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“La ballata di Buster Scruggs”, “Storia di un matrimonio”, “Il re”

Al cinema con Netflix

Non ho mai visto un film in streaming perché mi piace andare al cinema, e a casa ho avuto l’abbonamento tv di Sky-cinema fino a poco tempo fa. Inoltre non sono bravo a smanettare col computer. Con gennaio ho chiuso Sky (caro e peggiorato nell’offerta) e mi sono abbonato a Netflix che costa quasi quattro volte di meno e negli ultimi anni ha prodotto e presentato in vari festival internazionali film di autori noti che hanno riscosso molto successo e vinto premi.

Mi sono quindi confrontato con alcuni conoscenti per capire cosa guardavano e avere dei suggerimenti. Sono rimasto molto sorpreso, non tanto dal fatto che le preferenze andassero soprattutto alle serie tv, ma dal fatto che molti film Netflix, solo lì reperibili, non erano per niente conosciuti e visti. Per cui mi sono trovato a dare consigli su cosa vedere in questo settore, pur essendo un neofita.

Non so se un abbonamento a questo canale valga la pena, ma di questi tempi spendere poco più di dieci euro al mese per un catalogo piuttosto vasto, con alcune proposte davvero interessanti, non è poi così male. Abbonarsi è facilissimo e disdire anche, credo.

“Il re”

Tra i titoli degli ultimi due anni che meritano di essere visti segnalo: "Roma" di Alfonso Cuarón (vincitore del Leone d’oro 2018), "Sulla mia pelle" di Alessio Cremonini, "La ballata di Buster Scruggs" di Ethan e Joel Coen, "Panama Papers" di Steven Soderbergh, "Storia di un matrimonio" di Noah Baumbach e "Il re" di David Michôd.

Di "Roma", "Sulla mia pelle", e "Panama Papers" ho già scritto su numeri passati del giornale, quindi veniamo a qualcuno degli altri.

“La ballata di Buster Scruggs”

"La ballata di Buster Scruggs", di Ethan e Joel Coen, è un film in sei episodi che rivisitano il genere western: dai primordi ingenui col cowboy convenzionale alla Tom Mix, al filo-documentarismo degli anni ‘70, tipo "Corvo Rosso…", dallo spaghetti western, al moderno contrasto tra poetica e durezza, tipo "The Homesman" di Tommy Lee Jones. Infine l’ultimo episodio, che sembra uscito dalla penna di Edgar Allan Poe. Le atmosfere cambiano continuamente e si passa da quelle solari della Monument Valley e quelle più oscure della narrativa horror. Il risultato è alterno, ma alcuni episodi sono esilaranti e comunque l’esercizio di stile merita la visione.

"Storia di un matrimonio", di Noah Baumbach, è una commedia sentimentale tipicamente ebraica: molto scritta, molto parlata, molto ben costruita e recitata dai protagonisti Scarlett Johansson e Adam Driver. Una coppia con figlio vive a New York, lui è il regista e lei l’attrice principale di una compagnia teatrale off Broadway. Tutto andava bene, ma poi qualcosa si incrina e tutto peggiora. Da qui parte il film che in realtà, nonostante il titolo, è la storia di un divorzio, con flashback per la ricostruzione del rapporto, le dinamiche interne ed esterne che hanno portato alla crisi. Potrebbe sembrare una storia comune, e forse lo è pure in Usa, un po’ meno per i parametri italiani. I personaggi non sono certo ordinari: affascinanti, intelligenti, brillanti, divorati dall’ambizione personale di realizzarsi artisticamente. Ma il film è comunque un interessante spaccato di come possono degenerare le dinamiche relazionali in una coppia, specialmente quando intervengono avvocati divorzisti a difesa delle aspirazioni personali, piuttosto che dei nuclei familiari.

"Il re", di David Michôd, è ispirato all'Enrico V di Shakespeare, e racconta le gesta e la vita del giovane e ribelle principe Enrico V d'Inghilterra, interpretato da Timothée Chalamet (star giovanile del momento). Il film in costume, ambientato ai primi del ‘400, si distingue nella produzione media del genere. Anzitutto niente fantasy e spettacolarizzazioni funamboliche (draghi volanti, maghi e anelli magici…), piuttosto una ricostruzione fosca, greve, livida di ambienti e personaggi. Interessanti, e, pur nel limite della dimensione teatrale, credibili le relazioni, i dialoghi e le dinamiche di corte, così come le sequenze di battaglia. Il destino, l’amicizia, la solitudine e le problematiche del comando sono temi sparsi ma esposti con apprezzabile equilibrio.

Se l’auto-reclusione continua, prometto altri consigli per il prossimo mese.

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