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La funivia: un servizio, come la piscina

La “montagna di casa” di Innsbruck ora è molto più accessibile

Il Patscherkofel (2246 metri) è la montagna di Innsbruck, distante pochi chilometri dalla città, dove vennero disputate le gare di due Olimpiadi invernali (1964 e 1976) e di altre importanti competizioni sciistiche, come i campionati mondiali.

La funivia che arrivava lassù partendo dalla vicina (6 km) località di Igls, fu inaugurata nel 1929: era municipale, gestita dall’agenzia di trasporto pubblico. Ma ad un certo punto si cominciò a dire che quello era un impianto prettamente turistico, che poco aveva a che fare col trasporto pubblico, sicché negli anni Ottanta si decise di privatizzarla. Se ne impadronì Peter Schröcksnadel, grande imprenditore turistico, fin dal 1990 presidente della federazione nazionale di sci, che sulla montagna ha costruito anche un nuovo impianto, l’”Olympiaexpress”, che però per ragioni burocratiche poteva funzionare solo nella stagione invernale, mentre per i turisti estivi rimaneva disponibile la vecchia struttura. Ma avvicinandoci ai giorni nostri si presentava un problema: la prossima scadenza della concessione, per il cui rinnovo l’impianto avrebbe dovuto essere adeguato secondo i nuovi rigorosi standard di sicurezza, che avrebbero comportato un costo stimato di almeno 10 milioni.

C’era poi da considerare un altro fatto: Igls non è più, come negli anni Sessanta, un apprezzato centro turistico invernale, perché oggigiorno, a 800 metri di altezza, è sempre più difficile garantire l’innevamento. Nessun turista sceglie Innsbruck o Igls per una settimana di sci. Le tante persone che vengono qui lo fanno perché è una città universitaria, di congressi, un centro economico, perché è una città architettonicamente ricchissima, perché il paesaggio è bellissimo, la qualità della vita eccellente, e perché ci sono tante opportunità per fare sport: anche sciare, certo, ma una funivia a Innsbruck non può più funzionare solamente come impianto da sci.

In conseguenza di tutto ciò il Consiglio comunale decise che occorreva una nuova funivia per garantire a turisti e cittadini (compresi i disabili) l’accesso al “monte di casa” in tutte le stagioni, e votò a grandissima maggioranza sia il progetto che i soldi necessari per ricomprare dal proprietario il vecchio impianto, risistemando il tutto.

La nuova infrastruttura, composta da una cremagliera che parte dalla città e da due successive tratte in cabinovia (2.324 metri, mille di dislivello), tocca tutti i punti di interesse della montagna, dalle piste da sci, ai sentieri ciclabili e per passeggiate; insomma, un complesso per lo sport e la ricreazione “casalinga” destinata agli abitanti dell’area metropolitana, oltre che ai turisti.

L’operazione ha avuto un costo complessivo di circa 80 milioni, che includevano, oltre all’acquisto della struttura e ai nuovi impianti, l’architettura delle stazioni (progetto vincitore di un concorso, perché non volevamo una funivia qualsiasi) e altre iniziative per migliorare le infrastrutture turistico-ricreative di Igls, compresi due ristoranti.

Ma nonostante questi costi non indifferenti, le tariffe si sono mantenute decisamente basse se confrontate con quelle delle “normali” funivie turistiche. La nuova struttura è stata concepita come un investimento nella qualità di vita della popolazione, che non rende in termini di entrate, ma che è necessaria: come una piscina, una palestra, una scuola, un museo. L’investimento originario lo deve finanziare il Comune, a fondo perduto, ma poi il bilancio operativo deve essere “neutrale”: niente perdite, insomma, ma anche niente guadagni. Il che, secondo il business plan della società municipale, dovrebbe essere garantito.

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