Due/tre gay per classe, uno in ogni squadra di calcio...
Piergiorgio Paterlini, dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, parla di un 10% della popolazione omosessaule; per l’Italia - dati Istat - di 500.000 ragazzi stabilmente omosessuali, vale a dire 2/3 per classe, uno per squadra di calcio, il 10% dei giovani maschi italiani insomma. E’ impossibile, afferma, che ognuno di noi non ne conosca uno, anche senza sapere della sua disposizione!
In effetti ipotizzando per Trento, tra il 1979 e il 1984, 8.000 nati, di cui la metà maschi, otteniamo al 10%, circa 400 giovani omosessuali: dove sono?
L’attendibilità delle percentuali, in verità, è un problema perché queste variano in funzione dei sistemi di misurazione e valutazione. Si spiega così perché alcune ricerche limitano l’omosessualità reale nei paesi occidentali al 3% e altre la lievitino al 12%. L’accurato rapporto Kinsey sul sesso negli Usa dà, per il gruppo catalogato come "6" (maschi che praticano esclusivamente l’omosessualità), il 4%, ma al contempo dà al gruppo "0" (maschi che praticano esclusivamente l’eterosessualità) solo il 46%, lasciando il rimanente 50% della popolazione americana in sospeso (il 36%, ad esempio, pratica indifferentemente l’eterosessualità come l’omosessualità, il 37% ha avuto almeno un’esperienza omosessuale, ecc..). Non sembrino cifre esagerate: verifiche dei dati, con metodi diversi ed in tempi successivi, confermarono le conclusioni di Kinsey e le stesse percentuali sono state registrate in Gran Bretagna.
Ma se sono così tanti, perché sono così invisibili? Dove sono i cinquemila omosessuali di Trento? I 46.000 della regione? I 2 milioni e mezzo d’Italia? I 18 milioni dell’Europa comunitaria? In termini elettorali sarebbero il quarto partito italiano, ma in realtà si riconoscono solo in alcune organizzazioni, l’Arcigay prima tra tutte.