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Il gran rifiuto di Zanotelli

Serravalli Luigi

M i meraviglia, presso genti di cultura cristiana lo stupore per il fatto che il padre Comboniano Alex Zanotelli, che non conosco, abbia rifiutato i 500 milioni del premio Feltrinelli da disporre in carità per gli affamati del terzo mondo. Le regalie, infatti, sono il vecchio alibi del potere. I primi cristiani, infatti, distribuivano tutti i loro beni ai poveri e poi entravano nella nuova chiesa. Con Costantino le cose cominciarono a cambiare. Tuttavia, quando Cristo caccia i mercanti dal tempio, molti non intendono che i mercanti si fossero intrufolati nel tempio di Gerusalemme, cosa incredibile, ma che Cristo, parlando metaforicamente come al solito, intendesse il pianeta come un tempio dove il mercato risulta abusivo. Gli Apostoli, infatti, non possedevano nulla, vivevano nomadi, dormivano dove capitava e si nutrivano con ciò che la natura offriva liberamente. Predicavano le teorie di S. Giovanni e i misteri degli Esseni. La cultura del Paradiso terrestre: Dio ha creato l’uomo e la donna sulla terra e ha dato loro i mezzi di nutrirsi dai frutti della terra; il tempo della vita deve essere usato per intraprendere un viaggio nella verità. Viaggio per il quale il tempo di una vita non basta. Il danaro, la proprietà, i beni, il capitale, in questa visione messianica non avevano valore. Cristo e gli apostoli non possedevano nulla, un gelabba, vestito per il giorno e coperta per la notte, e andavano randagi per la Galilea, predicando la buona novella e dando l’esempio di una nuova vita senza divisioni fra fratelli. Nella massima semplicità.

Il gruppo non ha mai consumato una cena intorno a una tavola come quella dipinta da Leonardo da Vinci così mirabilmente.

In questa filosofia (che personalmente non sarei in nessun caso capace di vivere) si sviluppa il primo cristianesimo ed è per questo che le folle dei poveri del tempo lo seguono e la predicazione si spande per il mondo come un fuoco inestinguibile. Una specie di messianesimo che troviamo persistere nella cultura ebraica di ogni secolo.

Bertolt Brecht, poeta e drammaturgo, entro questo pensiero dice: non piangete se vedete bruciare una banca, piangete se vedete che ne costruiscono una nuova. E lo stesso Marx predicava qualche cosa di analogo, la realizzazione di una specie di comunismo laico dove non si conquista la ricchezza ma la libertà di una lotta comune per il progresso.

San Francesco la cui regola, a Roma, fu quasi totalmente mortificata, voleva che i frati vivessero in grotte o in capanne costruite con canneggiole o materiali leggeri di nessun valore.

In ogni caso in questo messianesimo che Zanotelli reinventa, il sistema monetario non deve proprio sussistere. Utopia di un altissimo valore morale, insegnamento e rivoluzione totale rispetto al nostro attuale modello di feroce sperequazione fra coloro che hanno e coloro che non hanno. San Francesco - narrano i Fioretti - passando per una strada vede i frati intenti a costruire un convento in muratura. Sale sul tetto con una scala e butta le tegole di sotto dove si infrangono in mille pezzi. Ma la sua utopia aveva ben poca praticità se si pensa che ai fratelli si erano aggiunte anche le clarisse. Tuttavia per tutto il Medio Evo le credenze pauperistiche assolute trovano molti seguaci e vengono combattute dalla Chiesa perché creano confusioni e pericoli.

Il richiamo di Zanotelli va considerato dunque simbolico ma di grande fascino. Il dividere la terra in proprietà dà vita a due tragici miti, uno ebraico e uno pagano: Caino e Abele e Romolo e Remo. Del resto nel distretto di Korogocho, immensa bidonville intorno alla ricca Nairobi, 500 milioni sono goccia d’acqua, quasi come una beffa, come sarebbero anche 5 miliardi.

Il filosofo francese Albert Caraco, autore di libri straordinari come "Post Mortem" e "Breviario del Caos", ha descritto molto bene nel moderno la convergenza fra orrori e parodia. Lui non ha poi rifiutato 500 milioni da distribuire, ha rifiutato tutto e si è suicidato.

Comunque qualcuno che ci prova a predicare la vita come un laboratorio di esperienze di fratellanza, conoscenza, uguaglianza e giustizia c’è sempre e il denaro, come si diceva nel Medio Evo, è solo sterco del demonio. Nel secolo scorso, infatti, abbiamo visto le nazioni europee (e non) ingavonarsi fra loro fino ai due conflitti mondiali.

La cultura della giustizia può essere utopica, quella delle Banche può portare a un terzo conflitto.