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Legale o illegale?

Cannabis: in alcuni paesi si coltiva a scopo alimentare, in altri è tollerato il possesso. C’è chi condanna la vendita e chi come l’Uruguay ha legalizzato l’intera filiera. Da “Piazza grande”, giornale di strada di Bologna.

Andrea Prandini

La legislazione mondiale sulla cannabis per uso ricreativo è molto varia e non si limita alla dicotomia legale/illegale, presentando molte variabili, dalla legalizzazione effettiva ad una tolleranza di fatto, fino ad arrivare all’estremo opposto della condanna a morte in Estremo Oriente e Arabia.

La legislazione è complicata dalla distinzione fra vendita, trasporto, possesso e coltivazione. Mentre vendita e trasporto, reati legati più degli altri alle organizzazioni criminali, sono perseguiti con durezza in quasi tutto il mondo, il possesso è spesso tollerato o depenalizzato, e lo stesso vale per la coltivazione personale. La coltivazione è completamente legale in Iran e Spagna e lo è stata per alcuni mesi nel 2002 in Svizzera (nei cantoni di Ginevra, Friburgo, Valais, Vaud, Neuchâtel, Bâle-Town e Ticino). A parte l’Iran, dove la cannabis è coltivata a scopo alimentare e industriale, la Spagna cerca di limitare il ricorso al mercato illegale con la libera coltivazione personale.

L’unico Paese al mondo ad avere legalizzato l’intera filiera è l’Uruguay, dove il mercato della droga è interamente sotto il diretto controllo dello Stato; qui i consumatori, così come le farmacie, devono iscriversi ad un apposito registro e lo Stato controlla la coltivazione. Anche il Colorado e lo Stato di Washington hanno legalizzato l’intera filiera, in maniera anche più libera dell’Uruguay, non prevedendo un registro dei consumatori, ma si scontrano con la totale illegalità a livello federale, il che causa non pochi contrasti.

Al contrario di quanto si potrebbe pensare, in Giamaica la cannabis è totalmente illegale, anche se viene largamente tollerata, mentre l’Olanda, altro Paese della “cannabis libera” nell’immaginario europeo, in realtà è lontana dal livello raggiunto dagli Stati sopra citati. Soltanto il possesso è legale, mentre il resto rimane, almeno teoricamente, proibito al di fuori dei celebri “coffeeshop”, nei quali non si possono acquistare più di 5 grammi a persona e dove i minorenni non possono entrare.

In Europa un caso particolare è quello del Portogallo, che ha depenalizzato tutte le droghe, anche quelle pesanti, iniziando a trattare chi ne fa uso esclusivamente dal punto di vista medico anziché giuridico. Il resto dell’Europa occidentale attua una progressiva depenalizzazione e tolleranza, soprattutto rispetto al possesso, con l’esclusione della Francia e dei Paesi scandinavi, che attuano la “tolleranza zero”.

La legislazione mondiale sulla cannabis per uso terapeutico presenta paralleli con quella per uso ricreativo; gli Stati che tollerano o depenalizzano l’uso ricreativo sono solitamente più disponibili a consentire l’uso terapeutico, e viceversa le legislazioni più severe lo sono anche per la cannabis terapeutica.

L’uso esclusivamente terapeutico è legale o regolamentato in Canada, Repubblica Ceca e 20 Stati degli USA, dove la cannabis, quando prescritta da un medico, è considerata un normale farmaco.