C’è un futuro per Luserna?
L'unica località di lingua cimbra del Trentino è passata dai 1.200 abitanti del 1920 ai 370 di oggi. E domani?
Fra le realtà etnico-culturali di cui il Trentino è ricco, la comunità germanofona radicata nel comune di Luserna merita senz'altro la massima attenzione per le peculiarità che riveste e, purtroppo, anche per l'alto rischio di estinzione a cui è soggetta da troppo tempo, senza che, apparentemente, si possa porre rimedio.
Storicamente le origini di questa comunità, l'ultima a mantenere viva la lingua cimbra, risalgono ai secoli XI e XII e sono in relazione con una forte migrazione di coloni bavaresi avvenuta, in seguito a grave carestia, nell'XI secolo verso le terre dei Monti Lessini: vi erano, a quei tempi, stretti contatti tra il convento di S. Maria in Organo a Verona e quello di Benediktbeuren in Baviera. Nel medesimo periodo iniziò anche la colonizzazione dei Sette Comuni vicentini ad opera degli Ezzelino, che dalla Germania vennero in Italia; in seguito le aree colonizzate si svilupparono e si consolidarono creando un'unica area compatta ed omogenea. Nel XIII secolo, per iniziativa del Principe Vescovo Federico Vanga, furono colonizzate le terre disabitate ad est e gli altipiani con abitanti provenienti dai "Sette Comuni" vicentini e dai "Tredici Comuni" veronesi: il più importante insediamento originario fu Lavarone e solo nel 1442 vi è una testimonianza documentaria riguardante Luserna, che poco dopo venne inclusa nel la giurisdizione di Caldonazzo (dinastia Trapp). Nei secoli successivi la comunità si allargò ulteriormente includendo, oltre all'altopiano di Folgaria-Lavarone-Luserna, anche Terragnolo, la Vallarsa e la Valle dei Ronchi e contando, nel XVII secolo, circa ventimila persone parlanti il "cimbro".
La popolazione degli altipiani fu denominata "cimbra" perché si riteneva, erroneamente, che discendesse dai Cimbri che, dopo aver tenuto a lungo in scacco le truppe romane, furono sconfitti dal console Mario nel 101 a.c. Ma evidentemente non vi è nessuna relazione tra l'idioma dei Cimbri che precedettero la colonizzazione romana e il medio-alto tedesco, lingua parlata nel medioevo dalle popolazioni bavaresi cui appartenevano i coloni fondatori della comunità e che tuttora è parlata correntemente.
Nel XVIII secolo Luserna acquisisce una precisa identità amministrativa: un documento del 1710 testimonia l'annessione alla comunità di Lavarone, in posizione subordinata; con documento datato 4 agosto 1780 viene sancita la divisione delle due comunità, e Luserna diviene comune autonomo. A quell'epoca gli abitanti di Luserna erano 250, ed i periodi successivi portarono ad un costante incremento demografico, tanto che nel 1900 Luserna contava 915 abitanti; tale trend si andò accentuando nei primi decenni del secolo al punto che, nonostante i devastanti eventi bellici e la conseguente evacuazione della popolazione, gli abitanti giunsero negli anni Venti a 1.200 unità.
Una prima, forte, ondata di emigrazione causata da crisi economica si ebbe nel decennio successivo, riducendo gli abitanti a 864; il secondo conflitto mondiale portò un'ulteriore riduzione causata da fatti bellici, opzione ed emigrazione. Attualmente la popolazione residente ammonta a 370 abitanti, drasticamente decimata dall'emigrazione per motivi di studio e lavoro; una comunità isolata e resa sempre più precaria anche dallo squilibrio tra giovani e anziani. I membri delle famiglie emigrate sentono peraltro un forte legame con la comunità, mantenendo vivi i rapporti nei limiti del possibile. Riguardo ad un futuro ripopolamento del territorio del Comune, le prospettive sono legate alla creazione di possibilità di vita e lavoro in loco, cosa che non esiste al momento attuale.
Questa popolazione dovrebbe conservare e tramandare alle future generazioni un patrimonio etnico, linguistico e culturale non indifferente: la lingua originaria, grazie a frequenti contatti con il mondo mitteleuropeo, a Luserna si è mantenuta pura, non giungendo mai a forme corrotte come lo slambrot, un tempo parlato nelle comunità vicine.
Del patrimonio culturale cimbro bisogna considerare anche il territorio, che contiene un assortimento di segni di epoche passate quanto mai raro per ricchezza e varietà nelle tipologie. La memoria storica relativa alla prima guerra mondiale a Luserna è particolarmente sentita e viva, in quanto l'altopiano fu teatro degli scontri più duri di una logorante guerra di posizione tra le truppe austriache e quelle italiane. Grazie alle numerose installazioni rimaste in piedi, come il Forte Luserna e il cimitero militare austriaco, una tragedia di portata epocale come fu il conflitto 1915-18 è rimasta scolpita nell'ambiente, a monito ben più efficace e duraturo di una memoria verbale.
L'architettura del campanile della chiesa di S. Antonio ci porta nella mitteleuropa, e gli edifici rurali, conservati allo stato originale, sono testimonianza di una cultura contadina importata, oggi strumenti di un ideale legame con la patria originaria. Tra i vari reperti risalenti alla preistoria, la scoperta più clamorosa è costituita da un dolmen e da alcuni menhir, questi ultimi inclinati in modo da non gettare ombra sul terreno al sorgere del sole nell'equinozio di primavera; importantissimi sono anche i resti di forni per la lavorazione della ceramica, e i cocci e le scorie della medesima risalenti al 1200 a. C.
Per mantenere vive e conservare le peculiarità di questo incredibile microcosmo è stato costituito nel 1996 il Centro Documentazione di Luserna. che in questo breve arco di tempo si è già fatto promotore dell'individuazione e raccolta della documentazione storica che interessa Luserna e le isole linguistiche germaniche, nonché dell'elaborazione della relativa bibliografia.
Il positivo riscontro che hanno avuto finora le mostre organizzate dal Centro (tra le quali ricordiamo "Cimbri e Mòcheni 1 segni della storia " dello scorso anno) è un fattore bene augurante per il futuro della comunità. Le iniziative più recenti sono mirate al coinvolgimento di un più ampio strato della collettività nelle problematiche e nella conoscenza del patrimonio storico-culturale della comunità cimbra: la recente mostra fotografica "Luserna e gli altipiani nella prima guerra mondiale ", cui è stato affiancato un convegno di studi, ha offerto al pubblico una serie di immagini rare e inedite, tra le più eloquenti nell'iconografia del primo conflitto mondiale.