Pena di morte
L'Onu raccomanda l'abolizione della pena capitale. Ma la strada per arrivarci è ancora lunga.
La pena di morte ha radici bibliche ed è stata accolta nella cultura giudaico cristiana: "Occhio per occhio, vita per vita". Tutti gli ordinamenti giuridici, compreso quello dello Stato pontificio, hanno inserito nei loro codici la pena capitale. Gli argomenti a favore non sono pochi ne di poco conto. Non vi è dubbio che la pena di morte attua al massimo la prevenzione nei confronti dei criminali pericolosi. Non è infrequente che stupratori e assassini ripetano il delitto una volta scontata la pena. Si ricorda nella storia del diritto il caso del criminale inglese, condannato per aver violentato e ucciso due bambine, il quale fuggì dal carcere dove era rinchiuso e prima di essere nuovamente catturato violentò e uccise un'altra bambina. Se fosse stato giustiziato la prima volta, il secondo delitto non sarebbe accaduto. Fra tutte le pene, quella di morte ha la massima forza intimidativa e ha anche efficacia di prevenzione. Si faccia il caso di un criminale che compie un delitto per cui è prevista la pena all'ergastolo: senza la pena di morte potrebbe essere indotto ad aggravare il reato, commettendo, per esempio una strage invece che un omicidio singolo, perché tanto la pena resta uguale. Non vi è dubbio che è opportuno evitare che il criminale sia' indotto ad aggravare il suo misfatto. La pena di morte, inoltre, ha la massima efficacia vendicativa, "placa meglio il sentimento offeso dei parenti, degli amici della vittima ecc." (Relazione al Rè, codice penale). Infine la pena di morte non è incompatibile con la democrazia, come dimostrano i casi degli Stati Uniti e dell'Inghilterra. Anche gli argomenti contro la pena di morte non sono pochi ne di poco conto. Si afferma in primo luogo che la pena capitale rende impossibile la rieducazione del condannato, che dovrebbe invece essere uno degli scopi della sanzione penale. Si aggiunge che la pena di morte è esempio e scuola di ferocia, abitua alla soppressione della vita umana e ha quindi una funzione diseducativa. Si contesta inoltre che essa abbia funzione deterrente: "L'atrocità stessa della pena fa sì che si ardisca tanto più per [schivarla, quanto è grande il male a cui si va incontro" (Cesare Beccarla, Dei delitti e delle pene, cap. XV). Non vi è dubbio infine che la pena di morte rende impossibile la riparazione di eventuali errori giudiziali. Sembra di poter concludere che non esistono ragioni di principio a favore o contro la pena di morte. La sua tendenziale eliminazione è frutto di una diversa cultura che pone sullo stesso piano la difesa della società e il rispetto della persona. In sostanza si tratta di un ulteriore allontanamento dalla barbarie, di un ingentilirsi dei costumi che promuove pene più miti. Ha scritto in proposito il Beccarla: "Panni assurdo che le leggi che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e che per allontanare i cittadini dall'assassinio ne ordinino uno pubblico".
In Italia la pena di morte, ripristinata durante il regime fascista, è stata definitivamente abolita con l'art. 27 della Costituzione che al suo quarto comma stabilisce: "Non è ammessa la pena di morte ". Il secondo comma ne spiega la ragione: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato ". Il 3 aprile 1998, in occasione del 50° anniversario della "Dichiarazione mondiale dei diritti dell'uomo", l'Onu ha votato su proposta dell'Italia una risoluzione che raccomanda "ai paesi che tuttora adottano la pena di morte di operare tempestivamente per una sua progressiva abolizione". Tutti i paesi europei compresa l'Inghilterra (dove esiste la pena di morte) hanno votato a favore. Hanno votato contro gli Stati Uniti, la Cina, l'Indonesia, il Giappone e altri. In tutto il mondo i paesi che conservano la pena di morte sono 117, mentre quelli che l'hanno abolita sono 61. La risoluzione del 3 aprile 1998 è un fatto positivo, perché rafforza il ruolo di guida dell'Onu, la sua autorità politica e morale nel miglioramento della cultura giuridica mondiale. L'abolizione della pena di morte comporta una lotta di lunga durata e non avrà vera efficacia senza un'autorità al di sopra delle tante potenze, piccole e grandi, in cui è frammentato il mondo.