Squali nei nostri mari? Niente di strano
Da "Sabato Sera" settimanale di Imola (Bologna).
Gli animali più avvistati? Sicuramente i pescecani, diventati il tormentone televisivo di questa fine estate. Prima lo squalo martello ripreso nel golfo di Napoli, poi uno squalo bianco visto a più riprese in Adriatico. Il primo andato in onda sul Tg3, il secondo prima al Tg5 (particolarmente impressionanti le immagini del suo attacco ad una verdesca appena pescata), poi, la seconda volta, sul Tg3.
Tuttavia nei nostri mari gli squali non sono una novità, popolati come sono da verdesche e squali volpe.
Pericolosi?
"Di rischi non ne ho corsi o forse, a volte, li ho sottovalutati" -ci risponde Gianni Mozzetti, gestore di una paninoteca ad Imola e da quindici anni pescatore d'altura. Inventato dai francesi, il drafting, ossia la deriva, è praticato relativamente da poco tempo anche in Italia e consiste nell'insidiare la preda andando, appunto, alla deriva col natante. Ma in cosa consiste la tecnica?
"Si prepara il campo da pesca -spiega Mozzetti- gettando a mare, poco alla volta, alcune cassette di sarde. In tal modo si crea una scia continua di pastura, mentre il pescatore, saldamente imbragato alla sedia posta nella parte posteriore della barca, mantiene le lenze con le esche innescate. Poi, afferrata la preda, inizia il combattimento, che può protrarsi anche per un paio d'ore se l'esemplare è di grosse dimensioni".
Quanti pescecani sono finiti al suo amo?
"Mah, una ventina direi: per lo più verdesche e quattro squali volpe. Un anno fa mi capitò un episodio analogo a quello che ora è finito sui giornali. Avevo preso la mia quarta "volpe", un bestione sui 180 chili, e cercavo di issarla a bordo, con l'aiuto del mio socio, quando il sangue ne ha richiamata un 'altra che.. zac, si è avventata".
Allora un po' di pericolo c'è...
"Chiariamo. Ogni tanto qualcuno vede in Adriatico squali di notevoli dimensioni. Secondo me sono esagerazioni. Le verdesche sono piccole e non aggrediscono gli uomini. Certo, può capitare che anche la verdesca, di solito non feroce, aggredisca il sacco della pastura, che del resto è usata proprio per richiamarla; poi due colpi di pinna e sparisce; di sicuro non si accanisce contro uomini e barche. Qualche problemino può dare invece lo squalo volpe: è più grande, con una coda lunghissima, che usa per uccidere le prede. E' anche un pesce acrobatico, capace di grandi salti e così risulta che qualche pescatore incauto, come accaduto di recente negli Stati Uniti, venga ucciso dal colpo di coda. Anche quando è a bordo della barca può dare colpi di coda micidiali" -racconta Mezzetti, toccandosi una vecchia ferita. "Però -aggiunge- lo squalo volpe è buonissimo da mangiare".
Dove trova i pescecani?
"Il loro habitat è sui 50-60 metri. Gare di pesca vengono effettuate nei pressi delle piattaforme Agip che sono fra Pesaro e Senigallia ".
Più scientifico, ma anche maggiormente preoccupato, l'approccio di Alberto Tassinari che dirige lo zoo-acquario di Imola e particolarmente appassionato al tema da quando un paio di squaletti sono nati sotto i suoi occhi, in cattività.
"L'allarme lanciato dai mass media non è giustificato esordisce ma per capire bene occorre inquadrare la questione generale. Questo animale è una macchina perfetta, concepita come spazzino dei mari. Esistono 300 varietà di squali, presenti sia nei mari tropicali che in quelli temperati che in quelli freddi. Tuttavia gli animali più aggressivi, come piranha, caimani, anguille elettriche, vivono nelle acque calde e ciò vale anche per gli squali".
Davvero nei nostri mari circola lo squalo bianco?
