Elettori e partiti
Come si situa il nostro ampio (7.500 persone) segmento di elettorato rispetto a candidati e partiti? Dove c’è più o meno convergenza?
Come si situa il nostro ampio (7.500 persone) segmento di elettorato rispetto a candidati e partiti? Dove c’è più o meno convergenza?
Per rispondere, abbiamo elaborato anche un ulteriore strumento: un indice, che sintetizza in un numero le percentuali. Questo indice attribuisce 3 punti alla percentuale di risposte “molto favorevole”, 2 a “favorevole”, 1 a “tendenzialmente favorevole”; viceversa -3 per “molto contrario” e così via. La somma, positiva o negativa, indica il livello di adesione dell’insieme dei nostri elettori alle varie domande. Questo indice poi lo confrontiamo con le risposte dei candidati.
Sui temi più prettamente politici, cioè nel giudizio sugli anni delle giunte provinciali di centro-sinistra, i partecipanti al nostro sondaggio, come già scritto dal prof. Nevola, sono abbastanza severi: concordano con un +45 e un + 63 con le severe affermazioni 1 e 2 sul ventennio del centrosinistra, differentemente dai rappresentanti politici (Futura “tendenzialmente contrario”, Tonini “contrario”, per non parlare del Patt “molto contrario”). E già questo scollamento è indicativo di quello che sarebbe poi stato l’esito elettorale: un ceto teso a giustificare se stesso, ma che non convince neanche i suoi potenziali elettori. Così abbiamo che il nostro segmento di elettorato, tendenzialmente progressista, si trova più assonante con la destra, o dall’altra parte, con le formazioni della sinistra.
Sull’immigrazione, la risposta è più frastagliata e al contempo rivelatrice: molto decisa nell’accettare la moschea (domanda 5), +132 e la (generica) accoglienza (dom. 7) +145 e decisa anche nell’”aiutiamoli a casa loro” (dom. 8 )+73, si trova in sintonia con il centrosinistra, meno con la sinistra che a nostro avviso fornisce risposte troppo schizzinose, e meno anche – ovviamente – rispetto alla destra, che però non disdegna, sulla moschea ad esempio, posizioni liberali.
Meno nette invece le posizioni dei nostri rispondenti su altre due domande: il collegamento denatalità-immigrazione (dom. 6) che registra un’adesione modesta +11; e il “prima i trentini” nell’assegnazione degli alloggi Itea (dom. 12) respinta da un significativo ma non oceanico -40; mentre più decisi sono i politici di centrosinistra e sinistra da una parte, quelli di destra dall’altra. A ognuno le sue conclusioni.
Sulla sanità le due domande intersecano altre tematiche, la dignità delle valli la dom. 18, il rapporto con il privato la 19. I nostri rispondenti sono moderatamente contrari alla centralizzazione degli ospedali (-32) in linea con Tonini nel centro-sinistra e meno con Futura (tendenzialmente favorevole), mentre la sinistra e soprattutto la destra e il Patt (con che faccia? Al governo ha fatto il contrario) sono rigorosamente contrari. Sul rapporto con i privati, i nostri elettori sono vigorosamente contrari -144, in linea con Futura e la sinistra, mentre Tonini è più conciliante e la destra più frastagliata.
Sull’ambiente, invece, abbiamo un allineamento nelle problematiche tra il nostro elettorato progressista e gli esponenti di sinistra-centrosinistra: su lupi ed orsi, PiRuBi, nuovi impianti sciistici, le idee sono abbastanza analoghe e si differenziano sensibilmente da quelle della destra. Tutti d’accordo invece, elettori e partiti (quasi tutti) sull’agricoltura biologica e l’Autonomia vista come attenzione alla montagna: da discutere poi il passaggio dalle parole ai fatti.
Come grottesco è il consenso alla trasparenza e al semplice provvedimento di “rendere noti gli elenchi degli abbonamenti omaggio all’A22”: + 187 per gli elettori, con cui concordano tutti i candidati e partiti, anche se negli anni scorsi non hanno fatto assolutamente niente in proposito.
Infine le domande 3, 4, 13, su cultura, ricerca, scuola: campi difesi anche con vigore dai nostri elettori (-178 -86 +182), in linea con gli orientamenti di sinistra centro-sinistra e anche, con qualche sbandamento, della destra.
Due elementi fuori dal coro sono i 5 Stelle e il Patt. I primi, a parte la sensibilità sui temi ambientali, che li accomuna al nostro campione, entrano in contrasto soprattutto per diverse posizioni xenofobe (in alcuni casi esternate anche in campagna elettorale, a destra della Lega, come la richiesta di abolire il Cinformi); altre risposte li allontanano decisamente dai nostri partecipanti.
Ma il caso più clamoroso è quello del Patt, che risulta, con una frazione irrisoria di adesioni globali (0,44%) il partito meno seguito. Questo a seguito della difesa ad oltranza dell’attività della Giunta Rossi, e di alcune posizioni su immigrazione e ambiente non concordi con i nostri 7.500 partecipanti. Il Patt ovviamente, che ha comunque rastrellato un 12% di ben più importanti consensi nelle urne vere (pur perdendo 7.000 voti), se ne farà una ragione.
Se ne dovrebbero fare una ragione anche gli strateghi della sinistra, che vorrebbero continuare a coltivare a tutti i costi (cedendo cioè la leadership) alleanze con chi rappresenta un’esperienza già esaurita e soprattutto lontana dalla cultura del proprio bacino di riferimento.
Il nostro esperimento vuole appunto avere questo significato: verificare dove proposte e azione di governo da una parte, esigenze e cultura dei cittadini dall’altra, vengono a convergere.