Nuovi supermercati: chi li vuole e chi no
60.000 metri quadrati per il commercio che fanno discutere. I 5.200 riservati alla Rotaliana, in particolare...
La questione del commercio e della sua evoluzione (o involuzione, secondo i punti di vista) sta tenendo banco da mesi nella cronaca della piana Rotaliana. In discussione ci sono oltre 5.000 metri quadrati di nuove superfici commerciali che nei piani della Provincia si dovrebbero aggiungere all’attuale disponibilità degli esercizi commerciali della Piana e dell’altopiano della Paganella. L’ultima novità è l’acquisto da parte di Orvea, catena di supermercati trentini, di una grande area commerciale al confine meridionale di San Michele all’Adige.
Orvea, che opera già nella Rotaliana con un supermercato a Mezzolombardo, dopo una vertenza giudiziaria ha dovuto cedere al gruppo Poli il suo punto vendita di Lavis. Ora, come si diceva ha acquisito circa 8.000 metri di terreno in località Sornello, area di un ettaro e mezzo dove fino a qualche anno fa operava una sede decentrata delle dogane. Dei grandi traffici collegati allo sdoganamento delle merci non è rimasto che un ristorante ed un grande quanto desolato piazzale, che però confina con la frequentatissima statale del Brennero. La collocazione è stata ritenuta strategica anche da Mercatone Uno, che a poche centinaia di metri, in un capannone dismesso, ha aperto qualche anno fa un grande punto vendita. Apertura ritenuta in un primo tempo abusiva ma poi sanata con la modifica della legge provinciale (vedi Mercatone Uno: la parola ai giudici); la vicenda è all’esame della magistratura con particolare riferimento al rilascio delle licenze commerciali da parte del comune di San Michele. Da registrare, a proposito del salvataggio del Mercatone, come invece, a Bolzano, nei confronti di un abuso commerciale di grandi dimensioni, Comune e Provincia abbiano puntato i piedi percorrendo tutti i gradi di giudizio ed impedendo l’apertura al prepotente di turno.
Ma ritorniamo alla grande area del Sornello; altri 7.000 metri quadrati erano stati acquistati qualche mese prima da un’impresa immobiliare. L’aspetto curioso della vicenda è che, se dal punto di vista urbanistico l’area appare sicuramente interessante, per ora sembra poco utilizzabile per il commercio al dettaglio, visto che il locale piano regolatore, di recente approvazione, esclude in quella zona l’insediamento di supermercati e centri commerciali.
La discussione sulle nuove superfici di vendita messe a disposizione dalla Provincia si è ormai allargato e l’assessore Andreolli è spesso chiamato nelle valli a spiegare ai Comuni e ai commercianti, quasi sempre contrariati, l’utilità dell’iniziativa: la Provincia di Trento è convinta che l’apertura di nuovi negozi invoglierà a mantenere all’interno del nostro territorio il flusso di consumi che oggi si rivolge ai centri commerciali del vicino Veneto. Inoltre i nuovi insediamenti lungo l’asta dell’Adige, dovrebbero intercettare il flusso di consumatori sudtirolesi (ma a Bolzano non sembrano preoccuparsene molto, visto che puntano sulla qualità) che alla ricerca di prezzi più bassi tendono a spostarsi verso sud. Dei 60.000 metri quadrati individuati per tutto il territorio provinciale, 5.200 (il 30% riservato agli alimentari, il resto ad altre merci) "toccano" alla piana Rotaliana e all’altopiano della Paganella, e dovrebbero essere assegnati in accordo tra i vari Comuni. E qui cominciano i guai.
Mezzocorona ha già detto di non essere interessata: "Stiamo bene così" - ha già fatto sapere il sindaco Fiamozzi. Dall’altopiano, Andalo ha dimostrato interesse, ma solamente per qualche centinaio di metri per l’ampliamento della propria Famiglia Cooperativa. San Michele invece si è detto interessato "per completare l’offerta con qualche insediamento dedicato all’abbigliamento". A Mezzolombardo, la borgata a più alta vocazione commerciale della zona, si è aperto il dibattito tra chi, come il sindaco Borga, vorrebbe cogliere l’opportunità offerta e coloro (gli operatori commerciali) che ritengono invece l’offerta locale già satura. Giovanni Maurina, referente per l’Unione Commercio ricorda infatti che il Rotalcenter, un medio centro commerciale alle porte del paese, non è mai veramente decollato e come l’apertura di nuovi negozi che per ragioni urbanistiche dovranno per forza insediarsi ai margini della borgata, porterà, oltre che un danno certo alle attività già presenti, anche ad un sicuro impoverimento del centro storico di Mezzolombardo. Il sindaco Borga avverte però che, se le nuove grandi superfici di vendita si insedieranno, per le resistenze locali, nei centri vicini (leggi San Michele), sarà Mezzolombardo e la sua vocazione commerciale a pagarne il maggiore scotto.