"Sino a poco tempo fa si riteneva di no. Ma adesso siamo certi che è arrivato: le riprese filmate lo testimoniano. Ciò accade perché il Mediterraneo si sta scaldando, ma anche perché è più affollato di pesce che in passato e perché qui uno squalo bianco trova meno rivali. Nello stretto di Messina la cosiddetta "morte bianca " si sta riproducendo, come del resto accade ad altri animali tropicali arrivati da noi".
Sono pericolosi?
"Che gli squali siano innocui è un 'esagerazione, anzi una idiozia. Se andiamo in Australia o negli Stati Uniti possiamo vedere quanto sia rischioso incontrarli: lì infatti studiano rimedi per tenere lontani dall'uomo gli "spazzini dei mari ". In questi giorni nessuno ha ricordato che lo squalo bianco è l'unico che riesca a stare con la testa fuori dall'acqua, vedendo benissimo e colpendo, come confermano implicitamente anche quelle immagini in tv ". In questo caso, dunque, smitizzare la paura è sbagliato. "Sì. Con questo non voglio dire che gli squali vadano massacrati in modo indiscriminato. Però occorre la massima vigilanza sui rischi reali, soprattutto per noi che non abbiamo l'abitudine a fare i conti con loro ".
A poca distanza da Imola c'è un luogo che vale la pena visitare per sapere qualcos'altro sugli squali: è la Fondazione cetacei ospitata dal Delphinarium di Riccione e diretta da Leandro Stanzati. Nel maggio '97, ad esempio, fu portata lì la grande mostra intitolata "Squali, dalla parte dei cattivi". Vennero Piero Angela, suo figlio Alberto e il fotografo Alberto Luca Recchi a presentare il loro "Squali" edito da Mondadori, l'unico libro italiano divulgativo sullo spinoso -anzi, dentato- argomento. Dove fra l'altro si scopre che alcuni prodotti ricavati dalla lavorazione degli squali sono preziosi: le cornee, possibile alternativa a quelle umane; la cartilagine, da cui si estrae la condroitina, con cui si curano le ustioni; o la squalamina, attiva parrebbe, ma è stata isolata per la prima volta nel 1993 e dunque poco ancora si sa -contro infezioni batteriche e virus. E infatti gli scienziati cercano di capire perché, iniettando un tumore a questo animale, subito lo espelle.
Il Delphinarium si è candidato a istituire una "squalo-nursery" in questo tratto di mare. Lì si può anche provare qualche brivido scrutando il cosiddetto pinna nera, un esemplare tropicale splendido quanto minaccioso. Ma il nostro immaginario -ben condito da Hollywood, è ovvio- teme soprattutto l'altro estremo cromatico, ovvero il citatissimo squalo bianco. Certo gli umani si vendicano a iosa su ogni pescecane che giri: circa 100 milioni di esemplari all'anno (mezzo milione solo negli Usa) vengono uccisi per sport, per errore o per cibo, dato che le loro pinne sono pregiatissime soprattutto nella cucina orientale.
Chi (come i cubani dell'Avalon Diving) studia gli squali invece di cacciarli, ha fatto scoperte interessanti. Alcune specie di pescecani -in questo caso facendo onore alla loro cattiva fama- mangiano i fratellini, appena nati.
Non avendo ossa dure, quando muoiono gli squali non lasciano tracce (denti a parte), insomma si dissolvono. Hanno stornaci così robusti che al loro interno sono stati trovati pezzi di acciaio e carcasse di animali (chissà se è da qui che derivano le storie di Giona o di Pinocchio). Ma il dato più curioso è che il maschio ha due organi sessuali, uno funzionante e l'altro di riserva. Se l'amplesso è focoso, capita infatti che la femmina rompa il primo.
Anche le femmine, comunque, hanno le loro contromisure: forse la pelle è così spessa proprio per difenderle dai morsi dei maschietti -con pinne.