Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 10, ottobre 2022 Servizi

La ferrovia della Valsugana ha le ruote sgonfie

Trentino Trasporti ha fermato i treni in estate. Ora lo fa di nuovo. Ci sono i soldi dello Stato per l’elettrificazione ma la Provincia lancia l’idrogeno. Tutto da rifare e la gente si arrabbia.

Nuovo stop ai treni sulla Valsugana. Dopo un’estate con molte corse soppresse, e sostituite dai bus, Trentino Trasporti ha comunicato che dal 29 settembre ci saranno altre cancellazioni. Non si sa sino a quando. Appena iniziate le scuole. Il problema stavolta è quello dell’anomalo consumo delle ruote dei Minuetto. Ma rischia il coma profondo la tratta ferroviaria. I valsuganotti non amano più la loro ferrovia per i continui disagi e disservizi. La politica cosa fa, visto che Trentino Trasporti è coinvolta con le Ferrovie dello Stato nella gestione di questo ramo? Non si sa: ci sono 60 milioni messi dal governo nazionale per elettrificare i treni che oggi vanno a diesel e inquinano un sacco. I lavori dovrebbero iniziare ma… la giunta provinciale ha comunicato che sta perseguendo la via dell’idrogeno. Lo ha fatto come sempre a modo suo: senza spiegarlo agli addetti ai lavori, ai dipendenti, al Consiglio provinciale. Un modo per prendere tempo e non fare nulla? Nessuna idea e avanti a tentoni?

La gente

Valsuganotti delusi. Saliamo sul treno a Grigno e la signora L. ci chiarisce che tutti questi spostamenti tra treno e bus creano gravi disagi: “A Borgo, se arrivi e trovi che la corsa è saltata, a 10 metri hai la corriera sostitutiva. A Grigno il bus parte dal centro, ma la stazione ferroviaria è fuori paese. Se sei arrivato in prossimità della partenza, non ce la fai”. Non solo Grigno: vale anche per Roncegno, Caldonazzo, S. Cristoforo, Povo, Villazzano. A Borgo scendiamo e parliamo con M., 17 anni di Ospedaletto: “Questa linea non va bene, io studio qui e durante la settimana sono molti i ritardi delle corse e troppo frequenti le soppressioni. A Trento una volta sono corso alle corriere ma due non si sono fermate, erano piene e sono partito due ore dopo".

Gli altri a ruota, pochissimi a dire che per loro va bene così. Al tabacchino parliamo col gestore: "La gente si lamenta per la soppressione di corse. Io usavo la linea quando andavo a Trento. Tempi infiniti, troppe stazioni. A Borgo ce ne sono due, ad un minuto ed un chilometro di distanza".

Altra corsa e a Pergine ecco F., studente di 18 anni: "La comunicazione è scarsa e quando salta un treno paghi anche il fatto che le segnalazioni luminose non sono aggiornate".

Il personale è conscio del cattivo funzionamento dell’azienda. Scendiamo a Trento e parliamo col capotreno: "La linea è vecchia e con vecchi regolamenti. – inizia – I tabelloni luminosi vanno spesso in tilt e la gente si arrabbia. Lo sa che quei tabelloni sono comandati da Bologna?". La Valsugana ha amato la sua ferrovia...

"Gente soddisfatta fino a 3-4 anni fa. Ora non più".

Problemi anche per i turisti. Quelli dei laghi, ad esempio, che lasciano l’auto al camping e girano in bici, caricandola poi sul treno. Quando non lo trovano, sono a piedi perché il bus non carica biciclette. "E sui treni c’è poco posto per le bici".

Gli addetti ai lavori

"È una linea complessa la Trento-Venezia. È anche turistica e il servizio andrebbe arricchito. – dice Franco Pinna segretario della Filt Cgil - Ma oggi ci sono situazioni cogenti come l’elettrificazione. 60 milioni di euro sono già stati stanziati dal governo. Ma c’è anche il problema dell’officina nuova per la manutenzione dei treni. Costo previsto 26 milioni che fino ad ora non sono stati stanziati (si parla di Spini di Gardolo). Ora la giunta ha parlato di idrogeno, senza dire una parola di più. Ma non stavamo partendo con l’elettrificazione? Il 1° agosto abbiamo chiesto con Cisl e Uil un incontro con l’assessore Gottardi per capire dove si andrà. Nessuna risposta". Elettricità o idrogeno?

