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Cinemazero

Video e altro

Giunto ormai alla sua quarta edizione, anche quest’anno il Festival CinemaZERO, organizzato e promosso dall’associazione “il Funambolo”, si è concluso registrando una buona partecipazione, sia di pubblico, soprattutto durante la serata conclusiva, sia di opere. Nella fase di selezione, infatti, gli organizzatori hanno visionato quasi 400 cortometraggi, a dimostrazione, per riprendere le parole di Guido Laino, direttore artistico dell’evento, che “c’è ancora chi ha la necessità di guardarsi intorno e di raccontare ciò che vede, con qualsiasi mezzo”. Tuttavia, tra le opere selezionate ed in concorso il livello artistico non è sembrato dei migliori, soprattutto nella categoria “Video musicale”, della quale è risultato vincitore il lavoro “Fratelli Fave” con musica di Christian Rainer, realizzato da Cosimo Terlizzi. Ben meritato, invece, il premio assegnato dalla giuria critica per la categoria “Cortometraggi e documentari” andato a “Paper Memories” di Theo Putzu, autore già menzionato l’anno scorso. Attraverso un paziente e minuzioso lavoro di montaggio, l’artista cagliaritano ha assemblato circa 4000 fotografie con tecnica Stop Motion, creando un effetto di movimento a scatti che ben si addice al tema affrontato: la storia di un anziano signore, che attraverso vecchie foto cerca di ritrovare la felicità. Il premio assegnato dalla giuria popolare, composta da alcuni studenti del Liceo “Prati”, è andato a “Stato privato” di Luigi Marmo, che affronta alcuni temi attuali e di sicuro molto sentiti dalle nuove generazioni: la perdita del lavoro, la precarietà e la scelta di emigrare. Il premio, perciò, può risultare alquanto scontato, ma ciò non toglie nessun merito al buon lavoro prodotto dall’autore.

Oltre ai vincitori, vale la pena segnalare altri lavori di un certo interesse: tra i video musicali “Other side” di Gianni Donvito e “Columbiad” di Massimo Ruberti, mentre tra i cortometraggi una buona impressione l’ha fatta “Cielo fuoriraccordo” di Fabrizio Parisi e Roberto Spellucci, un montaggio di interviste realizzate nel quartiere di Tor Bella Monaca che, pur essendo abbastanza lungo (circa 20’), riesce a catturare e mantenere l’attenzione. Il premio simpatia, però, andrebbe assegnato a “Bibliotecary Mouse” di Riccardi Banfi e Marco Castelli: una esilarante parodia della quotidianità di un eterno studente universitario.

Nel complesso il festival è risultato dunque interessante ed apprezzato dal pubblico, anche grazie alla proiezione di alcune opere fuori concorso di particolare rilievo: “In my solitude” dei Pascal on the moon, che indaga il potere della parola ed il video “Ed era sempre marzo”  del collettivo Goghi&Goghi, la toccante storia della malattia di una ragazza. Tuttavia, il momento migliore di tutto l’evento è stato l’esibizione di Julia Kent, violoncellista ed arrangiatrice della sezione archi della band Antony and The Jonshon, di cui parliamo nella pagina precedente.