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Gianvito Simoncelli

Le virtù di un cittadino normale

Ce ne saranno ancora, in futuro, uomini come Gianvito Simoncelli? La domanda non è retorica. Le virtù di Gianvito erano l’opposto di un’eccezionalità carismatica, le virtù di una persona che in ogni suo gesto dichiarava di essere come tutti, un cittadino, un lavoratore, un uomo normale. Ma questa normalità si è nutrita delle straordinarie esperienze sociali e politiche dei decenni che abbiamo alle spalle, vissute dalla base, incarnate in un’attività quotidiana di cui solo ora possiamo considerare appieno la misura.

Simoncelli è stato uomo del sindacalismo di fabbrica, quello unitario e conflittuale, che ha avuto la sua fase più alta negli anni ’70, ma anche quello capace di incidere sull’organizzazione della sua azienda e di garantirne la continuità attraverso le vicende proprietarie. Ha vissuto con impegno la stagione più fervida delle ACLI e il travaglio di una sinistra che si voleva nuova, pluralistica, capace di definirsi su concreti programmi di trasformazione del nostro mondo, animata da idealità vive piuttosto che da preformate ideologie. E’ stato a lungo presidente della Circoscrizione di Lizzana, una comunità antica e democraticamente strutturata, trasformata dall’espansione urbanistica a ridosso della zona industriale, divisa da strade di grande percorrenza, inquietata dalla prossimità del Campo nomadi, dai fumi delle fabbriche chimiche, dalle divisioni sociali e politiche che i nuovi problemi hanno suscitato. E’ stato dirigente (e segretario a Rovereto) del Pds, nella fase in cui per la prima volta un uomo di sinistra veniva eletto sindaco della città. E’ entrato in Consiglio comunale, nella lista di Rovereto Insieme, portandovi la sua integrità, la sua consistenza umana, la sua capacità di dire sì o no per ragioni di merito e non per l’eterna macchinazione tattica che impesta la politica. Nel frattempo è diventato presidente della Cassa Rurale di Lizzana, una delle istituzioni di quel tessuto sociale in cui profondeva quotidianamente altre riserve di energie, si trattasse della sportiva o delle molte altre espressioni di un volontariato diventato seconda natura, dimensione di vita appunto normale. Lizzana è storicamente un laboratorio esemplare di democrazia cristiana (uso questa definizione dando ad ambedue le parole un peso più rilevante e universale di quando sono congiunte nel nome di un partito).

Il triste, ma grandioso funerale di Gianvito è stato anche la rappresentazione della forza della sua comunità/società, stretta intorno alla morte di un uomo che prendeva sul serio i conflitti e le responsabilità.