Tunnel del Brennero in Trentino: si va avanti senza dibattito sui rischi
Nell’autunno del 2007 QT informava i propri lettori degli impatti ambientali legati alla costruzione del tunnel del Brennero: quelli in procinto di verificarsi e contro cui era in atto una protesta popolare, a Prati di Vizze in Sudtirolo (QT n° 16), e quelli che, all’epoca, erano in là da venire e pertanto meno facili da identificare, da noi in Trentino (QT n° 17). Da allora le cose sono molto cambiate.
A Prati di Vizze la protesta dell’intera comunità ha portato nell’estate 2008 progettisti e amministratori a rinunciare a costruire il cunicolo di servizio al tunnel che avrebbe devastato la valle. E in Trentino?
A marzo è stato depositato in Provincia, per la Valutazione di Impatto Ambientale, il progetto preliminare della tratta di accesso al tunnel che correrà in territorio trentino. E’ dallo stesso studio di impatto ambientale svolto dal proponente (Rete Ferroviaria Italiana) che emerge, fra tutti, il rischio idrogeologico molto serio legato agli scavi necessari a far passare sotto terra oltre 70 dei circa 80 km del tracciato trentino.
Questo accade appena dopo che, a febbraio, il cunicolo esplorativo per le opere sotterranee del depuratore di TN3 tra Mattarello e Besenello ha intercettato una falda acquifera creando un’enorme e inattesa perdita di acqua di circa 70 litri al secondo, che ha bloccato i lavori. A circa un chilometro da questo cunicolo dovrebbe iniziare passare anche la tratta trentina di accesso al tunnel del Brennero, in una zona dalle medesime caratteristiche idrogeologiche di quella interessata dal depuratore. Se un cunicolo esplorativo di 5 metri di diametro ha creato quella fuoriuscita, cosa potrebbe causare una galleria ferroviaria di diametro triplo e destinata a giungere ad una profondità superiore?
E’ una delle tante domande che continua a non trovare spazio all’interno di dibattiti pubblici attorno all’opera che le comunità e le amministrazioni dei territori interessati non dovrebbero più tardare ad animare.