L'origine dell'universo e della vita, da un testo dell'astrofisica Margherita Hack. Poeticamente riusciti i video-interventi della stessa scienziata, il resto è spesso un'occasione mancata.
La rilettura della tragedia di Euripide ad opera di Giovanni Raboni: un'operazione colta, fatta di una scenografia minimale e un testo decodificabile solo cogliendone allusioni e reminiscenze. Uno spettacolo difficile ma poetico ed inquietante.
Esilarante spesso, farraginoso talora, L'anomalo bicefalo di Dario Fo evidenzia sia il genio del nostro premio Nobel, sia la difficoltà di fare satira politica su una realtà già di suo grottesca.
"Lennon & John", il lato pubblico di un divo e l'interiorità privata, in un bilancio con la morte incombente: felice invenzione drammaturgica, vanificata però da un linguaggio troppo razionale e una recitazione artificiosa.
Il lavoro di Shakespeare ottimamente rinnovato dalla regia di Antonio Latella: ambientazione, sottofondi musicali, espressione della corporeità degli attori.
Intense le Coefore di Eschilo per la regia di Calenda a Rovereto. Intervista a Piera Degli Esposti: sul personaggio Clitennestra e conseguenti scelte espressive.
Deludente messa in scena, ad opera di Glauco Mauri, del "Volpone" di Ben Johnson: recitazione sopra le righe, scenografie e costumi troppo finti, uniformità di caratteri, in un lavoro che sembra puntare tutto sulla voglia di stupire un pubblico semplice.