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QT n. 17, 13 ottobre 2001 Monitor

Festival Mozart: nel mondo di Sophie

Degna chiusura del Festival Mozart 2001, con il concerto della pianista Sophie Mautner

Decisamente positivo il giudizio sul Festival Mozart di quest’anno. Già nella serata di venerdì 28, a Trento, un Duomo affollatissimo aveva tributato il giusto scrosciare di applausi alla messa eseguita dal Concerto Köln e coro del Clare College di Cambridge: una esibizione impeccabile. Ma nella serata di sabato, in una esecuzione forse più in carattere col ricordo del grande salisburghese, il festival ha vissuto un momento altrettanto alto. Innanzitutto per la cornice particolarmente affascinante in cui si è svolto il concerto, quel teatro Zandonai che necessiterebbe certamente di un restauro, ma che rimane comunque una sala dall’aspetto elegante, dall’acustica sufficientemente buona e con palchi piccoli ma comodi; in secondo luogo per le notevoli qualità dell’artista in scena.

Sophie Mautner, classe 1977, ha dimostrato di essere molto brava (considerando che a undici anni studiava già al Mozarteum, c’era da aspettarsi che lo fosse) ed ha anche sorpreso per la sua bellezza. L’abbigliamento seducente della Mautner non è in causa: quello a cui ci riferiamo è lo stile con cui ha eseguito i brani in programma: assorta, quasi sognante, spesso con gli occhi rivolti al cielo, fissi in un punto indefinito dell’orizzonte, sembrava una creatura di un altro pianeta.

Inoltre Sophie Mautner è finalmente una pianista che non ha bisogno di mugugnare tutto il brano per riuscire a suonare. Il piglio con cui ha affrontato le sonate di Mozart (KV 332, KV 545, KV 281) era preciso e rapido, forse a tratti frenetico, tanto da dare l’impressione di voler sbrigare la prima parte del concerto per poi riservare più tempo ai difficili brani di Chopin e Brahms; in verità i quattro Impromptus di Chopin e i quattro Klavierstucke op.119 di Brahms risultavano palesemente più complicati anche ad un orecchio non esperto. Sophie Mautner non ha rallentato il ritmo serrato con cui aveva conquistato il pubblico fin dai primi minuti dello spettacolo, solo i movimenti più accentuati di braccia e spalle tradivano a tratti la concentrazione e lo sforzo fisico dell’esecuzione.

Alla giovane pianista manca solamente un po’ più di personalità; infatti, forse anche a causa della natura del programma, non si poteva fare a meno di avvertire una fastidiosa patina scolastica nel modo di interpretare i brani, ma l’unico vero neo di questa serata del Festival Mozart è stato il numero degli spettatori.

Ben altre folle meriterebbe un concerto tanto gradevole.

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