I giornali trentini il web
Una scommessa sul futuro, senza troppo coraggio
Fino a 2 anni fa tra i principali giornali di Trento vigeva implicita la convinzione che avere un sito web non portasse particolari vantaggi; anzi, era idea diffusa che fosse addirittura controproducente, in quanto rubava lettori al giornale cartaceo. E così i siti web dei principali quotidiani trentini erano piuttosto trascurati, per usare un eufemismo. I periodici come Questotrentino e Vita Trentina, a loro volta, non erano propensi a investire sul sito online, dal momento che questo non era fonte di alcun guadagno diretto. Poi, quasi d’improvviso, nel 2008 le cose cominciarono a cambiare. I giornali trentini sul web si rinnovarono e presto i lettori online aumentarono significativamente, fino a superare quelli del giornale cartaceo. Oggi il sito web dell’Adige registra oltre 10.000 lettori singoli ogni giorno a fronte delle 27.000 copie vendute in edicola.
Il sociologo Carlo Buzzi, intervenuto al convegno organizzato in occasione del trentennale di QT (“Il diritto di essere informati, la responsabilità di informare”), ha sottolineato che il web rappresenta il futuro per il giornalismo. Tale concetto è stato ribadito, nella stessa circostanza, dal direttore del Trentino Alberto Faustini. Di conseguenza, tutti i principali giornali trentini in Internet ci stanno investendo tempo, risorse ed energie. Ciononostante, i risultati concreti ad oggi ancora stentano a vedersi.
La scoperta del web
Il web, tuttavia, non è certo una novità. Già nel 1998 Vita Trentina e Questotrentino tentavano (con alterni successi) di insediarsi su internet. L’Adige arrivò dopo, nel 2005, mentre il Trentino nel 2007. Da ultimo, anche il Corriere del Trentino prevede di presentare il suo sito web questo autunno. Tuttavia, la qualità dei giornali trentini su internet è stata per lungo tempo scadente. Grafica scarna e poco curata, contenuti limitati e quasi sempre copiati pari - pari dal cartaceo. “Fino a poco tempo fa -ammette Augusto Goio, responsabile del sito di Vita Trentina - il nostro sito era decisamente statico. Anche il numero di visite, di conseguenza, era praticamente irrilevante”. Il sito web, in altre parole, esisteva solo per marcare uno spazio: il suo valore aggiunto, di fatto, era praticamente nullo.
Le cose cominciarono a cambiare a partire dal 2008, quando i siti di cui sopra avviarono un progressivo processo di restyling. La ragione per cui i giornali trentini iniziarono a investire più seriamente in questo settore fu prima di tutto di ordine culturale, quasi antropologica. Potremmo definirla “la crisi dell’edicola”. L’abitudine di comprare il giornale va progressivamente relegandosi alle classi d’età più anziane, mentre i più giovani (in stragrande maggioranza loro; ma non solo loro) si informano ormai per lo più online. Dati alla mano, tra il 1998 e il 2008 il numero di italiani abituati ad informarsi su internet si decuplicò: e già nel 2008 un giovane trentino su tre usava internet per leggere i giornali.
Solo allora i giornali trentini (come peraltro quelli nazionali) si accorsero che la vendita del giornale cartaceo era in lento ma inesorabile calo. L’arrivo di palmari, smartphone e iPad accelerò questo processo, offrendo al tempo stesso una dimostrazione di come le nuove piattaforme offrano modi nuovi di fare giornalismo: newsletter personalizzabili, gallerie fotografiche interattive, brevi clip video... Volenti o nolenti, tutti i principali quotidiani e periodici trentini devono oggi confrontarsi con il web, con le sue risorse e le sue potenzialità.
I giornali locali nell’epoca dell’attenzione scarsa
Dunque nel 2008 l’Adige, il Trentino, ma anche Questotrentino e Vita Trentina svilupparono appositi progetti per aggiornare la propria grafica, migliorare l’accessibilità degli archivi e implementare i contenuti. Fu tutto un fiorire di blog, fotogallery, videoclip e collegamenti esterni. L’obiettivo, decantato in un editoriale del Trentino del 2008, era quello di creare “un’agorà multimediale per tutti i trentini, fatta di aggiornamenti costanti e gallerie multimediali sui principali fatti di cronaca locale”. Il sito web, nelle intenzioni, doveva superare la sua forma di contenitore per diventare uno strumento di discussione interattivo. Era l’epoca del web 2.0: si iniziava a capire che internet offriva delle risorse nuove, prima su tutte l’interazione tra chi scrive e chi legge. I commenti, i forum, i sondaggi: molti pensarono che questi strumenti avrebbe potuto cambiare il modo stesso di fare giornalismo.
