Di chi è la colpa
Col pasticcio che avevano combinato durante le trattative per la scelta del candidato a Trento, nel centrodestra non potevano sperare granché di meglio: al massimo il miracolo di arrivare al ballottaggio; ma niente. E quindi le reazioni appaiono per lo più rassegnate, soprattutto all’interno della Lega, con l’eccezione dell’umorale Savoi, che preannuncia ritorsioni contro il traditore Cia: “Cia si è suicidato politicamente uscendo dalla coalizione. I risultati di Trento, la sua città, dimostrano quanto valga. Lo abbiamo potuto pesare e abbiamo visto che ha preso quasi nulla. Quindi, mi dispiace, ma quando ci sarà il cambio di giunta regionale a metà mandato la Lega non potrà certo votare per lui. Mi dispiace, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso. Era stato avvertito”.
Chi proprio non si rassegna è Andrea Merler, che invece ci sperava, e non si dà pace: “Peccato – dichiara ai cronisti - bastavano 2.000 voti in meno per lui (Ianeselli, n.d.r.) e saremmo andati al ballottaggio, facendo respirare alla città un profumo di speranza e libertà. Tutta colpa del Patt che col suo 6% ha dato il contributo determinante alla vittoria di Ianeselli”.
E ancora: “Se loro (Carli e Zanetti, n.d.r.) fossero rimasti nel centrodestra saremmo arrivati al 40%”.
“Il candidato sindaco del centrodestra – annota il cronista - ha creduto fino all’ultimo nell’impresa”, e difatti Merler ribadisce: “Mi bastava davvero poco per diventare il successore di Andreatta... Era sufficiente per darmi la vittoria un Patt più sensibile alle richieste della sua gente, lontana anni luce dal mondo della Cgil... In fondo per 2.000 voti non siamo andati al ballottaggio e avremmo vissuto un momento entusiasmante. Con altre due settimane ci sarebbe stata l’opportunità per spiegare meglio la mia idea di futuro, i miei progetti di sviluppo”.
“Deluso, amareggiato, sconfortato” lo definisce a buon diritto l’Adige, ma lui nega: “Ho una bellissima famiglia, sono socio di uno studio importante, ho molte soddisfazioni professionali... Come faccio a essere deluso?” E poi – conclude - “ho 37 anni e ancora tanto tempo davanti per rifarmi”.
Oltre ai traditori e al destino crudele, l’altro classico responsabile di una sconfitta è il corpo elettorale, che non ha capito, che ha votato contro i propri interessi. “Prendo atto del risultato – dice ad esempio Marcello Carli -, e non si può che fare così in democrazia, ma con stupore, perché credevo che Trento meritasse almeno di andare al ballottaggio. Il voto mi dà l’idea purtroppo di una città conservativa. Trento è una bella addormentata, e Bolzano ci ha superato perché si è inceppato qualcosa sia in Provincia sia nella città di Trento”. Più sintetico Silvano Grisenti: “Il voto si rispetta, vuol dire che alla gente va bene, beati loro! Ma guai a Dio se (poi) si lamentano!”.
Il più avvilito di tutti è il forzista Maurizio Perego, che comunque approfitta dell’occasione per riprendere un’annosa polemica interna: “Avete visto i risultati? Un disastro. Voi non potete immaginare come si può sentire chi come il sottoscritto ha da sempre a cuore questo partito. Il male assoluto non eravamo evidentemente io e Michaela Biancofiore, come qualcuno ha voluto far credere. Oggi sarebbe facile sparare addosso al coordinatore regionale Giorgio Leonardi e a quei pochi che sono accanto a lui. Evito di farlo. Non posso però non rilevare come sei persone della lista di Forza Italia a Trento abbiano preso zero voti e altrettante uno solo”.
Concludiamo con l’ironia (“sadica” gli replicherà Renzo Gubert) di Giorgio Tonini: “La Provvidenza è grande e nel suo disegno c’è un posto anche per Franco Bruno e la sua Catena. È grazie a loro infatti, se allo scudocrociato di venerata e grata memoria è stata risparmiata l’onta di vedersi assegnare il titolo di lista meno votata a Trento, la città di Alcide Degasperi. Ci pensino gli attuali detentori legali di quel simbolo glorioso. E lo lascino andare in pace, con gli onori che la sua grandezza merita. Non è giusto che lo trascinino a farsi travolgere perfino dall’Onda di Degasperi (nel senso di Filippo). Non si dovrebbe, oltre un certo limite, mettere alla prova la Provvidenza”.
E il citato Franco Bruno, coi suoi 144 voti, come commenta? “È solo una presa in giro, una perdita di tempo. L’ho detto all’inizio, io. Ha vinto anche oggi il mondo della droga. A pagare le conseguenze saranno i cittadini, il popolo”.