Fame nel mondo? La solita retorica…
Uno strano missionario e due berlusconiani recidivi all’attacco di padre Zanotelli.
Certe cose, Alex Zanotelli le dice da sempre e le ha ripetute giorni fa in un affollatissimo incontro a Trento. Con toni profetici e accenti catastrofisti che possono commuovere o al contrario disturbare, ma comunque fondati su dati di fatto non contestabili: i morti per fame in aumento, le guerre favorite dal commercio delle armi occidentali, il debito estero che strangola il terzo mondo, il fatto che – come ha ripetuto al cronista dell’Adige - "gli USA spenderanno quest’anno 500 miliardi di dollari in armamenti. Coi 250 che l’Europa spenderà quest’anno, fanno 750 miliardi che potrebbero essere investiti in vita e invece sono usati per difendere un sistema che vede il 20% del mondo consumare l’83% delle risorse".
Speranza di un futuro benessere per tutti? A queste condizioni è un’utopia: "Se il miliardo e 400 milioni di cinesi si dotano di un’automobile ciascuno come noi, chi potrà più vivere in questo mondo?"
Conclusione: per fermare un disastro che finirebbe per colpire tutti, ricchi e poveri, bisognerebbe che i Paesi sviluppati, prendendo coscienza della situazione, accettassero un modello di vita più austero, con una conseguente riduzione dei consumi. Ma nessuna forza politica - ammette Zanotelli - potrebbe ottenere significativi consensi su una politica del genere.
E’ tutta qui la fragilità della sua posizione; d’altronde Zanotelli non è un politico, è un prete, e come tale ha, più che il diritto, il dovere di denunciare questo stato di cose. Al giornalista che gli obietta come la sola prospettiva concreta sembri essere quella di un nord del mondo sempre più arroccato nella sua opulenza, Zanotelli replica: "Va bene, basta dirlo… Teniamo il 20% e lasciamo l’80% nella fame. Io, come credente…., non lo posso accettare. Devo gridare".
Il caso vuole che proprio in quei giorni, venuto per la presentazione di un suo libro, fosse a Trento padre Piero Gheddo, del Pontificio Istituto Missioni Estere, che su questi temi illustra al giornalista dell’Adige una visione di quegli stessi temi che non credevamo avesse più cittadinanza ufficiale, se non nelle chiacchiere da bar. Padre Gheddo alterna argomentazioni e affermazioni apodittiche, cominciando col liquidare il suo confratello con un perentorio "Zanotelli è un cattocomunista".
E poi: cancellazione del debito dei paesi del terzo mondo? Lotta ai mercanti di armi? "Sono falsi problemi".
Impossibilità per tutti gli abitanti del pianeta, pena la catastrofe, di raggiungere il nostro livello di consumi? "Sono le solite balle".
"L’Africa - spiega - è nella miseria perché gran parte degli africani hanno una cultura e una mentalità preistorica. La visione che accusa i paesi ricchi è quella che avevano i marxisti di un tempo. (…) I popoli che hanno ricevuto la Parola di Dio… hanno avuto un input di crescita che ha portato allo sviluppo moderno. Gli altri no. (…) Il progresso come noi lo conosciamo è nato col cristianesimo".
Dove sta l’errore di Zanotelli? "La minoranza dell’umanità consuma l’83% delle risorse perché produce la maggioranza delle ricchezze… Quello che Zanotelli non riesce a capire è che la ricchezza del mondo non è una torta da distribuire, ma una torta da produrre". E le materie prime, a cominciare dal petrolio, e l’acqua?
Padre Gheddo, comunque si vogliano definire le sue banalità, tenta per lo meno di fare un ragionamento. Non così due esponenti della destra trentina, che non sazi del boomerang che gli è rovinato in faccia quando hanno accusato la Curia trentina di connivenze coi no global, tornano alla carica.
Il più scomposto è Maurizio Perego: "Zanotelli la smetta di fare politica. Faccia il prete, ammesso che lo sia ancora. Eviti di parlare di cose che non conosce e la finisca con questa campagna di odio e di contrasto sociale. Insomma, la pianti di rompere i coglioni" (L’Adige, pudibondo, scrive "i c….", ma tant’è…).
E Perego, quali competenze ha per dare questi giudizi? La spiegazione è esilarante: "Io ho avuto uno zio missionario in Birmania, che è morto in un lebbrosario. Quindi conosco il mondo delle missioni".
Anche Mario Moresco si guarda bene dall’entrare nel merito dei problemi e si limita all’invettiva: "Perché questo personaggio deve sentirsi in diritto di sputare sentenze su tutto e su tutti, come fosse in possesso della Verità rivelata’ Se invece di fare l’agit-prop provasse qualche volta a fare il sacerdote, predicando amore invece di odio, cercando la concordia anziché attizzare la lotta di classe, appoggiandosi al Signore piuttosto che ai no global, non crede che otterrebbe dei risultati migliori?"
Repliche? Una pioggia di lettere all’Adige, in larga maggioranza a favore di Zanotelli, e che per definire l’intervento dei due politici usano termini quale "rozzo, volgare, maldestro, squadristico, presunzione, grossolanità, miseria culturale, spregiudicatezza malevola, trasformazione della verità in menzogna e della menzogna in verità".
Quanto a Zanotelli, ribatte, pacato e tagliente, a padre Gheddo: "Mi spiace che questa polemica sia fra due missionari, anche se padre Gheddo non è mai stato in missione. E’ quarant’anni che scrive libri, ma rimanendosene in Italia".