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I segreti di Dellai

Area Michelin: dall carte del Comune emerge che...

Emerse dagli archivi comunali, le carte sull’affare Michelin hanno in questi giorni gettata nuova luce sugli affarismi di Dellai.In estrema sintesi il problema consiste nel rifiuto del Comune (era il 1998) di acquisire l’area dismessa dalla multinazionale ("costa troppo, 100 miliardi" diceva il sindaco); e invece l’acquisto da parte di una società privata costituitasi allo scopo, Iniziative Urbane spa, costituita dai poteri forti locali, banche, assicurazioni ecc. Il tutto sponsorizzato dal Comune, che in una - poi famosa - seduta del 31 luglio 1998, cambiava destinazione urbanistica dell’area e stabiliva indici di fabbricabilità.

Con questo passaggio il Comune ha stabilito che quell’area - importantissima, a ridosso del fiume, e contigua al centro storico - deve sottostare alla logica di mercato: dovrà innanzitutto essere profittevole per i proprietari. "Si tratta di investitori che non hanno finalità speculative" afferma Dellai.

Sta di fatto che l’area adesso non potrà avere una destinazione pubblica - per esempio, alcuni edifici per l’università e la cultura in un parco sul fiume: "Non ci siamo rivolti all’Opera Bonomelli" dice Dellai, "I privati dovranno avere la loro redditività" afferma il capogruppo comunale della Margherita Casagranda.

Un bel pasticcio.

Ora però è emerso che tra l’allora sindaco e la Michelin è intercorso un carteggio, in cui Dellai da una parte trattava non tanto per il Comune, ma di terzi ("L’amministrazione provvederà a proporre le condizioni alle quali essa stessa o terzi soggetti designati dalla stessa Amministrazione potrano essere interessati alla conclusione dell’operazione e si riserva di formulare, o di far formulare da terzi, una o più proposte al riguardo"). Dall’altra imponeva alla Michelin una "dichiarazione di segretezza". E così la Michelin vedette ai privati; ma il prezzo non era di 100, bensì di 49 miliardi.

Insomma Dellai in pubblico diceva di non poter comperare perchè 100 miliardi erano troppi, parallelamente trattava per conto di privati; i quali, nel segreto imposto dallo stesso Dellai, comperavano invece a meno della metà.