Riciclaggio via Internet
L’offerta di servizi finanziari offshore in Internet: una pacchia per la criminalità organizzata.
Da tempo le organizzazioni internazionali dedite alla lotta al riciclaggio hanno riconosciuto il rischio rappresentato dai centri finanziari "offshore". Questi offrono a quei criminali che vogliono allontanare il denaro proveniente da reato dalla sua fonte illecita l’elemento un elemento fondamentale: la segretezza. A causa di una miscela di norme societarie poco trasparenti, queste giurisdizioni garantiscono la possibilità di costituire società totalmente anonime, gestite da "teste di legno", sull’attività delle quali nessuna autorità locale o straniera ha possibilità di controllo. Questi elementi, creando un alone di segretezza attorno ai titolari ed alle attività delle società offshore, minimizzano il rischio che il riciclatore corre di essere individuato, arrestato, condannato e di vedersi confiscare i proventi illeciti.
Sono molti i centri finanziari che offrono la possibilità di costituire società offshore: dalle famose isole Bermuda nell’Atlantico alla piccola Nauru nel Pacifico, dalle Isole Cayman nei Caraibi al più vicino Liechtenstein, solo per fare qualche esempio. Esiste poi un "centro finanziario offshore" un po’ particolare, che non ha confini fisici, che non richiede a chi vi investe di muoversi da casa, né di trascorrere ore al telefono con consulenti finanziari che hanno l’ufficio dall’altra parte del mondo. Questo "centro finanziario" si chiama Internet.
Negli ultimi 3 anni si è assistito ad un’esponenziale crescita dell’offerta di servizi finanziari offshore accessibili grazie alla discreta e veloce intermediazione della rete delle reti. Chiunque possegga un computer e un modem può avere una panoramica di diversi strumenti finanziari che permettono di investire e far circolare denaro in modo anonimo. E non solo: ha anche la possibilità di usufruire di tutti questi servizi senza bisogno di muoversi da casa propria o dall’ufficio. Internet rappresenta il modo migliore per utilizzare questi facilitazioni: è semplice da usare, è veloce, economico e, soprattutto, decisamente rispettoso della privacy degli utenti (soprattutto di quelli che prima di iniziare la navigazione si premurano di passare da un sito "anonymizer", che cancella il numero identificativo del computer col quale si sta navigando). A questo si deve aggiungere che, nel caso si presenti la necessità di comunicare con un altro soggetto, è disponibile una vasta gamma di servizi di e-mail, gratuiti e anonimi, che permettono di spedire messaggi a chiunque sia titolare di una casella di posta elettronica, senza che alcuno possa venire a conoscenza della reale identità del mittente e del destinatario. Se ciò non bastasse, esistono vari software, anch’essi scaricabili gratuitamente, che permettono di "codificare" il contenuto dei propri messaggi, i quali risultano comprensibili solo alle persone alle quali il mittente fornisce la "chiave" capace di decodificarli. Per il resto del mondo quei messaggi appaiono come una sequenza di simboli incomprensibili.
Grazie ad Internet è quindi possibile, anche a chi non possegga una profonda cultura informatica, collegarsi alla rete e navigare non essendo rintracciabile, raccogliere informazioni su vari servizi finanziari anonimi senza rivelare la propria identità, contattare un fornitore di tali servizi in un regime di massima riservatezza e lasciare che quest’ultimo, ovunque si trovi, costituisca in giornata una società offshore. Tale società, la cui attività non è riportata in nessun documento ufficiale, è a completa disposizione dell’utente, che la gestisce tramite il suo novello consulente finanziario, col quale comunica in codice (e che è tenuto al segreto professionale la cui violazione è spesso perseguita penalmente). Nonostante il nostro utente sia effettivamente la persona che prende le decisioni riguardanti l’attività della società, il suo nome non appare in nessun documento societario in nessuna parte del mondo.
Se si richiama ora alla mente l’affermazione fatta in precedenza riguardo al bisogno di segretezza dei riciclatori di denaro sporco e si ripensa all’anonimato che Internet offre come mercato finanziario offshore e come mezzo di informazione e comunicazione, si comprenderà come esso sia ad alto rischio di sfruttamento da parte dei criminali, in quanto diminuisce notevolmente la possibilità che essi vengano identificati e catturati. E’ possibile anche intuire l’enorme difficoltà che, per converso, le autorità di polizia dei diversi Stati incontrano nello scoprire e investigare un’operazione di riciclaggio effettuata tramite la rete. I necessari strumenti di cooperazione internazionale, infatti, non sono ancora presenti, e in molti Paesi non sono state redatte normative che disciplinino la raccolta e la possibilità di utilizzare in processo prove di natura elettronica. Nonostante varie organizzazioni sovrastatali e i governi nazionali stiano attualmente lavorando per colmare le lacune presenti nella regolamentazione di Internet, le contrattazioni procedono lente, mentre i criminali si sono sempre dimostrati molto veloci nello sfruttare le nuove tecnologie e tutte le opportunità di delinquere che esse, per loro natura o perché scarsamente disciplinate, offrono.