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QT n. 9, ottobre 2010 Servizi

Voglia di impegno locale

Popolo Viola e grillini rivendicano il loro carattere apartitico e si staccano dai movimenti nazionali. Per ripartire dal territorio

Chiara Orenpuller

Sedici luglio 2005: Beppe Grillo invita i suoi sostenitori ad organizzarsi come attivisti locali in costante contatto tramite il social network MeetUp, con l’intento di condividere idee e stare assieme. Qualche anno dopo prende vita il “Movimento 5 Stelle”.

5 dicembre 2009: con la manifestazione “No B-day”, convocata tramite Facebook da due ignoti blogger, esplode il fenomeno del Popolo Viola, movimento spontaneo ed orizzontale. In tutta Italia cominciano a spuntare gruppi locali viola.

A livello nazionale sembra che tutto sia in ordine e che i movimenti locali seguano fedelmente i propri ispiratori. Tuttavia, approfondendo il discorso con alcuni attivisti dei due movimenti locali, ci si accorge che la situazione è diversa.

Movimento 5 Stelle? No grazie

Sulla pagina Internet del MeetUp trentino un comunicato avverte che da qualche tempo le attività della piattaforma sono ferme, principalmente per motivi burocratici ed organizzativi. Tuttavia, dalle parole di Giorgio Riccardi, ex organizer, si intuisce che c’è un’altra motivazione dietro tale scelta: “Da quando Grillo ha deciso di creare il Movimento 5 Stelle e le liste civiche, all’interno del gruppo sono state sollevate molte perplessità rispetto al fatto di entrare in politica. Dopo numerosi incontri e discussioni l’assemblea ha democraticamente deciso di non prendere parte al movimento per rimanere esterni al mondo politico e legati alla società civile”. Il gruppo non ha accettato la piega che a livello nazionale sta caratterizzando il popolo dei grillini e si è costituito in una nuova associazione chiamata “Trento attiva”, per proseguire nell’intento di “svegliare” i cittadini e informarli su molteplici temi, in primis ambiente e politica. Qualcuno di nuovo si è proposto di ridare vita al MeetUp, ma per il momento i trentini seguono la loro strada, autonoma e apolitica.

L’impegno locale prima di tutto

Analoga appare la direzione del Popolo Viola del Trentino. Assai giovane - è nato l’anno scorso come gruppo “No B-day Arco”, impegnato nell’organizzazione della manifestazione di dicembre a Roma - fin da subito non si associa al movimento nazionale e alla pagina Facebook. “Non vogliamo essere delle pedine in mano a qualcuno che una volta all’anno organizza una manifestazione nazionale alla quale si deve partecipare per fare numero” spiega Simone Martello, attivista fin dal principio. “Non si capisce chi ci sia dietro a S. Precario, nessuno dà risposte in merito alla provenienza dei finanziamenti per le manifestazioni e i post scomodi vengono bannati sistematicamente” aggiunge Eleonora Avi, eletta referente per la Rete dei gruppi locali.

Dal momento che non si riconoscono nel “Paginone” viola su Facebook, hanno preferito creare un’autonoma rete nazionale con una propria carta etica nella quale rivendicano di essere veramente apartitici, oppositori del berlusconismo, orizzontali e spontanei. Senza dimenticare l’impegno civile locale: “Sono convinta che non ha senso puntare subito ad azioni a livello nazionale, bisogna iniziare a lavorare qui: Bisogna insegnare di nuovo alle persone il concetto di democrazia partecipativa. C’è tanto da fare anche in Trentino!” prosegue Eleonora.

Sempre mantenendo le distanze da tutto ciò che ha vagamente a che spartire con la politica, dato che essere apartitici significa “rivendicare un’autonomia reale, ad esempio rifiutando i finanziamenti provenienti dai partiti per avere maggiore libertà decisionale nell’organizzazione di manifestazioni e attività”, precisa la nostra attivista. Già, non per niente il popolo è viola, colore non associabile a nessuno schieramento politico.

I Lillipuziani

In un universo di associazioni e movimenti popolari stufi dell’attuale ceto politico, sembra di rivedere il popolo dei Lillipuziani, alla ricerca di una rete abbastanza capace e resistente per imbrigliare il Gulliver di turno.

Per ora lo scopo principale delle azioni congiunte - ad esempio in ottobre verrà indetta una manifestazione in difesa della Costituzione, organizzata da una decina di associazioni cittadine - è quello di sostenersi vicendevolmente per creare una “massa critica” capace di affrontare il mondo politico trentino.

Alla fine di questo breve viaggio nel mondo apolitico e apartitico trentino si ha la sensazione di trovarsi di fronte a dei cittadini agguerriti, che intendono farsi carico dell’onere di essere i controllori dei politici, da cui cercano in tutti i modi di rimanere sganciati.

Rimangono due questioni aperte. Dal punto di vista teorico, il fatto che le loro manifestazioni di dissenso e di protesta sono già azioni politiche (e quindi il problema dell’organizzazione non potrà non proporsi con la loro crescita). Dal punto di vista pratico, la capacità di essere effettivamente presenti incisivi a livello locale, senza limitarsi a riecheggiare slogan nazionali. Si vedrà.