"Entrambi vanno bene, eliminano il gasolio abbattendo l’inquinamento. Ma va migliorato comunque il servizio: 2 ore e 5 minuti Bassano-Trento e 1 ora e 5 Borgo-Trento. Eccessivo il tempo di percorrenza e la gente prende l’auto". E sono file e gli incidenti stradali… In macchina impieghi 30-40 minuti se sei fortunato.

"Il Covid – dice Pinna - ci ha insegnato che la vita sociale conta più di ciò che si guadagna. Il nuovo treno deve essere più efficiente, veloce, comodo. Se voglio togliere le macchine dalla strada devono farlo arrivare in 40 minuti e con più servizi, non solo diretti a studenti e lavoratori. Sostituire il treno con gli autobus? Congestioni la strada, ci vogliono 4 pullman per un treno. Ora dobbiamo rendere più appetibile la ferrovia".

Cosa sa di questo consumo abnorme di ruote negli ultimi tempi?

"Si parla di lavori fatti un paio d’anni fa, cambiando traversine, da legno a cemento, e qualche binario. Da allora il consumo delle ruote sarebbe più che raddoppiato. Ora il nuovo stop: ci sono due treni in funzione per Trentino Trasporti, un altro è in officina, e vorrebbero usarne uno solo. Ma vuol dire 200 studenti, come li trasporti? Dovrebbero essere 6 i treni complessivi sulla tratta con i 3 di Trenitalia. Questo è il problema".

Qualcuno dice però che il problema delle ruote sia dovuto ai Minuetto. A quel loro modo di avanzare su un terreno che, da Trento alla Valsugana, è in salita e con molte curve.

La linea oggi non funzionerebbe né con treni a batteria e nemmeno ad idrogeno. Prima bisogna pensare ai binari".

C’è anche un problema di personale per Trentino Trasporti?

"La gente fa fatica a venire a lavorare in Trentino, sull’urbano e sull’extra urbano. Perché da noi i lavoratori hanno un contratto provinciale mentre in Trenitalia è nazionale e più remunerativo. Trentino Trasporti non è più appetibile nemmeno su gomma e in officina. Uno che viene dal sud a Trento, città carissima, solo con l’affitto è fuori budget. E ai concorsi trovi solo trentini. Sempre meno".

"Trento-Malé e Valsugana sono sempre meno appetibili. – conferma Nicola Petrolli segretario di Uil Trasporti - Dall’urbano erano fuggiti per andare a fare i capitreno e ora fuggono per la cattiva organizzazione della ferrovia. Poi gli stipendi: 1.500 euro… molti che da anni fanno i macchinisti o i capotreno vogliono ritornare sulla gomma. Rispetto a Trenitalia guadagnano 500 euro in meno. Perché Trento non si riferisce ai contratti nazionali?".

Raffaele D’Agostino, segretario Uil per il settore ferroviario dipendente da Trenitalia: "La linea della Valsugana è gestita da 2 aziende, Trenitalia e Trentino Trasporti. Nel 2024 la seconda dovrebbe assumere tutto il servizio. Oggi sono i mezzi dell’azienda trentina che non circolano, quelli di Trenitalia garantiscono il servizio. I primi sono fermi per il consumo di ruote. Il personale deve prendere ferie e altri, se hanno la patente, vanno a guidare i pullman. Anche i capotreno".

