Viaggiare in Rotaliana
A dieci anni da un progetto finito in nulla, si torna a parlare di un potenziamento del trasporto pubblico nella Piana.
Si ritorna (dopo quasi 10 anni) a parlare di trasporto pubblico tra i comuni della Piana Rotaliana. Lo fa la Lega con un ordine del giorno proposto dal consigliere Denis Paoli, residente a Mezzocorona, ed approvato dal Consiglio Provinciale durante la discussione per l’assestamento del bilancio della Provincia. Il documento “impegna la giunta a valutare un piano di efficientamento del servizio di trasporto pubblico gomma-ferrovia nella Piana Rotaliana partendo dal presupposto che alcuni centri abitati o zone non sono attualmente serviti a sufficienza”.
L’ordine del giorno riprende il contenuto di una lettera inviata alla Provincia nei mesi scorsi da parte dei sindaci dei comuni della Rotaliana, coordinati dalla relativa Comunità di valle.
Nella lettera, pur riconoscendo che i comuni della Rotaliana sono generalmente ben serviti dai trasporti pubblici, i sindaci evidenziano tuttavia delle zone in carenza, ad esempio Roverè della Luna e Zambana Vecchia, o poco servite come le aree industriali di Lavis, Mezzocorona e Mezzolombardo, senza dimenticare che causa lo spostamento sulla nuova direttrice Trento-Rocchetta, è stato indebolito il trasporto su gomma a San Michele all’Adige. Ricordano i sindaci che potenziare il trasporto su gomma consentirebbe di circolare in sicurezza all’interno del territorio della Rotaliana per raggiungere numerosi servizi pubblici, come il presidio sanitario di Mezzolombardo, il catasto e il tavolare, e destinazioni private come negozi e centri commerciali.
Gli amministratori locali sottolineano l’importanza di un servizio di trasporto potenziato anche ai fini turistici per raggiungere il monte di Mezzocorona, il museo di San Michele, i Ciucioi di Lavis ed altro.
La lettera inviata alla Provincia è stata quindi sottoscritta dalle stesse amministrazioni (se non dagli stessi amministratori) che dieci anni fa hanno in gran parte boicottato con ostilità o con totale indifferenza il progetto avviato dall’allora Comunità di valle.
All’epoca, infatti, l’allora assessora Mirella Dallabona aveva commissionato ad una ditta specializzata un progetto di massima per il collegamento circolare di tutti i comuni della Rotaliana. Lavis, dotata all’epoca di un trasporto intracomunale e di collegamenti già rafforzati con Trento tramite la ferrovia Trento-Malè, la linea 17 dell’autobus urbano e la ferrovia statale, sarebbe diventata l’hub di tutto il progetto. Situazioni ulteriormente potenziate con la recente realizzazione della nuova stazione della Trento-Malè e con l’ampio parcheggio al quale fanno capo anche le autocorriere.
Le bozze del piano sociale (eravamo nel 2010) della Comunità di valle segnalavano la necessità di affrontare anche alcuni buchi nel trasporto pubblico, in particolare per i ragazzi, in difficoltà nel raggiungere i centri diurni nel periodo estivo in assenza del trasporto scolastico, e più in generale il piano voleva assicurare maggiori opportunità per la mobilità degli anziani incentivando l’uso dei mezzi pubblici.
Lo studio di massima era stato commissionato alla Qnex, una società con sede a Bolzano specializzata in servizi per il trasporto pubblico locale, che ha fornito la consulenza per la realizzazione di numerose iniziative in tema di trasporto pubblico, fra cui il servizio integrato della confinante Bassa Atesina (provincia di Bolzano), dove alcuni piccoli ma moderni autobus fanno rete con le frazioni collegando da ultimo anche Pochi e Cauria (1.330 m. di altitudine!), frazioni di Salorno, con le stazioni ferroviarie. La Qnex rilevò lo stato dell’arte, fissò degli obiettivi, le proposte di soluzione, le ipotesi di percorso e di orario, integrandoli con il trasporto scolastico e di linea ordinaria. Già durante la raccolta dei dati necessari per lo studio di massima, l’assessora della Comunità di valle si misurò con le prime difficoltà. Mentre da un lato l’assessorato provinciale, citando anche Trentino Trasporti, con una nota del 2012 sottolineava la positività dell’iniziativa spingendosi fino a stimarne il costo di esercizio, pochi mesi dopo il dirigente del servizio trasporti della Provincia bacchettava l’assessora della Comunità di valle ricordandole che la competenza in merito alla mobilità extraurbana apparteneva alla Provincia.
La bozza del piano venne comunque presentata ai sindaci dei comuni. Nave S. Rocco e Zambana si dichiararono sostanzialmente favorevoli, mentre Mezzocorona, Mezzolombardo, Roverè della Luna e San Michele non si espressero.
Alcuni altri si dichiararono ostili: Faedo (e non se ne capisce il motivo, data la sua posizione decentrata), e Lavis, che dotato di un proprio servizio intracomunale, visse l’iniziativa come una sorta di lesa maestà, anche se effettuò un’attenta analisi del piano motivando le ragioni della sua contrarietà, ma avanzando anche proposte. Tuttavia, vista l’ indifferenza generale (o la contrarietà di alcuni), non se ne fece nulla e il piano della mobilità giace ancora in qualche cassetto. Ora il clima sembra cambiato, ma intanto si sono persi quasi dieci anni.