Lago Santo in pericolo
Un progetto di “valorizzazione” molto turistico e poco ambientale
Il lago Santo è un lago intervallivo di formazione glaciale posto a 1.196 metri. Il livello è calmierato da un canale (Rio Mercar) che funge da sfioratore- emissario.
È un lago alpino piccolo, ma ancora integro, di ridotte dimensioni, lungo 210 metri, largo 180, con una profondità di circa 15 metri e una superficie di circa 35.000 mq, Negli anni passati è stata completata la rete fognaria a servizio di tutte le abitazioni (una ventina) del luogo, poste soprattutto sul versante nord del lago, intervento che ha contribuito al ripristino della qualità dell’acqua del lago, che ha sofferto in passato anche problemi di eutrofizzazione.
Ora è in vista un progetto, realizzato dallo Studio di architettura & landscape AMP di Trento, per una spesa di euro 249.589,19; esso prevede la posa di ben 52 micropali per installare una passerella-piattaforma fissa sulle acque del lago e due pontili pari ad una superficie di 302 mq. Inoltre è previsto l’innalzamento del livello della spiaggia tramite l’apporto di 30-40 cm di terreno e il taglio di un filare di abeti rossi che hanno un’utile funzione di mascheratura del lago. La devastazione di un piccolo lago alpino in nome di una presunta economia turistica.
Un gruppo di cittadini di Cembra facenti capo a Luigino Gottardi e Fabio Savoi si sono opposti a tale progetto con una petizione popolare dal titolo: “Fermiamo subito il martirio del Lago Santo”, che ha raccolto in soli 10 giorni il sostegno di 1.352 cittadini e che il 4 ottobre scorso è stata consegnata al Presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder. Essi si sono avvalsi anche del supporto di Italia Nostra e dei consiglieri provinciali Alex Marini (M5S) e Lucia Coppola (Futura) con una interrogazione provinciale.
I firmatari chiedono di bloccare i lavori e di rivedere il progetto all’insegna della massima sostenibilità ambientale, perseguendo l’obiettivo specifico 15.1 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, “al fine di garantire la conservazione, il ripristino e l’utilizzo sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce”. Esiste inoltre una direttiva dell’Unione europea del 1992, la 92/43/CEE, concernente la conservazione degli habitat naturali della fauna e della flora, che comprendono gli ambienti umidi come i laghi. La tutela e salvaguardia di tutti questi delicati e fragili ecosistemi passa attraverso la protezione, conservazione, gestione e recupero delle zone umide. Sono degli indicatori da tenere presenti in ogni intervento, per evitare interventi sbagliati e deleteri per questi ambienti.
I promotori della petizione si sono espressi in modo costruttivo, chiedendo sostanzialmente tempo per ragionare e auspicando che il sindaco di Cembra-Lisignago, Damiano Zanotelli, sospenda l’iter e presti attenzione alle articolate osservazioni predisposte anche dopo aver sentito esperti di ambiente lacuale, salvando la naturalità del Lago Santo, che è un gioiello calato in mezzo ai boschi e apprezzato proprio per il suo stato ancora in buona parte incontaminato.
Il 1° ottobre scorso il Consiglio Direttivo di Italia Nostra ha formalmente presentato le sue osservazioni al sindaco Zanotelli e agli organi provinciali preposti, criticando diverse scelte progettuali. Va ricordato che il 19 ottobre Italia Nostra ha tenuto a Trento un convegno sul tema: dei laghi artificiali e valutato criticamente la situazione di sette laghi trentini, compreso iL lago Santo a causa del progetto di cui stiamo parlando. Titola il quotidiano Trentino del 20 ottobre: “Laghi sotto attacco. Il grido d’allarme di Italia Nostra”.
