Con Innsbruck? Purchè ci si creda davvero
Ancora sulla miope, litigiosa gestione campanilista dei problemi dell'asse del Brennero della coppia Dellai-Durnwalder: un'intervista al sindaco di Bolzano Giovanni Salghetti.
Dellai-Durnwalder: credono di essere furbi era il titolo dell’articolo del numero scorso, con cui parlavamo dell’approccio dei due presidenti al nodo – centralissmo – del trasporto lungo il Brennero. Ognuno alla ricerca dell’escamotage con cui gestirsi al meglio la propria porzione dell’affare, con il massimo dei tornaconti immediati per la propria visione del proprio territorio. E rinunciando così ad un’azione comune per gestire congiuntamente, come regione alpina, il problema – che peraltro è europeo – del transito attraverso il Brennero.
L’episodio scatentante è stato l’accordo, gestito da Durnwalder con il governo italiano, per cui è affidata al Sudtirolo la gestione del traforo dell’Eurotunnel. Un bel business di miliardi (di euro) da cui viene tagliato fuori, come soprattutto dalle decisioni strategiche connesse, il Trentino e Dellai. Che subito si è inalberato, rivendicando una gestione unitaria di tutta la tratta, da Verona a Monaco; ma dimenticandosi di aver fatto esattamente il contrario, quando aveva proclamato "la PiRuBi è affare nostro" incurante del traffico che la nuova autostrada avrebbe fatalmente riversato a nord di Salorno.
Tutto questo mentre da Roma l’Anas chiede più traffico sull’Autobrennero e vorrebbe imporre la sordina ai progetti di passaggio da gomma a ferro; e dal Tirolo arrivano le notizie dei blocchi dell’autostrada da parte della popolazione esasperata. Insomma, la micro-politica dell’interesse immediato e localistico, ha il fiato cortissimo.
Di questo abbiamo parlato con il sindaco di Bolzano Giovanni Salghetti.
"L’asse del Brennero va trattato in maniera organica, dal Nord Tirolo a Verona. Sono opere che hanno grandi impatti, sia economici che ambientali, e richiedono quindi il massimo della condivisione. Quando si aprono i cantieri scatta subito la sensibilità della popolazione, cosa che peraltro abbiamo già riscontrato, anche nelle ultime elezioni, nella Valle dell’Isarco. E così nella Bassa Atesina, che si parla di attraversare in tunnel per non rovinare lo colture: ma è una soluzione costosa, e quindi per niente scontata."
Qui entra in gioco la politica, i governi delle regioni interessate. Anzi, oltre la regione Trentino-Alto Adige, l’Euregio, con il Tirolo. Era un’ipotesi di cui si parlava alcuni anni fa, cui Innsbruck era molto interessata, ma la si è lasciata cadere. Non è stata un’occasione perduta?
"Queste ipotesi di istituzioni si realizzano, se hanno un ruolo. Oggi, se sui progetti dell’asse del Brennero si apre un confronto, si prospettano politiche, automaticamente si pone il problema delle istituzioni che le portino avanti. Ecco quindi che il Trentino e l’Alto Adige devono necessariamente lavorare assieme."
E in quanto al Tirolo?
"Certamente. Hanno i nostri problemi, ancor più acuti, come dimostrano i blocchi dell’autostrada. Proprio per questo dobbiamo lavorare assieme: se poi abbiamo un tappo a nord, è inutile metterci a fare qui grandi opere."
Il pericolo è che le province alpine litighino, e che le grandi scelte poi le impongano le regioni delle pianure.
"Senz’altro questo è il rischio cui andiamo incontro."
In questi ultimissimi giorni Lorenzo Dellai, in sede di presentazione del bilancio provinciale, sul problema asse del Brennero ha lanciato un duro monito a Durnwalder: "Noi non vogliamo essere solo attraversati, vogliamo concorrere alla ideazione e alla gestione di queste infrastrutture." Ed ha sottolineato come questa logica sia pienamente condivisa dal Capitano del Tirolo Weingartner.
Meglio tardi che mai.
Alcuni anni orsono, Innsbruck aveva lanciato una politica rivolta a sud, intesa ad allacciare rapporti stretti proprio con il Trentino. La cosa, da noi era stata lasciata cadere. C’era chi, soprattutto a sinistra, vi vedeva una riedizione della pantirolesità del Patt, il mito della regione tirolese pangermanica alla Andreas Hofer, in calzoni da schutzen. Il più sgamato Dellai invece, probabilmente l’aveva lasciata perdere in cambio di un più stretto rapporto con la Svp; per la quale i rapporti diretti Innsbruck-Trento, tedeschi-italiani oltre gli ormai obsoleti confini, sono puro veleno, dal momento che basa la propria egemonia su separazione e voto etnico.
Ora invece pare si riprenda il rapporto con il Tirolo e il progetto Euroregione. Bene.
Purchè lo si faccia non per fare dispetto a Durnwalder, ma come opzione strategica per governare le grandi scelte che stanno per essere riversate sulla regione alpina.