurale che dovrebbe perimetrare l’area interessata al programma di sviluppo.

Il prossimo appuntamento è dunque rappresentato dall’incontro tecnico in programma il 9 luglio prossimo a Cembra nell’ambito della XII edizione della Rassegna dei Müller Thurgau dell’arco alpino, nel corso della quale verranno presentate le linee operative di intervento ed il programma di finanziamento basato sul concorso di risorse private e pubbliche.