Torniamo alla velocità delle corse. Il bacino di utenza della Ferrovia della Valsugana è di 60.000-70.000 potenziali clienti. Molti lavoratori si spostano su Trento e moltissimi studenti. Poi ci sono coloro che si muovono in valle, verso Borgo, Levico, Pergine… E i tempi di percorrenza sono quelli… del 1960. Ma negli orari clou 7-8.30, poi 12-13.30, quindi 17.30-19 le fermate non potrebbero essere solo 4? Pergine, Caldonazzo, Borgo, Grigno. Con parcheggi di attestamento capienti? Questo ti regala i 15 minuti in meno e se ci aggiungi innovazione tecnica arrivi ai 20 tra Grigno e Trento e il treno diventa competitivo e molta gente lascia a casa l’auto, diminuiscono le code sulla strada. E l’inquinamento, che con elettrificazione o l'idrogeno verrà abbattuto anche sui treni. Nicola Petrolli: "I km percorsi dai treni sulla Trento-Bassano nel 2021 sono stati 390.000. I passeggeri trasportati 636.000. Sostituire questo servizio con gli autobus è impossibile, congestioni la strada e sporchi molto. Quindi ora devi studiare cosa fare per rendere efficiente la linea e renderla appetibile all’utenza".

Il politico

"25.000 mezzi privati vengono ogni giorno a Trento lungo la strada della Valsugana. - ci dice il consigliere provinciale Filippo Degasperi (Onda) - Non stupiamoci degli intasamenti alla mochena o degli incidenti in tangenziale e nella galleria di Martignano con conseguenti code. Molti consigliano di allargare il piano stradale… puoi fare anche 10 corsie ma se transitano 25.000 mezzi, più concentrati in orari di entrata ed uscita da scuola e lavoro, sono inevitabili code ed incidenti. Si deve spostare la maggior parte dei pendolari sull’asse ferroviario. Ci sono 60 milioni di euro disponibili sul bilancio del Ministero dei trasporti per elettrificare la Valsugana. RFI aveva già programmato l’intervento di elettrificazione che avrebbe dovuto essere concluso entro il 2020. Ma la Provincia è andata avanti col progetto precedente di elettrificazione. Che presenta degli aspetti discutibili: non riuscirebbe con quei soldi ad elettrificare fino a Primolano e si dovrebbero comperare nuovi treni. Terzo, qualche sindaco ha evidenziato la questione dei tanti pali per l’elettrificazione da innalzare lungo il lago di Caldonazzo, rovinando il paesaggio". Che fare per ovviare a quest’ultimo problema?

La stazione di Pergine (Foto Mentnafunangan)

"Con la III Commissione del Consiglio provinciale siamo stati a Pistoia, dove la ex Ansaldo, Hitachi Rail, produce i treni a batteria. Con questi si riuscirebbe ad evitare la palificazione del bordo-lago. I mezzi a batteria potrebbero percorrere senza pantografo il tratto del Lago di Caldonazzo e anche i tratti in galleria dove non c’è spazio per l’elettrificazione. A Bassano e Trento, in 10 minuti le batterie potrebbero essere ricaricate. Se si approvasse il progetto, con i 60 milioni avanzerebbero anche i soldi per comprare treni".

Per la velocizzazione c’è un problema di scambi, la Valsugana è a binario unico.

"Per i treni che si incrociano uno dei due deve dare la precedenza. Io credo si possano trovare nuovi spazi di scambio, ciò che permetterebbe di aumentare corse e velocità di percorrenza della tratta. Nella zona di Pergine e da Borgo a Bassano ci sono delle stazioni dismesse. Abbiamo fatto delle proposte, abbiamo ottenuto il silenzio. Per i treni a batteria prima hanno detto no e poi li abbiamo trovati tra i progetti presentati dalla Provincia per essere finanziati coi fondi del PNRR. Roma non ha nemmeno preso in considerazione la cosa. Come li hanno supportati quei progetti?".

Ora la giunta butta lì la proposta di treni all’idrogeno.

"Dal nulla. Senza far conoscere nessun progetto. Ma l’idrogeno si dovrà produrlo. Dove? Con che tempi? Quali costi? Eppure l’ultimo documento di economia e finanza prevede l’idrogeno. Credo si tratti di un modo per continuare a non fare nulla. Hai i soldi, hai le soluzioni e vai a cercare altro… I sindaci non chiedono conto del nuovo progetto? Perché ora è tutto fermo".