PAT: dirigente “ad personam”
La giunta infila nella legge di assestamento un comma per "promuovere" la segretaria della commissione NOT
Quando, a fine luglio, in Consiglio provinciale si è discusso di conti della Provincia, presenti e futuri, nessuno si è accorto che nella legge di assestamento di bilancio era stata infilato un comma che con i soldi non c’entrava niente.
Infatti all’articolo 11 della legge suddetta la giunta, direttamente mentre è in corso la discussione in aula - cosicché sia più difficile accorgersene - infila un comma, il seguente: “Entro il 31 dicembre 2024, in deroga a quanto previsto dall’ultimo periodo dell’articolo 21, comma 2, (della legge sul personale, n.d.r.) in relazione ai concorsi pubblici indetti dalla Provincia per il reclutamento di dirigenti di ruolo e conclusi nel biennio 2022-2023, la Provincia può conferire la qualifica di dirigente a tempo indeterminato a chi ha positivamente superato il concorso collocandosi nella posizione immediatamente successiva a quella del vincitore”.
Una delle tante complicate regole per la gestione del personale, direte voi.
E invece no. Quella che vi abbiamo citato è la prima norma ad personam partorita dalla nostra Provincia.
Un comma che serve a “sistemare” una persona che, evidentemente, alla giunta preme moltissimo. Tanto da emanare una norma illegittima, che potrebbe essere oggetto di impugnativa da parte del governo, e infilarsi in un pasticcio legale.
Per capire dove va a parare il comma 19 dell’articolo 11 dobbiamo riavvolgere il film fino alla primavera dell’anno scorso quando l’avvocato Evelina Stefani, fino a quel momento funzionaria in servizio all’ufficio del difensore civico, partecipa ad un concorso interno per diventare dirigente.
Non sono concorsi generici, questi, e non producono una graduatoria. Sono fatti per selezionare la persona adatta ad un determinato servizio. Per il quale è necessario avere titoli ed esperienza molto specifici. Chi vince il concorso diventa dirigente di quel determinato servizio. Tutti gli altri partecipanti ripartono dal via.
Evelina Stefani vince il concorso. Ma poiché niente è mai sicuro nella vita, uno dei partecipanti perdenti decide di contestare il risultato e si rivolge al Tar. Il quale gli dà ragione e impone all’Amministrazione provinciale di rivalutare i risultati dell’esame che aveva assegnato la vittoria all’avvocato Stefani.
I punteggi vengono rivisti e Stefani non è più dirigente. Il punteggio che le viene assegnato nella rivalutazione la mette in seconda posizione (posizione immediatamente successiva a quella del vincitore, dice pudicamente il comma ad personam).
A questo punto, se vuole diventare dirigente, Evelina Stefani deve attendere un altro e diverso concorso interno e ripartire da capo come tutti perché, come abbiamo detto, non sono concorsi che producono graduatorie da cui in tempi successivi la Provincia possa pescare. Principalmente perché ogni volta i requisiti sono specifici ed in buona parte diversi tra loro.
Il tempo intanto è passato e arriviamo alla chiusura del bilancio provinciale, un paio di mesi fa. Lì spunta la norma di cui vi abbiamo detto, fatta su misura affinché Evelina Stefani possa starsene tranquilla ad aspettare che si apra una nuova posizione da dirigente pronta per lei. Perché, va chiarito, la situazione descritta nel comma 19 si applica solo a lei.
Ora ci rimane una domanda: perché la giunta provinciale ha voluto a tutti i costi tenersi stretta l’avvocato Stefani? Noi non lo sappiamo.
Quel che però sappiamo è che Evelina Stefani ha svolto a suo tempo il delicato compito di segretario verbalizzante per le riunioni della commissione giudicatrice del NOT ed ha quindi visto dall’interno tutto quello che si sono detti i commissari. Sì, le famose 5 scimmiette, quelle che hanno approvato il progetto indecente (vedi “NOT, incapaci o peggio?” su QT del maggio 2022.
In questi casi noi siamo con Andreotti, che - per chi non lo ricordasse - diceva: a pensar male si fa peccato, ma…