Tuttavia, saper informare su internet impone una mentalità nuova: l’approccio alla lettura su carta è completamente diverso rispetto a quello di un utente online. L’atto stesso di andare a comprare il giornale in edicola fa parte di un consolidato rituale, mentre su internet ci si informa casualmente, magari mentre si è intenti a fare altre attività quali controllare la posta elettronica e parlare al telefono. “I siti internet - dice Buzzi - devono saper attrarre, conquistare il lettore; ne consegue che un buon sito web è molto dinamico, accattivante. Allo stesso tempo rischia di essere superficiale, trascurando l’approfondimento e puntando tutto su un’informazione mordi e fuggi”. Inoltre, mentre i lettori dei giornali cartacei possiedono generalmente un senso di appartenenza strutturato (sono abituati, in altre parole, a comprare sempre il medesimo giornale, sia esso l’Adige, il Trentino o il Corriere), lo stesso non si può dire per i siti online, dove regna, per così dire, una grande promiscuità: l’utente online è solito saltare da un sito all’altro, leggendo un articolo sul sito web dell’Adige e uno su quello del Trentino, ad esempio, anziché affidarsi completamente ad una sola fonte di informazione.
La conseguenza è che in una galassia enorme come quella di internet (si calcola che ogni minuto nascano oltre 80 nuovi blog) non basta più dare la notizia: la differenza la fanno soprattutto i contenuti interattivi. Luca De Biase, giornalista del Sole 24 Ore, spiega che ormai “la scarsità non è più nell’accesso allo spazio limitato dell’informazione, spiazzato dalla moltiplicazione delle alternative; la nuova scarsità è il tempo e l’attenzione del pubblico”. E così, soprattutto all’estero, c’è chi si è lanciato a capofitto su internet, dando spazio ad una immensa quantità di contenuti gratuiti (opinioni, blog, immagini interattive - vedi box); e chi invece, come i principali giornali trentini, pur sapendo che qualcosa bisogna fare, non sa bene che cosa - oppure non ha le risorse e le capacità per farlo.
Che vi sia un palese squilibrio di forze rispetto alle grandi testate di cui parliamo nel box a margine è ovvio. È evidente a tutti che Questotrentino e Vita Trentina, così come pure i quotidiani locali non potranno mai competere in quanto a ricchezza di contenuti con il New York Times. Tuttavia, le dimensioni relativamente contenute della redazione e dei temi trattati non sono necessariamente un ostacolo alla sperimentazione di nuove forme di comunicazione. Varese News (unito all’esperienza di QT attraverso il forum Cronache italiane) è un giornale esclusivamente online dal 1999, indipendente e praticamente egemone nella sua area di diffusione. Non a caso, il primo giornale in Europa a dotarsi di un corrispettivo sito web fu proprio un quotidiano locale (e italiano, oltretutto). Era il 1994 e il più vecchio giornale di Cagliari scriveva: “Il futuro è già arrivato. L’Unione Sarda che ogni giorno è in edicola può essere letto dai computer di tutto il mondo collegati alla rete informatica Internet. [...] Possono essere ricevuti anche suoni e filmati. È come se, assieme al giornale, venissero distribuiti un televisore e un impianto stereo”.
Ancora troppo poco, ancora troppo male
Sedici anni dopo le cose sono cambiate, ma non più di tanto. È vero, a partire da quest’autunno tutti i principali giornali trentini avranno un sito web. È vero, il restyling del 2008 ha certamente migliorato la qualità dei siti web dei giornali trentini. È vero, finalmente l’Adige e il Trentino hanno compreso che copiare i contenuti del cartaceo sul web non basta per dare vita a un buon sito. Tuttavia, la qualità media de ladige.it, giornaletrentino.it, questotrentino.it, vitatrentina.it non rispecchia le attese di quell’agorà multimediale proclamata nel 2008.
La nota positiva è che tutti i siti in questione hanno un archivio online dove si possono consultare liberamente gli articoli meno recenti (a partire dall’annata 1999 per Questotrentino, dal 2000 per l’Adige, dal 2004 per il Trentino, dal 2006 per Vita Trentina). Non a caso, moltissimi lettori del nostro giornale sono tali in quanto l’hanno conosciuto cercando informazioni sui motori di ricerca. Basta infatti digitare “omosessualità; Trento”, o “politica; Trento” e i primi risultati manderanno al nostro sito, o a quello degli altri giornali. Anche qui, comunque, vi è chi rende più facile navigare all’interno del proprio archivio online (questo è, in effetti, l’unico pregio del nostro sito web, che rende possibile cercare gli articoli per categoria, data o autore) e chi invece rende piuttosto difficile trovare i risultati desiderati.
