Macadamia Nut Brittle
Amore e morte ai tempi di internet
Il testo di Ricci/Forte andato in scena presso lo Spazio 14 è uno di quelli che vengono definiti, in modo un po’ snob, estremi. Saranno la nudità, la violenza e il sangue gli elementi caratteristici dell’essere estremo?
In questo caso no. Lo spettacolo affronta i soliti grandi temi dell’amore, del sesso, della morte e dell’identità personale durante gli anni zero: anni privi di cornice teorica e nei quali le grandi narrazioni sono ormai sparite da tempo. In questo contesto di totale desolazione e nel quale tutti noi siamo costretti ad agire, Ricci e Forte danno la loro interpretazione della realtà senza paura di sembrare banali o demodé. Tre uomini e una donna si muovono all’interno dello spazio scenico sovrailluminato di una luce bianca e costante. Ciò che unisce alcuni dei personaggi è la morte della loro madre, che affrontano (mangiando ossessivamente un gelato marca Haagen-Dasz) attraverso gli ultimi modelli rimasti in piedi nel XXI secolo: quelli della televisione, delle sceneggiature delle serie tv americane, del sesso appreso attraverso i porno via internet.
L’amore che muove i personaggi è ispirato alle frasi dei telefilm, la loro disperata ricerca della propria individualità si veicola tramite le personalità dei personaggi televisivi. Lo scarto tra la pretesa di provare emozioni uniche e sentite come proprie e la cruda realtà (“Ci confezioniamo il nostro teatrino umano per una scadente imitazione della tenerezza” dice Giuseppe nel monologo conclusivo) è rappresentato in modo oggettivo dalla violenza di Giuseppe che prende a schiaffi, tira i capelli, graffia Anna mentre lei sciorina il suo profondo amore privato verso un lui indefinito che, di fatto, è un amore pubblico: i suoi sentimenti personali sono quelli di tutti e coincidono con i sentimenti dei main characters della tv.