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“Usavamo la cinepresa: storie in formato ridotto”

Cinema amatoriale Trento. Le Gallerie di Piedicastello, fino al 3 maggio 2020

Vladimiro Sternini

Secondo Quantity-Altervista, ogni minuto vengono caricate su Youtube 300 ore di video, per un totale di 432.000 ore al giorno, ovvero 157.680.000 ore in un anno. Considerata una durata media di 4 minuti e mezzo per video, ogni anno approdano dunque su Youtube oltre 2 miliardi e 100 milioni di nuovi video. La vertigine di queste cifre è giustificata dall’estrema facilità di ripresa dei filmati e di caricamento degli stessi sulla piattaforma, attraverso dispositivi nelle mani di tutti, come gli smartphone.

Accanto a migliaia di video musicali, frammenti di produzioni televisive e cinematografiche, documentari, produzioni di youtuber più o meno improvvisati, insieme ai più disparati tutorial e a qualche produzione di qualità (ma per quelle si ricorre solitamente ad altri canali, come Vimeo), troviamo migliaia di filmati amatoriali, dalla gita fuori porta alla festa di compleanno, dalla festività paesana agli scherzi agli amici, fino alla partita di calcio nel campetto sotto casa. Video destinati per loro natura a una cerchia ristretta di conoscenti in familiarità con gli anonimi protagonisti delle riprese, ma che vengono comunque lanciati nella rete, talvolta senza troppo rispetto per la privacy, a iniziare dalla propria.

Prima del web, o meglio, prima dei social media e degli smartphone, la produzione di filmati casalinghi viveva un’altra dimensione, certamente più elitaria - non erano in molti a potersi permettere una telecamera, e ancor meno, nei decenni precedenti, una cinepresa -, ma soprattutto più intima, limitata ai parenti e ai conoscenti.

La mostra in corso alle Gallerie di Piedicastello è un concentrato di storie. Storie narrate da persone comuni, anonimi registi improvvisati che hanno ripreso comuni eventi famigliari, gite fuori porta, ma anche piccoli-grandi eventi di cui sono stati spettatori. Storie dell’evoluzione tecnica delle cineprese amatoriali, dai primi modelli fino alle telecamere degli anni Novanta, così come delle pellicole utilizzate per le riprese. Storie di un modo diverso di fare storia, che attinge a questi documenti video per raccontare un’epoca, i suoi costumi, i suoi gusti, i cambiamenti dei riti sociali. Storie infine di una straordinaria raccolta conservata nella Cineteca del Museo Storico, costituita da oltre un migliaio di filmati in diversi formati - soprattutto 8 mm -, già utilizzata dall’istituzione trentina per alcune mostre e indicizzati in un database afferente all’Archivio online del Novecento trentino, nel quale è possibile visionare alcuni secondi di tutti i filmati.

Il percorso, che si sviluppa nella Galleria nera, procede per tappe tematiche, quelle solitamente più ricorrenti nei filmati amatoriali. La prima sezione è ad esempio dedicata al viaggio, in cui il filmato assume il ruolo di souvenir, in un’epoca - gli anni Cinquanta e Sessanta - di crescente benessere e nuove possibilità di svago.

Altri filmati, legati alla storia dei membri della famiglia, sono quelli che testimoniano battesimi, prime comunioni, compleanni e matrimoni, come pure eventi più quotidiani, meno ufficiali, legati allo svago, dai pic-nic al giro in Lambretta o in 600, fino al ballo e alla vita da spiaggia; divertimenti e passatempi profondamente legati a un’epoca, selezionati accuratamente dall’occhio del cineoperatore. In altri video la dimensione da privata si fa collettiva, come in quelli legati all’associazionismo, dalle gite organizzate dalla parrocchia alle escursioni degli scout, ove, oltre a documentare gli eventi, le riprese servivano anche ad attrarre nuovi giovani nel gruppo. Contraddistinti da un approccio in qualche modo corale sono anche i filmati riguardanti eventi sportivi, che siano le olimpiadi del 1956 o la partita della squadra rionale, così come i filmati che documentano le più varie manifestazioni sportive.

Un ruolo a metà strada tra l’amatoriale e il professionale rivestono infine i molti filmati dal taglio documentaristico. Questi furono realizzati sia in ambito scolastico che lavorativo, come nel caso dei filmati che inquadrano cantieri di grandi opere, dall’A22 agli impianti idroelettrici, senza dimenticare certe riprese d’ambito famigliare, come quelle che documentano attività lavorative, sia tradizionali che legate alla modernità; uno sguardo in questo caso etnografico, attento a tecniche e gestualità oggi in gran parte desuete.

Vista la grande mole di materiale a disposizione, la selezione dei filmati in mostra viene periodicamente cambiata, pertanto, per chi vuole andare oltre la prima lettura, il consiglio è quello di tornare almeno una seconda volta alla mostra.

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