Le note negative sono invece molteplici. In tutti i casi da noi analizzati il sito web offre ancora troppo poco rispetto a quanto ci si aspetterebbe. Gli articoli più recenti a disposizione del pubblico sono spesso tagliati (nel caso dell’Adige) o comunque disponibili solo per gli abbonati (nel caso di Vita Trentina e di Questotrentino, per quanto riguarda i pezzi più recenti). Una situazione grottesca per un sito web, che vive proprio sulla freschezza delle proprie notizie, quasi come la televisione. Pochissimi sono i contenuti multimediali, peraltro di qualità (dal punto di vista squisitamente tecnico, intendiamoci) decisamente scadente. I blog, salvo rare eccezioni, giacciono desolatamente abbandonati. La grafica, infine, tende spesso a confondere le idee: la home page del Trentino è infarcita di pubblicità superflua, che spazia dalle iniziative editoriali del Gruppo Espresso (Gocce di benessere, La cucina leggera, Bob Dylan il mito...), ad un’inutile sfilza di annunci per case e lavori in Trentino. Eppure, paradossalmente, la pubblicità online paga ancora molto poco: nella maggior parte dei casi basta a malapena per coprire le spese di gestione dei server.
Guadagni virtuali per un mercato virtuale
A questo punto una domanda è lecita: quanto ci guadagnano i giornali dai rispettivi siti web? Ad oggi, in tutti i casi di cui stiamo parlando, gli introiti sono praticamente pari a zero. Anche all’estero i più prestigiosi giornali mondiali stanno implementando i rispettivi siti web senza aver davvero capito come trarne un profitto.
C’è chi prova a guadagnare facendo pagare gli articoli: il Financial Times permette di leggere una manciata di articoli gratis al giorno, prima di rendere necessario l’abbonamento per una cifra forfettaria. Anche i giornali locali iniziano a far pagare alcuni degli articoli di cronaca locale, sperimentando specifiche forme di abbonamento online. I risultati sono insoddisfacenti: gli abbonati online all’Adige e al Trentino sono poche centinaia; solo qualche decina per Vita Trentina e Questotrentino.
Ma allora perché insistere tanto sui siti web? Nicola Marchesoni, responsabile del sito web dell’Adige, sostiene che il danno per non essere presenti online sarebbe enorme, di gran lunga superiore ad ogni presunto effetto controproducente. È ancora Carlo Buzzi che ci aiuta a capire meglio questa dinamica, apparentemente perversa: “Quello di internet è a tutti gli effetti un mercato viratule, che non si concretizza in vantaggi economici. Investire sul web è dunque una scommessa sul futuro: bisogna accaparrarsi quote di mercato in vista del momento in cui l’informazione su internet diventerà essenziale.”
Lavoro vecchio, strumenti nuovi
Mentre esistono ormai molti giornali d’informazione che sono esclusivamente online (l’Huffington Post negli Stati Uniti, ilPost in Italia), svariati quotidiani stanno valutando la possibilità di trasferirsi esclusivamente su internet, abbattendo così i costi di stampa e distribuzione. Il caso più illustre è quello del Seattle Post-Intelligencer che nel 2009 ha eliminato il giornale cartaceo e si è trasferito sul web, tagliando il numero di giornalisti da 160 a 22 e riuscendo a conservare più o meno invariato il numero di lettori. VareseNews, giornale cui abbiamo accennato sopra, si trasformò da cartaceo a online nel 1999 e da allora rivaleggia con Repubblica.it, Corriere.it e ilSole24ore.com tra i 10 siti d’informazione più letti in tutta Italia.
Attento a tali esperienze, anche Questotrentino valutò la possibilità di trasferirsi esclusivamente sul web durante la ristrutturazione del giornale nel 2009. Tale ipotesi fu scartata sia per l’incertezza dei guadagni, sia per ragioni di cuore: in fondo, siamo ancora testardamente affezionati al fascicolo che partoriamo con fatica alla fine di ogni mese.