Chi scrive, già sindaco (1985-1995) di Lona-Lases, in una relazione di 9 pagine consegnata l’11 ottobre al sindaco Zanotelli in occasione della consegna della petizione con le 1352 firme, ha ricordato la propria esperienza e le modalità e i criteri adottati nell’intervento di risanamento delle aree del lago di Lases, consultando esperti in materia ambientale come il prof. Franco Pedrotti, allora direttore del Dipartimento di Botanica dell’Università di Camerino, di fama internazionale.
Il Lago Santo, con la sua limitata superficie e bassa profondità, e non avendo emissari, è un lago fragile, vulnerabile; pertanto sarebbe bene interessare la Provincia, per valutare la possibilità di realizzare un tubo di sifonaggio a pipa, come fatto al lago di Lases, che pescando sul fondale scarichi in continuo, al variare di un livello prestabilito, l’acqua eutrofizzata, lasciando il posto all’ acqua sana di superficie.
La mia relazione è stata poi integrata dalle analisi critiche fatte dall’arch. Furio Sembianti persona di concreta esperienza nel campo urbanistico ambientale, ex responsabile del Piano Urbanistico Provinciale, alla cui stesura ha contribuito negli anni ‘80, assieme al compianto Walter Micheli.
In sintesi, in un’epoca in cui, nei paesi avanzati si costruiscono grandi piscine all’aperto imitando l’assetto e la articolazione di piccoli specchi d’acqua naturali, solleva forti perplessità che un lago oggi sia trasformato per conferirgli l’aspetto di una piscina.
Domenica 20 ottobre il prof. Franco Pedrotti, nel corso di un sopralluogo, esaminando la flora del lago ha rilevato delle “specie molto rare in Trentino, ovunque in regressione”. Quello che pesa è però il suo giudizio severo sul progetto di valorizzazione turistico-ambientale del lago.
Nel progetto, nulla è riportato che si riferisca alla flora, alla vegetazione e a gradienti ecologici delle rive del lago, cioè dell’ecotono tipico delle rive, relativi alla biodiversità. La proposta non tiene in considerazione le caratteristiche ambientali, ecologiche e biologiche del lago e di conseguenza manca qualsiasi considerazione sull’impatto che gli impianti previsti potrebbero provocare all’ambiente naturale. Pedrotti critica inoltre la rinaturalizzazione delle rive, la posa di grandi massi in porfido, il taglio degli abeti rossi, l’innalzamento della spiaggia nord-ovest, la creazione dei pontili e di nuovi accessi alla spiaggia. L’area attrezzata per i bagnanti con i pontili, è prevista proprio in corrispondenza di quella parte delle rive ove è presente l’habitat prioritario, che verrebbe completamente distrutto.
Dopo aver consigliato anche di salvaguardare i tratti di canneto che proteggono il lago dall’erosione delle sponde, perché garantiscono la fitodepurazione del lago, Pedrotti conclude: “La proposta progettuale contiene diversi progetti di intervento nel lago Santo, ma non tiene in nessun conto le caratteristiche ecosistemiche del lago; essa manca completamente di un’analisi olistica del territorio, indispensabile alla progettazione. Risulta inaccettabile nella sua interezza. Gli impianti previsti, in ogni caso, provocherebbero un’alterazione molto grave dell’ambiente del lago Santo di Cembra, che ancora presenta un alto grado di naturalità, con eliminazione completa della vegetazione in vaste zone, regressione e degenerazione della vegetazione in altre, stravolgimento del paesaggio lacustre originario e molto caratteristico. La realizzazione degli impianti porterebbe ad una antropizzazione completa del bacino lacustre”.
Il sindaco si assume evidentemente delle pesanti responsabilità non ascoltando la voce di chi, come il prof. Pedrotti, da una vita studia gli ambienti umidi ed i laghi, e ha dato indicazioni e pareri risolutivi.
Ad un normale cittadino viene quindi un sospetto, e si domanda: quali interessi sottende la realizzazione di un simile devastante progetto che si vuole ostinatamente realizzare? A Cembra si vocifera di una grossa ditta di costruzioni per il lago Santo. Sarà vero?”.