Uomo e ambiente: i tempi cambiano…
Il rapporto uomo natura è una relazione culturale, mediata dalle nostre propensioni, ma anche dall’insieme dei rapporti sociali ed economici delle nostre vite. E’ opportuno ricordare questo concetto per evitare le drastiche semplificazioni di una idea di salvaguardia ambientale che si ispira a una fantomatica naturalezza da salvaguardare ad ogni costo. L’idea stessa di salvaguardia ha avuto connotati storicamente determinati, che col passare degli anni si sono rivelati superati, o addirittura contrari alle nostre attuali concezioni. In una lettera risalente a circa il 1880, l’ingegnere Bartolomeo Conci raccomandava, in nome della salute pubblica, di interrare completamente il lago di Caldonazzo, parlando di acque putride, marcescenti, ammorbanti, che portavano malattie e miseria agli abitanti delle zone limitrofe.
Altro episodio: nel 1919 il naturalista Giacomo Bresadola, consultato per riferire sulla tutela degli ambienti alpini, rispose che solo alcune conformazioni rocciose, le caverne di Covelo e di Sporminore, o le doline e le grotte del Bondone, erano meritevoli di salvaguardia. Eppure, in quegli anni, i primi sintomi di difficoltà di sopravvivenza di alcune specie erano già disponibili.
Il problema ambientale è strettamente connesso con la qualità della nostra vita: si pensi al tremendo pericolo dell’inquinamento alimentare. Non occorre andare indietro di molti anni nelle cronache della nostra provincia, per ricordare che l’uso di alcuni insetticidi nella Valle di Non provocò l’inquinamento dei pascoli, al punto che il consumo di alcuni formaggi venne sconsigliato.
In tempi recenti l’idea ambientale ha assunto rilievo anche per associazioni non direttamente interessate alla salvaguardia. L’evoluzione della Sat è al riguardo esemplare: in passato l’associazione spese molte energie per sviluppare i rifugi in alta quota, in maniera secondo alcuni alquanto indiscriminata, mentre nell’ultimo congresso i temi legati alla salvaguardia dell’ambiente hanno avuto particolare rilevanza, ospitando persino un intervento sulla valutazione del vero e proprio valore economico, praticamente incommensurabile, del ghiacciaio dello Stelvio.