Vi è, poi, una ragione più concreta: pur in assenza dei costi di cui sopra, mantenere un sito web necessita di precise competenze Gestire un sito d’informazione online non è cosa che si improvvisa dall’oggi al domani. Chi ci lavora deve avere delle capacità differenti dal giornalista tradizionale. Non deve solo saper scrivere bene: deve anche saper creare mappe interattive, condurre una discussione su un forum, creare e sviluppare spunti interessanti, esser capace di elaborare fotografie. Insomma, deve avere familiarità con i molteplici strumenti di internet. Inoltre, bisogna anche tenere presente che web e cartaceo hanno ritmi completamente differenti: il giornale va in stampa una volta al giorno, mentre il sito web necessita di aggiornamenti continui.
La mancanza di competenze specifiche e una visione di internet ancora troppo statica, incapace cioè di sfruttare davvero le potenzialità offerte dal web, potrebbe spiegare la mancanza di brillantezza dei giornali trentini su internet. Il professor Buzzi suggerisce invece che forse si tratta di “un classico orientamento prudenziale trentino: i giornali sul web innovano poco per cautela, più che per incapacità”. Hanno, cioè, ancora lo stesso timore di fondo da cui siamo partiti: la paura che il loro stesso sito sottragga lettori al giornale cartaceo.
In fondo, i giornali trentini possono permettersi di temporeggiare proprio perché monopolizzano l’informazione, anche online. Eppure, chissà cosa succederebbe se solo ci fosse qualcuno, magari giornalisti indipendenti, capaci di dare vita ad un sito di informazione trentina online che sia davvero un’agorà multimediale e dinamica.
Prima o poi, l’atteggiamento attendista e un po’ conservatore dei giornali trentini sul web sarà messo a dura prova. “Non si tratta di capire se le cose dovranno cambiare o meno; si tratta di capire quando” dice Buzzi, parlando della trasformazione del mercato virtuale di internet in un mercato reale e forse predominante.
Dati utilizzati:
Accertamenti Diffusione Stampa (ADS); BBC world stats (2009); Intesys Database; “Generazioni in movimento”, indagine a cura di Carlo Buzzi, il Mulino (2007).
Vivacizzare un sito web: lezioni inglesi
In questo box facciamo alcuni esempi (tutti provenienti dal mondo anglofono) di come un sito web possa raccontare gli avvenimenti in modo dinamico, diversamente da un giornale cartaceo.
The Big Picture è un blog del Boston Globe. Ispirato dalle pubblicazioni del National Geographic, pubblica ogni due giorni gallerie fotografiche di 40 immagini, raccontando in modo del tutto soggettivo le alluvioni in Pakistan, l’Oktober Fest, i mondiali di calcio...
Times Reader è un’applicazione del New York Times che permette di leggere il giornale gratuitamente. Non si tratta di uno statico pdf, ma di un pannello sul quale ci si muove tra gli articoli più letti e fotogallery interattive. Tra queste, ad esempio, quella che ripercorre in 25 scatti la guerra in Iraq dal 2003 al 2010. Le foto sono visibili a tutto schermo e sono corredate da brevi citazioni.
L’Economist introduce ogni settimana una sentenza provocatoria, come ad esempio “Riteniamo giusto legalizzare la prostituzione” o “Riteniamo infondata la minaccia del riscaldamento globale”. Da qui parte una discussione che coinvolge un moderatore, un sostenitore, un oppositore e un ospite imparziale, tutte personalità riconosciute nell’ambito in questione. Il dibattito prosegue per una settimana: ogni giorno gli esperti in questione sono chiamati ad aggiornare i proprio interventi sulla base dei commenti dei lettori (che vanno dai 100 ai 400 ogni giorno). Dopo 7 giorni il dibattito si conclude con una votazione e le conclusioni argomentate.
ProPublica.org, un giornale esclusivamente online, ha vinto il premio Pulitzer 2010 per un’inchiesta sugli ospedali nella zona devastata dall’uragano Katrina. Mai prima d’ora un sito web era stato riconosciuto meritevole di un premio giornalistico tanto riconosciuto a livello internazionale: per oltre novant’anni, dal 1917 al 2009, i vincitori del premio Pulitzer nella categoria giornalistica erano stati sempre giornali cartacei.
L'Adige | Trentino | Vita Trentina | QT | |
Grafica | 5,5 | 5,5 | 7 | 4,5 |
Archivio articoli consultabili gratuitamente | 6 | 5,5 | 5 | 7 |
Multimedialità e contenuti extra (blog, video) | 5 | 5 | 5 | 4 |
Interazione col pubblico (commenti, sondaggi) | 5,5 | 5,5 | 4 | 4 |